«Conosco il tuo lavoro, quello che fai mi emoziona. Vediamoci a Ostia Antica». Scuola, innovazione, disturbi dell’apprendimento, dislessia, ricerca dal basso: c’è tutto questo nel tablet che Marco Iannacone ha messo su pezzo per pezzo. Si chiama Edi Touch e dentro ci sono un sacco di cose: un ebook con caratteri e luminosità speciali, un text to speech per trasformare i testi in un audio libro, una calcolatrice parlante e anche un programma per la creazione di mappe concettuali. La Asl Roma D lo ha consegnato a 230 bambini dislessici di 7 scuole: 4 mesi di sperimentazione. Il risultato? Il progetto va avanti. Marco sta vincendo la sua sfida con la dislessia e con la burocrazia.E’ partito da casa sua, da suo figlio di 10 anni, che è dislessico e ha gli stessi disturbi di apprendimento che vuole veder superati in tanti studenti delle elementari.
Aveva visto però che gli strumenti compensativi tradizionali come i computer erano troppo complessi. Già, troppe operazioni (e troppe distrazioni) per piccoli studenti che hanno una velocità diversa nell’apprendimento. E troppe anche per le insegnanti, che dovevano districarsi tra file, programmi da caricare, hardware in conflitto. Meglio un tablet.Marco non solo ha prodotto (il software è open source) e messo sul mercato il tablet (costa 399 euro). Ha anche deciso che doveva stare sui banchi di scuola. Facile? Le pareti della burocrazia sono più pesanti delle mura dell’Episcopio (antica residenza del vescovo) nel Borgo di Ostia Antica.La Asl Roma D ha voluto condividere con aziende sanitarie di vari paesi europei i primi risultati della sperimentazione con Edi Touch e scambiare best practices.
Sperimentazione? Sì, perché Marco Iannacone è uno tosto e a dicembre scorso aveva convinto la Asl Roma D ad avviare una sperimentazione scientifica per verificare proprio l’efficacia del tablet.«Abbiamo consegnato i tablet a gennaio e qui a Ostia Antica abbiamo fatto il punto di 4 mesi di sperimentazione nelle scuole primarie, secondarie di primo grado e persino una classe di superiori – spiega Marco – il primo passo è stato consegnare agli studenti questionari di ingresso per valutare il punto di partenza e valori come impegno scolastico, autostima, visione del futuro».Impegno e autostima sono stati gli effetti più marcati dopo la pratica con Edi Touch. E’ emerso che i tablet «sono risultati molto graditi, più semplici rispetto agli strumenti compensativi tradizionali, differenzianti in senso positivo» ha aggiunto.
Edi Touch insomma continuerà a stare sui banchi di scuola anche quest’anno. «Per lo stesso progetto rifaremo la formazione per gli insegnanti. Poi – ha detto sempre Marco – siamo stati contattati da altre scuole che vogliono partire con la sperimentazione anche loro».Sperimentazione a parte, a testare il tablet di Marco ogni giorno c’è anche suo figlio. «E’ entusiasta. Mi ha aiutato molto sul lettore di ebook per quanto riguarda la visualizzazione e sull’adozione del font. Come tutti i bambini poi vuole le cose giocose e con lui stiamo lavorando sulla gamification». Ha pure scovato un bug, aggirando «il parental control. Gli ho chiesto: “Ma come hai fatto?” e con pochi movimenti delle dita me lo ha mostrato».