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Cosa serve per aprire una partita IVA

Aprire la partita IVA richiede una serie di riflessioni economico-finanziarie: tutto quello che è necessario.

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Cosa serve per aprire una partita IVA

Partiamo da una doverosa premessa: in questo articolo parliamo di tutto quello che serve per aprire una partita IVA per un libero professionista o una ditta individuale. Si tratta dunque degli adempimenti necessari a singoli individui che decidono di avviare un’attività. Di cosa serve per aprire una società, parleremo in altra sede.

Aprire una partita IVA: parliamo di liberi professionisti e ditte individuali

I singoli che decidono di aprire una partita IVA devono tenere subito presente l’importante distinzione tra libero professionista e ditta individuale. Questo perché, come vedremo, comporta adempimenti diversi a seconda della collocazione della propria attività, già in fase di apertura della partita IVA, oppure per la variazione della stessa. Per non parlare degli obblighi INPS e INAIL e delle questioni legate al fallimento (le ditte individuali possono fallire, i liberi professionisti invece no).

Libero professionista

Il libero professionista è un soggetto che svolge in forma autonoma e indipendente, un’attività intellettuale. I classici esempi sono architetti, ingegneri, avvocati, giornalisti, fotografi ecc.

Ditta individuale

La ditta individuale invece è la definizione di un soggetto che, lavorando in maniera autonoma, può essere inserito nelle categorie degli artigiani o dei commercianti. In questo caso gli esempi classici sono il falegname, il parrucchiere, l’estetista, il macellaio, il panettiere, il fruttivendolo ecc.

Codice ATECO e partita IVA

Per poter aprire una partita IVA occorre preliminarmente individuare il codice ATECO della propria attività. Si tratta di una combinazione alfanumerica che identifica una attività economica:

  • le lettere individuano il macro-settore economico;
  • i numeri rappresentano articolazioni e sottocategorie dei settori stessi.

A partire dal 1° gennaio 2008 è in vigore la nuova classificazione ATECO 2007, approvata dall’ISTAT in collaborazione con l’Agenzia delle Entrate, le Camere di Commercio ed altri Enti, Ministeri ed associazioni imprenditoriali interessate alla classificazione.

I codici servono per raggruppare le attività economiche con diverse finalità:

  • statistiche;
  • fiscali;
  • contributive.

Per questo motivo è molto importante sceglie il codice adatto alla propria attività.

Cosa serve per aprire la partita IVA di un libero professionista

Per un libero professionista aprire la partita IVA è molto semplice, bastano due passaggi:

  • compilare il modello di inizio attività, modello AA9/12, e trasmetterlo all’Agenzia delle Entrate;
  • iscriversi alla gestione separata INPS oppure alla propria cassa professionale privata se la professione è di tipo ordinistico (come commercialisti, avvocati, medici, giornalisti ecc.).

Il tutto va fatto direttamente online utilizzando le proprie credenziali, in particolare con le credenziali SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale) e possibile gestire tutte le pratiche online, quindi sia INPS sia Agenzia delle Entrate.

Costi: 0 euro, al netto della parcella del commercialista se si decide di farsi affiancare da un consulente già in fase di apertura.

Tempi: entrambi gli adempimenti vanno fatti entro 30 giorni dall’avvio dell’attività, altrimenti si rischia una sanzione amministrativa.

Cosa serve per aprire la partita IVA di una ditta individuale

Nel caso delle ditte individuali, gli adempimenti sono più numerosi e complessi, sebbene nel tempo siano state implementate delle semplificazioni e unificazioni.

In questo caso è obbligatoria l’iscrizione Registro delle Imprese tenuto presso le Camere di Commercio.

L’iscrizione va fatta utilizzando la Comunicazione Unica, una pratica telematica sui canali delle Camere di Commercio, attraverso la quale:

  • aprire la partita IVA presso l’Agenzia delle Entrate;
  • aprire la posizione assicurativa INAIL;
  • richiedere l’iscrizione INPS alle gestioni artigiani o commercianti, a seconda delle attività svolte;
  • richiedere l’iscrizione al Registro delle Imprese, appunto.

Per fare tutto questo non basta lo SPID, bisogna avere anche un lettore di smart card e di una CNS (Carta Nazionale dei Servizi) da richiedere in Camera di Commercio (poiché occorrerà apporre la firma elettronica al documento). Serve inoltre un indirizzo di posta elettronica certificata (PEC) obbligatorio per l’invio degli esiti delle domande e delle iscrizioni e di ogni altra comunicazione o provvedimento relativo alla procedura.

Costi: 18 euro per i diritti di segreteria e 17,50 euro per il bollo (per un totale di 35,50 euro), anche in questo caso al netto della parcella del commercialista se si decide di farsi affiancare in fase di apertura (scelta che consigliamo vivamente per via della complessità della burocrazia del nostro Paese).

Tempi: anche in questo caso la pratica deve essere fatta entro 30 giorni dall’inizio dell’attività.

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Scritto da Michela Calculli

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