Mentre infuria l’impatto economico dovuto al Covid-19, negli Stati Uniti e in Europa sono ancora necessari finanziamenti di stimolo, sia per fornire un sollievo immediato sia per guidare una ripresa economica che controbilanci la recessione innescata dalla pandemia. Rimane tuttavia la questione di come ricostruire l’economia post-Covid, soprattutto perché probabilmente non conosceremo per anni la portata della recessione né l’impatto economico completo del Coronavirus. Gli investimenti nella decarbonizzazione e nell’energia pulita – quello che viene chimato stimolo verde – offrono un percorso convincente per il futuro.
Incentivare la sostenibilità per ricostruire l’economia post-Covid
I leader eletti hanno la responsabilità di ricostruire l’economia: hanno anche l’opportunità unica di promuovere un approccio basato sulla giustizia che investe nelle persone che lavorano, che costruisce comunità forti e riduce le disuguaglianze – investimenti necessari da tempo per porre fine al declino della nostra economia globale.
Ma sgli stimoli proposti finora sono un’indicazione, potremmo non solo perdere questa opportunità, ma anche mettere a repentaglio ogni speranza di una piena ripresa.
Negli Stati Uniti, il finanziamento degli incentivi sembra essere neutro dal punto di vista climatico; il CARES Act – il principale pacchetto di stimoli approvato in risposta alla pandemia di coronavirus – non sembra andare esplicitamente a beneficio delle aziende che utilizzano energia pulita. Tuttavia, dopo un’intensa attività di lobbying da parte dei sostenitori dei combustibili fossili, la Federal Reserve ha allentato le condizioni di ammissibilità ai programmi di prestito d’emergenza “Main Street” per rendere più facile per le compagnie petrolifere e del gas ricevere prestiti e utilizzarli senza restrizioni.
L’Europa ha adottato un approccio decisamente più verde agli stimoli economici. Ad esempio, l’UE si è impegnata a destinare il 25% del pacchetto di ripresa economica proposto – oltre 188 miliardi di euro – a misure di decarbonizzazione, compreso l’uso sostenibile del suolo. Diversi paesi membri dell’UE hanno anche progettato pacchetti nazionali di ripresa che forniscono ulteriori misure di stimolo verde, tra cui 4 miliardi di euro per la ristrutturazione ecologica dell’edilizia sociale in Danimarca e 41 miliardi di euro per sostenere il trasporto a basse emissioni di carbonio e le alternative energetiche in Germania.
Da parte loro, gli Stati Uniti potrebbero riconoscere questo momento per quello che è e lavorare per realizzare pacchetti di stimoli che affrontino contemporaneamente due crisi esistenziali: il Covid-19 e la crisi climatica.
È tuttavia improbabile che anche gli investimenti verdi proposti dall’Europa riducano le emissioni o riallineino i mercati in misura sufficiente a compensare l’incertezza causata dal cambiamento climatico o dal coronavirus – tanto più che la spesa non climatica batte la spesa per il clima almeno 3 a 1, anche nei pacchetti di ripresa più favorevoli al clima. Inoltre, senza forti politiche di sostegno – come le riforme di finanziamento del clima e gli investimenti nelle comunità emarginate – è improbabile che le politiche di stimolo verde così come proposte finora portino a società più eque e giuste, per non parlare di una ripresa economica duratura.
I programmi di stimolo verde hanno il potere di innescare un boom di investimenti privati, poiché i cambiamenti tecnologici e le trasformazioni del mercato incoraggiano nuovi investimenti produttivi. Se progettate correttamente, le politiche di stimolo verde possono aiutare ad affrontare le cause strutturali dell’attuale collasso economico, evitando al contempo una crisi climatica ancora più grave. Non è mai stato così tempestivo, appropriato o possibile fare dei lavori verdi un motore di buoni posti di lavoro che forniscano prestazioni sanitarie, congedi familiari retribuiti e un salario di sussistenza.
Il cambiamento climatico non è una crisi acuta come quella di Covid, ma contiene i semi di molte altre crisi altrettanto acute e dannose, tra cui le future pandemie che sorgeranno dal cambiamento dell’uso del suoloi. Per garantire un futuro resiliente abbiamo bisogno di un’azione coraggiosa e intersettoriale.