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Dimenticatevi dell’Internet delle cose, abbiamo bisogno di un’Internet delle persone

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Se penso agli ultimi mesi non riesco a non sorridere. Ma solo ora che i giochi sono fatti, gli inviti spediti, la scaletta compilata. Mi torna in mente il giorno in cui è arrivata la licenza da “Yutaka” il nostro referente TED. È passato un po’ di tempo da allora. Ma l’emozione, a pochi giorni dall’evento, è la stessa. Sì, perché ormai ci siamo. Il 7 maggio, a Torino, al Campus Luigi Einaudi, si terrà la prima edizione del TEDx UniTO.

Un TEDx universitario, in un posto speciale, con un tema a noi molto caro, fin da subito: Internet of People.

L’importanza delle connessioni e dei legami

Connessioni e legami. Il ruolo della rete e le trasformazioni della società. Online e offline. Questo è quello che abbiamo cercato di indagare e di raccontare in questo edizione.

Siamo partiti da un articolo dell’inglese The Guardian, a firma di Jenny Judge e Julia Powles, con un titolo emblematico: “Forget the internet of things – we need an internet of people”, cioè, “Dimenticatevi dell’Internet delle cose, abbiamo bisogno di un’Internet delle persone”. Un concetto che si è arrampicato, pensiero dopo pensiero, nel nostro cervello e conquistando la nostra piena attenzione.

Le storie che ospiteremo sul palco, declinate per ambito e materia, traggono spunto proprio da lì. La tecnologia e internet hanno cambiato la nostra vita ma sono realmente impattanti solamente quando mettono al centro le persone e le loro reali necessità. Qual è, allora, il ruolo degli individui in questo contesto? Come nascono reti e relazioni? Quali sono questi bisogni? Abbiamo risposto con storie, progetti, idee.

Tutte “di valore”, come vuole la tradizione del TEDx. L’abbiamo fatto dando voce al territorio ma allargando lo sguardo e portando eccellenze che, pur partite dall’Italia, oggi appartengono al mondo .

Il Campus Luigi Einaudi: “Tra i più belli al mondo” per la CNN

Non avevamo dubbi. Il nostro TEDx lo avremmo costruito all’interno di uno dei campus universitari più belli del mondo. Almeno per la CNN. Innanzitutto per i numeri: 45mila mq di cui 14mila di spazi verdi; un chilometro e mezzo di vetrate, 70 aule e 5 biblioteche riunite in unico polo. Ma anche per il simbolo che rappresenta: per gli studenti e il personale, 10mila persone circa, per cui è diventata una seconda casa e per la città, di cui rispecchia la trasformazione innovativa più recente, riconosciuta anche dall’Europa (Torino è seconda solo ad Amsterdam in tema “innovazione”).

La Main Hall circolare, sullo sfondo un filo rosso, pronto a dare corrente, tenuto in mano da una creatura misteriosa; una luce naturale che piomba dall’alto e avvolge i presenti hanno fatto il resto. Non saremmo potuti andare da nessun’altra parte. Neanche volendolo.

Gli speaker

Ma al centro di un evento ci sono sempre le persone e le storie di si fanno ambasciatrici.

Al TEDx UniTO avremo 13 ospiti per 12 interventi. Eccoli: Alice Lizza, vj e reporter nonché conduttrice e creatrice di programmi per la RAI; Davide D’Atri, founder di Soundreef, la startup che si oppone al monopolio SIAE (e che ha appena aggiunto Fedez alla sua scuderia); Carmen Pellegrino, abbandonologa e scrittrice del libro “Cade la Terra” (Giunti); Davide Bonazzi, appena inserito dalla rivista Lurzer’s Archive tra i migliori duecento illustratori del mondo (classe 1984).

Poi ci sono Pietro Schirano, product designer presso Facebook Us (in California) che coordina uno dei gruppi che si occupano della grafica del social network; Derrick De Kerckhove, sociologo di fama internazionale e direttore scientifico di Media Duemila e Osservatorio TuttiMedia; Stefano Colmo, che presenterà l’esperienza di Slow Food e di Terra Madre; Lidia Schillaci, cantante e artista, diventata famosa per aver girato i video delle sue performance in diretta su Periscope.

E ancora, Matteo Di Pascale, designer e inventore di «Intuiti creative cards», il gioco di carte che aumenta la produttività dei dipendenti sbloccando la creatività; Davide “Boosta” Dileo, membro dei Subsonica che farà una performance portando sul palco la voce e la musica delle “persone” (a cui ha chiesto aiuto prima dell’evento); Maria Grazia Turri, filosofa ed economista, docente dell’Università di Torino che ci parlerà della nostra “fame” di storie; Marinella Levi del Politecnico di Milano e Carlo Boccazzi Varotto, che in duetto parleranno di come la tecnologia può aiutare le persone con disabilità.

I nostri ringraziamenti

Pur essendo un evento partito dal basso, e da una decina di studenti che oggi formano il team organizzativo, non saremmo riusciti a farcela da soli.

L’Università di Torino ha creduto in noi dandoci la possibilità di esprimerci senza mettere alcun paletto ma lasciandoci liberi di provare e, in qualche caso, anche di sbagliare. Un grazie particolare va agli sponsor, Lavazza e Intesa Sanpaolo su tutti, che hanno deciso di accompagnarci in prima linea in questo bellissimo viaggio. Ma anche il Club degli Investitori, Gnammo, Foodora; La Stampa e CheFuturo! per averci dato voce; Scuola Holden e Address Party per aver messo a disposizione risorse tecniche e tutti gli altri partner che ci stanno aiutando per la buona riuscita dell’evento. E un grazie speciale a tutti i volontari che hanno dedicato tempo ed energie per darci una grandissima mano. Senza di loro tutto ciò non sarebbe mai nato.

E ora si balla…Insomma, il lavoro di questi ultimi mesi sta per essere premiato. Non ci resta che metterci a ballare insieme alle parole, alle storie, alle idee che sul palco troveranno voce e colore. Io sorrido pensando che siamo solo agli inizi. Perché da domenica, anzi facciamo da lunedì, si riprenderà a lavorare per l’edizione 2017. Con la stessa, incredibile, forza di volontà.

ALESSANDRO FRAU

Originariamente pubblicato su chefuturo.it

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