Navigando su Wikipedia, negli ultimi giorni, vi sarete probabilmente imbattuti in un grosso banner che parla della “libertà di panorama” in pericolo in Europa. È infatti in discussione, al Parlamento Europeo, un emendamento che proibirebbe in tutta Europa la possibilità di fare e pubblicare fotografie, senza chiedere autorizzazioni speciali, al patrimonio culturale presente in luoghi pubblici.
Questa “libertà” è garantita in vari Stati europei e, grazie a essa, migliaia di voci di Wikipedia sono corredate dalle fotografie dei meravigliosi monumenti europei, fatte da semplici cittadini e regalate a tutti sull’enciclopedia libera.
Dal 9 luglio, se le cose non cambiano, tutto questo potrebbe non essere più possibile: l’europarlamentare francese Jean-Marie Cavada, infatti, ha proposto un emendamento al rapporto Reda che ribalta completamente la proposta originale di estendere ai 28 Paesi UE questo diritto, anziché restringerlo.
Cavada vuole che per ogni fotografia (a scopo commerciale) si richieda un’autorizzazione. Come accade nel suo Paese natale, la Francia, ma anche come accade già in Italia. Paradossalmente, questo piccolo ma fondamentale passo indietro nei diritti dei cittadini porterebbe l’Europa più vicina all’Italia, dove già adesso la libertà di panorama non esiste.
Una simulazione di come potrebbe apparire il panorama della Tour Eiffel se passasse la nuova legge europea. Credits: boingboing.net
I lettori di CheFuturo! si ricorderanno questa situazione, perchè ne abbiamo già parlato più volte. In Italia, cioè, non è possibile fare fotografie a monumenti moderni e metterle su Wikipedia, perchè Wikipedia usa una “licenza libera”, la Creative Commons BY-SA, che permette anche un eventuale riuso commerciale della fotografia.
Anche se questa eventualità è rara (conoscete qualcuno che faccia soldi vendendo Wikipedia?), è parte della “libertà radicale” con cui Wikipedia opera: la licenza CC-BY-SA permette a chiunque di fare ciò che vuole con ogni contenuto presente su Wikipedia, a patto che si citi sempre l’autore e la licenza rimanga, viralmente, la stessa.
Ma non è finita qui: la libertà di panorama è una norma che riguarda il copyright, riguarda cioè il diritto d’autore degli architetti o degli scultori contemporanei, le cui opere sono installate in luoghi pubblici. Il fatto è che, in Italia, la legislazione dei Beni Culturali richiede esplicitamente un’autorizzazione per fotografare e pubblicare su Wikipedia perfino i monumenti di autori deceduti da più di 70 anni (quindi teoricamente in pubblico dominio).
Questa volta non c’entra il copyright: nessun cittadino italiano può pubblicare (su Wikipedia, o a scopo commerciale) una foto di un bene culturale senza che questo sia stato preventivamente “autorizzato” dalla corrispondente Soprintendenza.
È per cambiare questa regola incomprensibile che l’associazione Wikimedia Italia si batte ogni anno, con il concorso Wiki Loves Monuments. Ed è per questo che, il 22 giugno scorso, un gruppo di wikipediani è stato ospite della Camera dei Deputati, nella splendida cornice della Sala del Mappamondo. Il BarCamp, organizzato dall’intergruppo parlamentare Innovazione e dalla Camera dei Deputati, era intitolato: “Wikipedia arriva in Italia. E l’Italia su Wikipedia?“. L’incontro è stato promosso in occasione di Wikimania Esino Lario, il raduno mondiale degli appassionati di Wikimedia e Wikipedia che avverrà a giugno 2016 ad Esino Lario, piccolo paese sul lago di Como, per una tre giorni dedicata alla cultura libera, alla collaborazione e, sicuramente, al divertimento.
Come Wikimedia Italia, abbiamo spiegato le nostre ragioni, e cercato di raccontare che i beni comuni digitali sono una realtà, che la conoscenza libera è un gioco in cui tutti vincono, che a volte bisogna lasciare un po’ di controllo per guadagnare in partecipazione – e, perché no, in pubblicità gratis. A onor del vero, abbiamo riscontrato molta comprensione e voglia di agire da parte dei parlamentari e dei funzionari del MIBACT presenti il 22 a Roma. Come Wikimedia Italia, come cittadini italiani ed europei, lottiamo perché ciò che è pubblico (sia anche solo una fotografia di un monumento) rimanga pubblico, e anzi lo diventi ancora di più, inserendosi nell’ecosistema di progetti comunitari e liberi come Wikipedia.
Gli europarlamentari italiani proveranno a portare in Europa questi valori, unendosi a noi nel contrastare l’emendamento Cavada. Siamo felici di essere stati ascoltati. Dopo il 9 luglio, però, speriamo di trovare la stessa comprensione e voglia di agire per cambiare insieme anche il codice dei Beni Culturali.