Così abbiamo brevettato il legno sottile e flessibile come la carta

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Quella sera Fabio Caeran stava tornando da una gara. Una di quelle dove ti arriva l’invito e le informazioni contenute sono sufficienti per capire dove andare e per che ora arrivare. L’importante è portare con sé “una bici a scatto fisso, no freni, sì casco e delle luci, se a disposizione”.

La gara non era andata nei migliori dei modi, ma il peggio doveva ancora capitare. Un piccolo incidente e la bicicletta di Fabio distrutta. Sarebbe potuto sembrare l’epilogo di una serata non particolarmente brillante. Invece quella sera fu l’inizio di una svolta. Passata la notte e spazzati via pure i cattivi pensieri, Fabio si sveglia con un progetto in testa.

Vuole sistemare in tempi brevi la sua due ruote, ma soprattutto lui designer con una passione per il legno come materiale di lavoro, vuole che la sua bicicletta rinasca proprio attraverso questo materiale

È così che inizia a girare un po’ di laboratori artigiani nell’arco trevigiano, area dove lui vive.

Finché dopo varie segnalazioni arriva a Castelfranco Veneto e approda all’Atelier del Legno. Lì conosce Francesco Pivato e Stefano Stecca, titolari dell’azienda, ma soprattutto è lì che inizia una nuova storia.

L’Atelier del Legno è un luogo particolare. È una giuntatura che seleziona, trasforma e confeziona impiallacciatura. Da oltre trent’anni Francesco e Stefano si occupano di questi tipi di lavorazione del legno per il mercato dei costruttori di porte e serramenti. Ma quel giorno tra loro due e il giovane Fabio si crea subito un’intesa che va oltre la curiosità dei due titolari dell’azienda di ricoprire di legno quella bicicletta danneggiata. I tre iniziano a parlare. Il tema conduttore naturalmente rimane il legno, però affrontato da diversi punti di vista. Il suo potenziale utilizzo.

Il suo impatto ambientale. L’innovazione che può essere apportata in questo settore.

Il dialogo si intensifica. La visione progettuale di Fabio si affianca a quella imprenditoriale di Francesco e Stefano. Mentre parlano camminano in lungo e in largo per il vasto capannone con tipologie di legno le più differenti presenti e catalogate. Circumnavigato lo stabile si ritrovano di fronte all’entrata principale. Proprio lì c’è un’altra piccola parte di stabile. Proprio lì i due soci si guardano in faccia e dopo qualche istante quasi in stereofonia dicono a Fabio: “Ma ti andrebbe di collaborare con noi per la sperimentazione di un nuovo utilizzo del legno? Ti metteremo a disposizione questa ala del nostro stabile”.

Fabio non risponde. Agisce. Il giorno seguente si ritrova in quell’area dell’Atelier del Legno ad operare.

Quello spazio in pochi giorni assume le sembianze di un fablab. Il profumo del legno vivo si associa ai suoni della stampante 3D. Gli strumenti tradizionali di un artigiano trovano ordine su un tavolo a fianco di un Mac. Ma soprattutto le parole che si erano scambiate Fabio, Francesco e Stefano trovano concretezza in un nuovo prodotto.

La collaborazione tra il designer e l’Atelier del Legno porta alla nascita di Caudex. Sotto questo nome un nuovo modo d’intendere il legno e gli scarti prodotti nel realizzare porte e arredamenti

Ma non solo. Questo nuovo materiale ha la consistenza di un foglio di carta. La comune sensibilità dei tre protagonisti verso il recupero, il riuso e la rimanifattura del materiale di scarto ha portato alla nascita di un nuovo materiale. Di un materiale le cui applicazioni possono trovare utilizzo in settori diversi. Dal packaging all’allestimento, dal rivestimento al design, dal momento che l’utilizzo di questo legno è semplice. A mano, con l’ausilio di forbici e taglierino, con strumenti meccanici utilizzati normalmente per la lavorazione della carta, e inoltre ci si può stampare sopra o utilizzare il laser per incisioni varie.

Il dado è tratto. Caudex è stato brevettato. La collaborazione tra Fabio Caeran, Francesco Pivato e Stefano Stecca si sta intensificando. Non passa giorno che Fabio non progetti qualcosa di nuovo attraverso questo innovativo materiale. In tutto questo naturalmente la sua bici è stata riparata ed anch’essa ha avuto nuova vita e la componente legno è ben presente.

Una scatola in Caudex. Credits: Caudex.it

Non rimane molto tempo per fare gare in sella alla sua scatto fisso, ma sa bene Fabio che la gara più importante ora se la sta giocando su un altro circuito che ha nell’artigianato e nell’innovazione i suoi punti di forza. Ma c’è un’altra cosa che Fabio ben sa. La forza di una squadra. Incontrare Stefano e Francesco è stato il la per dare forma e sostanza a progetti comuni. Ora non rimane che pedalare.

ANDREA BETTINI

Originariamente pubblicato su chefuturo.it

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