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E’ ora di liberare i monumenti d’Italia e aiutare Wiki Loves Monuments

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Vi sarà capitato, questo settembre, di leggere sopra ogni articolo di Wikipedia l’avviso di un concorso fotografico. Si tratta di Wiki Loves Monuments, un progetto di valorizzazione e promozione del patrimonio culturale, un contest di fotografia organizzato da Wikimedia Italia. Viene organizzato ogni settembre: centinaia di persone partecipano e fotografano i nostri monumenti, caricano le foto su Wikimedia Commons, donandole al mondo attraverso la stessa licenza Creative Commons di Wikipedia, la CC-BY-SA, che permette a tutti l’utilizzo, la copia e anche il riuso della foto.

Chiesa di Dio Padre Misericordioso, foto di Federico Di Iorio, prima classificata. Licenza CC-BY-SA.

A settembre si è svolta la premiazione del concorso in un luogo particolare: Pompei. Quest’anno infatti anche gli scavi di Pompei erano fra i monumenti autorizzati: è stata una cornice fantastica per la premiazione delle foto vincitrici.

A proposito, eccole qui.

“Lancia di Luce” di Arnaldo Pomodoro, foto di Marco Ilari, secondo classificato. Licenza CC-BY-SA

Ok, direte voi, è un bel progetto: promozione del patrimonio culturale nazionale, reso accessibile a tutti gratuitamente sul sesto sito al mondo… Qual è il punto? Ci sono dei problemi? Beh, sì. Ogni anno organizzare Wiki Loves Monuments costa a Wikimedia Italia moltissimo: gran parte delle donazioni che riceve come associazione no profit, ma soprattutto centinaia di ore del suo staff e dei volontari. E tutto questo per un semplice quanto assurdo motivo.

Ogni monumento, per essere fotografato e caricato su Wikipedia, deve prima essere autorizzato dal detentore dei diritti

Qualsiasi monumento. Pensateci un attimo. Voi avete bisogno dell’autorizzazione dei diritti (e, spesso, non sapete chi sia) per andare a fotografare la chiesetta, il campanile, la statua, o la fontana dietro casa per avere il diritto di mettere la foto su Wikipedia.

Cosa ci potrebbe essere di più bello e semplice che fare delle fotografie al patrimonio culturale (che è che è bene comune, patrimonio di tutti, mantenuto coi soldi pubblici) e rendere anche le fotografie bene comune e patrimonio di tutti?

Il fatto è che la legge non lo permette. Il codice dei Beni Culturali vieta alle persone di condividere ciò che è pubblico in maniera davvero pubblica

Potete fare le foto col cellulare al Colosseo e metterle su Facebook (l’Art Bonus lo ha reso possibile) ma non potete davvero rendere libera quella foto caricandola su Wikipedia. E’ illegale, dovete prima chiedere il permesso (al comune, alla Soprintendenza, al ministero: a chiunque detenga il diritto sul monumento in questione).

Cimitero di Staglieno, foto di Andrea Repetto, terzo classificato, licenza CC-BY-SA.

Pur con queste incredibili restrizioni (uniche al mondo, come il nostro patrimonio), Wikimedia Italia quest’anno ha raccolto 21.000 fotografie di oltre 4.000 monumenti, grazie a più di mille partecipanti (e anche associazioni, enti, istituzioni: Wiki Loves Monuments è un progetto davvero collaborativo, e ha successo attraverso l’entusiasmo di innumerevoli persone). Non solo: attraverso questo enorme lavoro, piano piano, stiamo raccogliendo i dati (le foto, ma anche le coordinate geografiche, i nomi, i diritti di proprietà) di migliaia di monumenti.

Stiamo cioè compilando un censimento dei beni culturali in Italia, in maniera gratuita e collaborativa (in una sola parola, wiki)

Ora provate a pensare se domani il Parlamento o il Governo si svegliassero e approvassero gli emendamenti proposti per avere beni culturali davvero aperti. Wiki Loves Monuments, in uno schiocco di dita, diventerebbe un progetto colossale di catalogazione e promozione del patrimonio culturale italiano. Completamente gratuito, organizzato dal basso, basato sull’entusiasmo delle persone, delle associazioni, degli enti culturali. Raccoglieremmo milioni di foto per illustrare sulle Wikipedie di tutto il mondo il nostro meraviglioso paese, garantendone la visibilità in uno dei posti più cliccati della rete. Pensate cosa vorrebbe dire dal punto di vista turistico.

Ora ditemi se una cosa del genere non dovrebbe essere nell’agenda del Governo e di ogni partito che parla di “cultura”, “arte” o anche solo “turismo”. L’Art Bonus è legge, ma si può ancora cambiare. Se siete d’accordo inviate un tweet a @MatteoRenzi e al ministro @dariofrance con l’hashtag #beniculturaliaperti. Il lavoro per il prossimo Wiki Loves Monuments inizia oggi.

ANDREA ZANNI

Originariamente pubblicato su chefuturo.it

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