Caro Riccardo,il rischio è terribilmente concreto. Sottolineare la desertificazione industriale che sta vivendo il sud Italia è concentrarsi sul dito e non sulla luna. Il problema non è l’oggi ma guardare cosa si sta facendo per migliorare la situazione. Assolutamente nulla. La colpa principale è prima di tutto nei governi regionali mediamente mediocri, in balia degli apparati che ormai gestiscono la pubblica amministrazione, che dettato le agende e che sono intoccabili tanto che (nonostante continue alternanze di colore politico) i dirigenti che gestiscono le leve strategiche sono sempre gli stessi.
Il vento di rinnovamento anche politico che sta toccando il nord qui si sente molto poco. I partiti candidano nomi navigati che muovono i grossi pacchetti di voti. Il sud avrebbe bisogno di essere visto per quello che è un area geografica fortemente sottosviluppata con più cose in comune con la Tunisia che con la Lombardia.Le infrastrutture, il reddito medio, il livello di efficienza, la demografia sono la foto di un’area geografica che non fa parte del mondo sviluppato.
Il reddito procapite della Calabria è di 7.412 €, l’Albania è di 7.997 $, l’Algeria è di 7.268 $, la Namibia 7.800 $, l’Ucraina 7.295 $
Gli ex emergenti europei, Polonia, Bulgaria, repubblica Ceca, a breve Romania hanno tutti gli indicatori migliori dei nostri.
Le politiche per recuperare sono le stesse usate per questi mercati. Detassazione, deregolamentazione, decontribuzione e massicci investimenti in infrastrutture soprattutto materiali (strade, porti, reti di distribuzione etc.), Meritocrazia attraverso il licenziamento degli incompetenti che siedono in posti da megadirigenti.
Nel sud invece oggi per mitigare gli effetti devastanti della crisi si guarda al brevissimo e si investe in assistenzialismo, in pubblico impiego, sanita inefficiente mentre non ci sono soldi per neanche chiudere le buche delle strade. Attualmente un’impresa calabrese si trova a lavorare in una cornice regolamentare centro-europea a condizioni africane.
Aggiungo una nota di colore, fortunatamente nell’ultimo decennio nel sud Italia il sommerso si è ridotto moltissimo. Questo però come (succede spesso in economie africane) ha peggiorato le condizioni medie, dove questo sommerso per decenni ha mitigato queste condizioni al contorno. La sua giustissima e sacrosanta sparizione ha aumentato di molto la percentuale di popolazione che è povera in quanto non può permettersi i beni ed i servizi dai canali ufficiali.
FRANCESCO VITO TASSONE*Simbario (VV), 1 agosto 2015
* calabrese, startupper, fondatore e amministratore di Personal Factory
LEGGI ANCHE: Sud, gli innovatori possono davvero fermare il declino? Dimostriamolo – di Riccardo Luna