Così 50 innovatori sociali hanno ridisegnato le città del 2050

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Una città aperta, partecipata, sostenibile e innovativa è quella immaginata come luogo ideale in cui vivere nel 2050 da cinquanta innovatori sociali italiani, chiamati a Roma a raccontare la loro visione del futuro urbano dell’Italia in occasione del lancio della rete nazionale del progetto Seismic (Societal engagement in science, mutual learning in cities).

Curata dalla Fondazione Ricerche dell’Anci Cittalia, la Rete si inserisce nel percorso di costruzione dell’Agenda urbana europea, al centro del dibattito istituzionale di Bruxelles per garantire un ruolo adeguato a cittadini e contesti urbani nella definizione di strategie urbane sostenibili sul piano economico, sociale e ambientale.

L’incontro di lancio, che ha avuto luogo presso la Città dell’Altraeconomia, ha testimoniato una volta di più l’attenzione dell’Europa verso il futuro delle città e della qualità della vita dei suoi abitanti.

Coinvolgendo startupper, urbanisti ed esperti di partecipazione civica in uno sforzo di immaginazione sulla città ideale in cui vivere nel 2050, Seismic ha tracciato il quadro delle sfide che attendono le città italiane da qui al 2050 per assicurare un’elevata qualità di vita urbana ai suoi residenti.

Dalla realizzazione di nuove forme di partenariato fra pubblico e privato all’innovazione tecnologica diffusa, sono numerose le modalità in cui il principio di innovazione sociale andrà declinato nei prossimi decenni per coinvolgere comunità consapevoli e coese in uno sforzo collettivo che non deve necessariamente partire dalla pubblica amministrazione. L’hacking civico come strumento per inventare strumenti partecipativi dal basso rappresenta una delle soluzioni suggerite dalle esperienze del presente per elaborare città “normali” del futuro che diventino buone prassi naturali e automatiche.

Il confronto fra esperienze di successo realizzate al Sud, come MappiNa e Bike Sharing Napoli, con iniziative di promozione dell’agricoltura urbana o di riqualificazione partecipata come gli Angeli del Bello di Firenze fino alle Social street di Bologna e all’esperienza del progetto di didattica sperimentale per formare comunicatori pubblici e giornalisti all’uso degli open data suggeriscono un panorama variegato che avvicina l’Italia all’Europa sul fronte dell’innovazione urbana.

L’Italia ha città millenarie con problemi nuovi, si ripete spesso. Soltanto la trasformazione delle sperimentazioni in pratiche istituzionali può aiutare a rendere più accessibili e coese le nostre città. Seismic farà riflettere insieme innovatori di ogni parte d’Italia e d’Europa su come sia possibile governare le città con modalità partecipative, facendo emergere saperi ed esperienze già presenti sui territori da condividere e diffondere con l’obiettivo di disegnare traiettorie di crescita sostenibile per le città europee del 2050.

Napoli, 25 luglio 2014Simone d’Antonio e Antonio Prigiobbo

Originariamente pubblicato su chefuturo.it

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