Così meraviglioso, da volerlo vedere più volte possibile. Non solo vedere, ma anche affrontare, con rispetto e umiltà. Da volercisi confrontare, nel silenzio di una traversata solitaria. Perché di silenzio ce ne è tanto, in quelle traversate in barca a vela cui Davide Consorte, giovane ma già noto navigatore pescarese, è oramai abituato fin da quando era ragazzino.
Solo negli ultimi quattro anni, partecipando alle più importanti regate in solitaria internazionali, ha percorso più di 11.000 miglia di navigazione oceanica: traversata dell’Atlantico nel 2007 (4000 miglia nautiche), la “Les Sables-Horta-Les Sables (2400 miglia), “La Solidaire du Chocolat”/Francia-Messico (5000 miglia).
Sempre solo. “Condicio sine qua non”, insieme ad un determinato ammontare delle miglia percorse, affinché la Pen Duick, organizzazione velica francese, lo considerasse come uno dei possibili partecipanti all’edizione 2010 della regata in solitaria “Route du Rhum“, svoltasi a novembre scorso.
E così è stato.
Erano tre gli italiani in gara, a rappresentare un tricolore di cui, nel 2002, fu portavoce Giovanni Soldini, uno che di traversate certo ne sa qualcosa. Compresa la Route, appunto, traversata in barca a vela di 4000 miglia di oceano Atlantico compiuta da impavidi navigatori solitari che, partendo da Saint Malò, in Francia, navigano in direzione Guadalupe, per raggiungere il porto di Pointe-a.Pitre, ripercorrendo le orme dei commercianti di rhum di un tempo. Miglia e miglia di mare, di vento in faccia, di avversità atmosferiche. Ma anche di cieli stellati che spezzano il fiato a metà, di delfini che ti corrono a fianco, di musica che si ascolta per far passare il silenzio di certe notti così solitarie.
E di migliaia di persone, curiosi, appassionati, giornalisti che assistono alla partenza, affascinante dalla bellezza di questo sport.
Consorte partecipava con la sua barca POGOS40S, “Adriatech” e aveva in mente due cose: vincere e portare alta la bandiera dell’Associazione Italiana contro le Leucemie, Linfomi e Mieloma di cui è stato testimonial, per la sezione di Pescara, nel 2010. Sì, perché il logo sulla sua imbarcazione era proprio quello di questa associazione alla quale ha dedicato la traversata, per dare speranza alle persone colpite da queste malattie. Soprattutto ai bambini che, durante la navigazione, non esitavano ad infondergli il loro grande coraggio, scrivendogli e-mail e augurandogli “buon vento”.
Purtroppo non è bastato ad impedire alla cima che tiene la vela principale di spezzarsi, fattore che ha costretto Consorte a ritirarsi dalla Route dopo pochi giorni dalla partenza.
È dovuto rientrare prima del previsto, cose che capitano, soprattutto quando si va per mare sfidando un po’, anche se stessi. Rimane il disappunto per non esserci riuscito e la volontà di riprovarci prima possibile. Ma anche qualche certezza: aver navigato anche un po’ nel mare della solidarietà.