Davanti un tramezzino ho capito che anche un business plan ha un’anima

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Quando c’incontriamo il sole è perpendicolare a noi. I pedoni movimentano i marciapiedi e gli automobilisti s’incrociano nel traffico. La città è quella di Treviso. Lui ci abita, ma è di passaggio. Io non ci abito e nemmeno sono di passaggio. Per me è un luogo dove da un po’ di tempo mi ci sono ritrovato a costruire. Non case, ma idee. Ma questa è un’altra storia.

Ci sediamo ad un tavolo di un bar. Dopo i primi convenevoli puntiamo gli sguardi sui menu, anche se gli occhi a fatica si staccano dalla soggettiva personale del mezzo busto. È una fase di studio. È la prima volta che ci vediamo. È l’atto naturale di una serie di suggerimenti arrivati da amici in comune “Ah… tu e Pino però dovreste conoscervi”.

E gli amici, non solo quelli dei social network, hanno ragione.

Giuseppe “Pino” Pasciuti, come piace definirsi a lui è un Marketing Therapist (un consulente di marketing, ndr) e il motivo dell’incontro oltre a quello di conoscerci di persona è di un interrogativo che mi deve porre. Lui sta lavorando ad un nuovo progetto. È in quella fase dove l’idea ha una forza devastante. Nonostante ciò, occorre costruirci una solida infrastruttura basata tra le altre cose su dati, valori, sostenibilità e ritorno economico. Cose che hanno poco a che fare con la narrazione, se non fosse che arriviamo al momento clou del pranzo. Non è l’arrivo di un toast consegnatoci con poco ardore, ma la domanda posta da Pino a suscitare la giusta ilarità:

Ma secondo te un business plan può avere un’anima?

Non ha bisogno di aggiungermi altre informazioni.

Prima do un morso alle due fette di pane tostato, dopodichè gli dico: “Non è che può. Deve avere un’anima. È un’altra applicazione del corporate storytelling. Quella più legata al marketing strategico.

Pensa: se solo avessi a disposizione un video di pochi minuti in grado di trasferire le emozioni di quello che tu hai in mente? La tua idea è innovativa, ma come tante idee nuove non c’è possibilità di rifarsi ad esempi concreti per comunicare le sue potenzialità.La tua idea ancora non esiste. Anche gli elfi, i draghi ed i principi azzurri non esistono. Grazie però alla stesura di ottime trame narrative hanno preso consistenza. E queste sono solo favole. Tu hai il vantaggio invece che devi raccontare una nuova realtà”.

Lo sguardo di Pino se possibile si fa ancora più intenso. Una pausa di silenzio. Poi un sorso d’acqua ed infine con quella dose d’entusiasmo che ci accomuna mi dice: “Allora quando iniziamo a lavorare insieme?”

Originariamente pubblicato su chefuturo.it

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