Vi ricordate le barzellette che andavano di moda diversi anni fa che cominciavano con: “Ci sono un italiano, uno spagnolo, un polacco ed un sardo”? Bene. Ecco, questa storia ha un sapore simile. Ora vi racconto le vicende di tre sardi, di cui, uno di Orani (provincia di Nuoro, 3000 anime e 15 bar), uno di Muravera (provincia di Cagliari, aranceti e mare a perdita d’occhio) ed uno di Parigi (ça va sans dire).
E non importa per la storia solo che due siano geologi (Giuseppe Cosseddu – classe ’78 e Alberto Masala – classe ’80) ed un architetto (Pascal Pintori, di padre sardo – classe ’66). Anche se è ovvio che le competenze maturate nella aule universitarie degli atenei sardi è stata determinante.
Quel che conta sono le loro passioni.
Quelle vere. Quelle che ti portano dove mai avresti pensato: a fare una startup, coi droni. Dove? in Sardegna! Where else?
Dunque, vediamo gli ingredienti tecnici, derivanti dai loro percorsi post doc. Cartografia per il turismo, beni naturali ed antropici, forme di paesaggio, sentieristica, valorizzazione del territorio, opere pubbliche, realtà virtuale, indagini georadar, sistemi informativi territoriali.
Poi aggiungiamo un pizzico di ingredienti umani. Fotografia, sport a contatto con la natura, scrittura, violino, speleologia, tennis, video. Shakeriamo tutto con amicizia, fiducia nel futuro e capacità di scommessa su se stessi e sulla propria terra, varie esperienze all’estero ed in italia, libri e tanti fumetti. Fanno anche esperienze di stage, di lavoro dipendente, rifiutano assunzioni … il traino è forte, la testa va altrove … la voglia di fare è seconda solo alla voglia di libertà ed all’autodeterminazione.
Mille treni e diecimila aerei per capire questo mondo strano. Come sempre, però, perché il piatto sia buono, ci devono essere non solo degli ottimi ingredienti ed una buona ricetta, serve sempre la mano sapiente dello chef.
Che in questo caso è il sacro fuoco dell’innovazione.
La passione smisurata per la tecnologia inizia con il commodore 64, 64kb di ram massima, mettevi la cassetta ed iniziavi a giocare, spettacolare. Col passare degli anni passano per le loro mani tutte le console di giochi. Un giorno trovano in edicola il numero 32 di Nathan Never (ideato dai 3 sardi Medda, Serra e Vigna) ed iniziano a collezionare i fumetti Bonelli, veri e propri capolavori, che per generazioni hanno avuto il potere di trasportare i lettori, per attimi intensi, in altri mondi.
Fantascienza che sta diventando la realtà d’oggi, città immense, strapotere dei media, sbarco su marte, droni, auto volanti, innesti bionici, etc.
Nel frattempo è in arrivo un figlio (di Giuseppe), serve una svolta. Mentre sono a casa al lavoro, vedono per la prima volta un drone. Fulminati. E’ la tecnologia perfetta per loro. Uno immagina fotografie da punti di vista incredibili. L’altro perché pensa alle applicazioni cartografiche. L’altro ancora non riesce neanche a mettere in ordine le potenzialità tante ne esplodono in testa.
Ma tutto ha un prezzo. E giù a testa bassa a perseguire il sogno. Si, hanno fatto tutti e tre lo stesso, ad occhi aperti. Con i droni. In 3 mesi chiedono un finanziamento e hanno in mano il primo microdrones. In Sardegna ed in Italia solo pochissimi adoperano la tecnologia. Non hanno il minimo dubbio né tentennamento. Nasce Sky survey system. E’ la loro prima startup. E’ la loro vita.
Fanno tutto da soli. Logo, sito internet (ma li perdoniamo) ed il resto. E da li tutto in salita ma con grande soddisfazione. Studiano ed analizzano le possibili applicazioni della nuova strumentazione. Sono mesi febbrili di sperimentazione. E’ chiaro che è tutto agli albori. Ma loro ci sono. La Sardegna c’è, grazie a loro. Sorgono problemi coi fornitori, passano i mesi, trovano soluzioni. Mollano i problemi e passano a piattaforme open e customizzabili.
Nel mentre arrivano sul mercato i primi concorrenti. Ma sui droni c’è ancora scetticismo e grande spinta tecnologica. In pochi mesi si passa dalle 4 eliche dei primi multi rotori alle 8 – 12 degli ultimi, si passa dal poter trasportare una macchina fotografica compatta a far volare apparecchiature di 2-3 kg di peso. E loro ci sono. Sempre 6 mesi in anticipo rispetto alle evoluzioni tecniche. A loro spese. Sul loro lavoro.
Iniziano le prime commesse degne di questo nome. Lavorano con le foto e video ispezioni. Dopo poco tempo si specializzano anche nella produzione di video e materiale promozionale per le strutture turistiche. Arrivano le prime soddisfazioni, i primi lavori di una certa importanza. Ma i costi di gestione sono alti e i guadagni sono discontinui. I droni sono una tecnologia in permanente evoluzione. Non si arrendono e cercano altre soluzioni applicative, collaborazioni e nuove tecnologie.
Il 2012 è il boom dei droni. Negli States ne circolano migliaia. In molti altri stati vengono emanate le prime normative e anche l’Europa si muove. Entrano a far parte della prima associazione italiana per i light rpa, Assorpas. l’unione fa la forza, devono vincere l’insularità che spesso rappresenta un limite per le aziende sarde. Proprio con Assorpas iniziano le centinaia di ore di conference call per elaborare i commenti alla bozza di regolamento Enac sui sistemi aerei a pilotaggio remoto.
Fanno parte di Sardex ma vivono come tutti la crisi nera di questi anni. Poche richieste, sempre urgenti, pagamenti a babbo morto (ma non il sardex!). Realizzano diversi progetti in tanti settori, dall’archeologia a Burgos (fotografia aerea e ricostruzione tridimensionale del castello), alle riprese aeree per il cinema con il documentario Rai su Giovanni Lilliu, fino a Nativa, la barca a vela da 50m dei Cantieri Arzanà di Venezia . Numerosi anche i video di presentazione e servizi fotografici per hotel e comuni nonché servizi di aerofotogrammetria per ricostruzioni tridimensionali del terreno e per la cartografia.
Anche loro erano presenti a S’Innova 2013, dove hanno presentato i risultati. Pubblico incredulo. Attonito, affascinato. I 3 sardi ce l’hanno fatta, senza paracadute e con una manciata di soldi pubblici.
Sangue e sudore, fatica di chi col lavoro si paga il lavoro e investe su se stesso, sui suoi amici, sulle competenze di3 fieri prodotti della pubblica istruzione sarda. E di Nathan Never.
Continuano ad innovare i loro sistemi. La tecnologia corre veloce ed il web è un pozzo infinito da esplorare. Le università di tutto il mondo stanno sperimentando con i droni, i risultati iniziano a farsi vedere e l’interesse cresce. Poi esce il regolamento Enac sui sistemi aerei a pilotaggio remoto, molto limitante. Ed ancora adesso si aspettano le circolari attuative che facciano chiarezza prima del 16 febbraio (data di entrata in vigore della legge) sui troppi punti oscuri. Speriamo che la miopia legislativa non offuschi anche questo settore.
Nel frattempo c’è la madre di tutte le ambizioni: il drone prodotto in Sardegna. Sognano alto i 3 sardi. Accettano a questo punto un piccolo finanziamento di Sardegna Ricerche. E sotto a trafficare con Arduino. Innovazione per l’innovazione. Vi avevo avvertito: sono sempre 6 mesi avanti. Nathan Never sarebbe orgoglioso. Noi tutti lo siamo.
Anche questa è Sardegna. Anche questa è innovazione. Quella che non segue i confini geografici né amministrativi. E che non puoi fermare.
Alla prossima. Avanti tutta!