Ieri notte, la nostra amica Limor Fried ha partecipato – a rappresentanza dei makers – all’hangout con Obama e tra una settimana la Casa Bianca ospiterà il suo primo Hackaton, ma oggi, oggi la notizia é che Officine Arduino compie un anno, con tutti i significati che questo comporta.
Riesco con difficoltà a rimettere in ordine i vari passi che hanno portato ad oggi, forse perché più che ad una serie di passi assomigliano ad una corsa sfrenata contro il tempo.Ho pensato a lungo durante la breve pausa natalizia quale potessere essere il motto del 2013, e per estensione di questo secondo anno di Officine Arduino (e del Fablab Torino) e ho trovato “Fai meno, fai meglio” come uno dei migliori.
Tutto inizia a settembre 2011, quando a New York, da una serie di conversazioni tra me e Massimo scaturisce l’idea di dare un seguito al successo di Fablab Italia, il primo fablab italiano da noi creato all’interno della mostra Stazione Futuro.
Da qui l’idea di unire Arduino, il Fablab e un makerspace per sperimentare come un progetto opensource globale può radicarsi in una comunità fisica stabile: le Officine Arduino.
Nonostante Arduino sia un progetto opensource globale al quale collaborano persone di tutto il mondo, la produzione delle schede è basata in Italia per ragioni “affettive” legate al luogo in cui nacque l’idea originale, la città di Ivrea.
Un luogo che coniugasse diverse realtà aveva bisogno di diverse entità che lo gestissero, una azienda ma anche una associazione per gestire le macchine nel modo più orizzontale possibile, permeabile a tutte le forme e gli stimoli che la città di Torino e chiunque volesse passare avrebbe potuto lasciarci, creando un circolo virtuoso che vedo spesso associati collaborare con l’azienda, e vice versa.
Abbiamo avuto la fortuna di trovare un luogo dove questo (e molto altro) e possibile, come Toolbox Coworking, il coworking torinese che ci ha adottati e ci ha dato una casa.
Sviluppare Open Source Hardware significa fare cultura. Il concetto di sviluppo tecnologico con il quale siamo cresciuti ha fatto i suoi giorni e pensare a schede e sistemi tecnologici aperti al dialogo significa immaginarsi un mondo aperto al dialogo, trasparente e sincero.
I prodotti che sviluppiamo sono fatti per durare, e non per essere buttati via due anni dopo, e questo assume un significato particolare nella nostra società. In questo mondo il proprio lavoro sopravvive ai propri ideatori e alle proprie intenzioni, proprie come le storie e le favole del passato.
Aprendo Officine Arduino abbiamo offerto ad un gruppo di ragazzi italiani la possibilità di fare vedere quanto valevano: in questo mi hanno dato una grandissima mano Katia de Coi ed Enrico Bassi, l’anima project managment e l’anima maker/designer del luogo (vasi comunicanti).
Questi ragazzi hanno collaborato allo sviluppo di prodotti che rispecchiano perfettamente la arduino attitude nei confronti della tecnologia e dell’apprendimento.Ecco un esempio.
L’Arduino Starter Kit é una selezione di componenti che permettono a chiunque (partendo da zero, senza conoscenze di programmazione o elettronica) di muovere i primi passi in questo mondo attraverso 10 progetti spiegati in un libretto all’interno del kit.
Il libro é frutto di un lavoro portato avanti con i nostri colleghi americani e un grandissimo lavoro di ricerca e coordinamento grafico con i ToDo, nostri cugini torinesi. Tutte le parti in legno sono state prototipate e prodotte internamente da Enrico Bassi nel laboratorio.
Sotto molti aspetti Officine Arduino rappresenta un protitipo di realtà legata ad Arduino ma da essa indipendente. Rappresenta una idea di sviluppo localizzata e globale allo stesso tempo (una parola che non uso volentieri: GLocale).
Mi spiego: Officine Arduino vende Arduino in Italia, ma sviluppa e testa insieme a una fitta schiera di sviluppatori le schede a livello globale. Organizza workshop in giro per l’italia (l’#arduinotour, prossimo tappa: Milano, insieme a #popupmakers), ma partecipa collaborativamente con colleghi in giro per il mondo nella realizzazione di tutorial e lezioni per chiunque abbia una connessione ad internet e un briciolo di curiosità.
Ora il laboratorio di Officine Arduino ci ha dimostrato che il modello funziona, la settimana scorsa abbiamo aperto Arduino Verkstad a Malmo, Svezia e tra due mesi nascerà il suo gemello di Bangalore.
Things are moving.