Ritorna, dopo due anni di assenza per la pandemia, la consegna in presenza dei diplomi agli allievi del Master Full Time di CUOA Business School e, con l’occasione, è stato anche premiato con il Master Honoris Causa in Business Admnistration un personaggio eccellente dell’economia e dell’industria: Elena Zambon, presidente della Zambon SpA, l’azienda italiana che dal 1906 opera nell’industria farmaceutica e della chimica fine. Il riconoscimento è stato consegnato dal presidente della business school Federico Visentin alla presenza del Direttore scientifico Alberto Felice De Toni e dei direttori dei singoli master. Elena Zambon è stata proposta come modello di riferimento ai 69 giovani allievi CUOA. Da notare tra i giovani allievi la forte presenza femminile – il 62% – e la provenienza, con un 35% di laureati in Economia, il 25% in discipline umanistiche, seguono Lingue 19%, Giurisprudenza 14%, Ingegneria 7%.
“Con il Master Honoris Causa in Business Administration, CUOA Business School desidera riconoscere i successi, la qualità e le competenze manageriali e imprenditoriali di Elena Zambon e i valori umani che l’hanno guidata nella sua carriera, – ha commentato il Presidente di CUOA Business School, Federico Visentin. – Abbiamo il piacere di proporla in particolare ai giovani come esempio e modello a cui ispirarsi per il loro sviluppo di carriera, perché diventino manager e imprenditori di successo, competenti, preparati e attenti alla dimensione etica e sociale delle loro attività.
A Elena Zambon va il ringraziamento di tutti noi per il suo credere nella cultura d’impresa come chiave del successo di ogni business e per l’affermazione di un modello di management etico ed efficiente, che rappresenta appieno la cultura, l’eredità e l’imprenditorialità italiana proiettata al futuro e aperta al mondo”.
Il Master Honoris Causa alla Presidente della Zambon SpA è una scelta che la scuola ha fatto per portare una testimonianza importante di come lo sviluppo di solide e robuste competenze possano concorrere ad affrontare con efficacia la nuova normalità del nostro Paese.
In un periodo come l’attuale, nel quale innovazione e multidisciplinarietà sono fattori sempre più strategici, Elena Zambon ha saputo guidare la sua azienda verso frontiere innovative, contribuendo all’affermazione di numerose startup all’avanguardia in diverse aree terapeutiche. Lungimiranza, tenacia e volontà sono state le basi con cui Elena Zambon ha interpretato il suo ruolo di guida della solida realtà aziendale di famiglia, con particolare attenzione per il capitale umano, per la dimensione etica e sociale del business e per la sostenibilità ambientale, sociale ed economica, con uno slancio verso il futuro e senza abbandonare i valori ereditati dal passato.
A margine della consegna del MHC, Alberto Felice De Toni, Direttore scientifico della Business School, ha sottolineato l’importanza della formazione per il tessuto impresa del nostro Paese: “CUOA Business School da più di 60 anni lavora al fianco di imprese e imprenditori, manager e professionisti, che hanno potuto trovare un punto di riferimento solido per lo sviluppo, l’aggiornamento e la diversificazione delle proprie competenze. L’Università deve essere un interlocutore in grado di supportare il sistema impresa nello sviluppo di competenze adeguate e robuste. La potenzialità della formazione manageriale nei processi di sviluppo dell’impresa è decisiva soprattutto per quel tessuto di media impresa che sarà protagonista della tenuta e dell’auspicato rilancio del Paese. La formazione in azienda è il motore dello sviluppo delle competenze: per i futuri imprenditori rappresenta la base per la generazione di un’adeguata mentalità imprenditoriale, mentre per coloro che sono alla guida di aziende già avviate è fonte di sistematizzazione dell’esperienza sul campo e di consolidamento della capacità di problem solving”.
De Toni ha poi osservato come la formazione “non deve più essere considerata come un costo a basso valore aggiunto, bensì come un investimento in grado di favorire tutti coloro che vi partecipano, attraverso l’acquisizione delle cosiddette soft skill. Oggi rappresenta un fattore decisivo per lo sviluppo delle competenze su cui punta anche il Pnrr, sostenibilità e digitalizzazione in primis”.