Così a Lecce l’opendata ha traformato la PA in una comunità aperta

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Che il cambiamento non sia mai una condizione semplice da attuare, che sia un processo lungo e complesso, che sia molto più difficile da gestire che da definire, non vi è alcun dubbio. Se il processo si pone, poi, all’interno di una pubblica amministrazione, da sempre gravata da una mentalità fortemente burocratizzata, la sfida appare ancora più ardua ed infeconda. In realtà, spesso, i luoghi comuni e i pregiudizi sulla PA, sui dipendenti pubblici e sulle loro capacità di adeguarsi al rinnovamento, tendono ad oscurare una situazione diversa, molto meno rigida e macchinosa, fatta di progetti che si realizzano, di persone che ci credono, di mentalità che accettano di aprirsi alle possibilità e ai mutamenti.

Se ci si soffermasse a valutare i risultati e non le procedure, questo assunto apparirebbe chiarissimo.

Ne è un esempio importante – proprio in virtù della risposta e del coinvolgimento totale della macchina burocratica – l’iter attivato dal Comune di Lecce per lo sviluppo e la promozione dei processi di Open Government, avviati a seguito della firma del protocollo d’intesa tra Comune e l’associazione Wikitalia del 24 febbraio scorso, e che rientra in un più ampio piano di rinnovamento che vede nella attuazione di progetti innovativi e nello snellimento dei processi, i suoi punti cardine.

Il processo di apertura dati a Lecce, inserito nel contesto delle più recenti esperienze sul tema e allineato alle linee guida per l’apertura del patrimonio informativo pubblico emesse dall’Agenzia per l’Italia Digitale, è stato, infatti, sposato con interesse da tutti i settori coinvolti, che hanno reso la massima disponibilità al lavoro, iniziato con il censimento dei dati.

Due esempi importanti sono quelli relativi al settore Polizia Locale, che nel giro di poche ore ha predisposto il dataset sugli incidenti stradali, utile all’amministrazione e al cittadino per individuare le strade con maggiore incidenza di traffico e sinistri, e al settore Commercio, che, collegato con le banche dati CCIAA, ha messo a disposizione tutti i dati relativi ad aziende, strutture ricettive, stakeholders locali, necessari agli operatori del turismo per mappare l’intero territorio.

Questa apertura verso l’esterno è il preludio per l’avvio di una consultazione pubblica con tutti gli ordini professionali, per effettuare una utile analisi dei bisogni e individuare i dati richiesti.

In questa entusiasmante sfida, la tecnologia, ancora una volta, ci è venuta in soccorso per garantire al massimo apertura, trasparenza, trasferimento, diffusione e comunicazione dei dati: oltre all’ambiente software per la gestione del portale Open Data, è stato infatti creato un blog per promuovere i datasets (all’interno del quale gli operatori locali possono segnalare la propria attività o pubblicare dati consentendo agli altri di riutilizzarli e ridistribuirli) e diffuso il loro rilascio nel mondo dei Social Network, che fungono da ponte tra i cittadini e la Pubblica Amministrazione.

Inoltre c’è un sondaggio permanente e una campagna su Twitter con #chedativuoi che ha permesso di dare le priorità di rilascio in base all’attenzione del “mercato” cioè cittadini e stakeholders.

Questi strumenti ci consentono, infatti, di creare nuove occasioni per riflettere insieme sulle implicazioni e sulle prospettive di ricaduta positiva per tutta la cittadinanza e di accrescere il coinvolgimento attivo e propositivo sia del personale comunale che dei cittadini, che, ai fini di un cambiamento che non può rimanere confinato all’interno delle mura comunali, deve potersi mettere al servizio della comunità ed esserne spunto per un più ampio processo di innovazione sociale.

Un processo che sta sovvertendo tutti i luoghi comuni e che sta trasformando la nostra PA in una vera comunità, attraverso reti e connessioni – on line ed off line – in cui i nodi sono i settori comunali, ma anche gli attori sociali, gli ordini professionali, gli operatori locali, gli imprenditori, i cittadini tutti.

La piccola soddisfazione è che già alcuni funzionari si sono entusiasmati ed è nata una sana competizione e voglia di innovare il proprio settore. Aspetto non trascurabile quando si richiedono cambi di processi che implicano in una prima fase anche apparente lavoro ulteriore rispetto al quotidiano. Dulcis in fundo ci sono state alcune mappe fatte da cittadini sui datasets delle Elezioni Politiche e ben due App: Lecce OpenData per dispositivi Apple e Incidenti @Lecce per Android.

Ringrazio Piero Paolicelli (@piersoft) che sta seguendo insieme a me, al Settore Smart City e agli staff dei settori interessati, tutto il processo tecnico e burocratico, oltre che come detto, la gestione della promozione attraverso i social networks e il blog.

Lecce, 12 luglio 2014ALESSANDRO DELLI NOCI

Originariamente pubblicato su chefuturo.it

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