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Ecco perché portiamo in parlamento 20 lavoratori digitali

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“E alla fine lo sai cosa ho fatto? Ho trasferito tutta l’azienda”. La risposta di Cecilia Felici al digital divide è stata drastica ma inevitabile: ha deciso di spostare la sua impresa seguendo come pollicino la banda larga che nel suo paese mancava.

Credits: dzineblog.com

Paradosso per una attività di segreteria virtuale, che da lavoro a otto persone. Se lei avesse avuto una connessione veloce nel suo paese non avrebbe dovuto trasferirla. E invece no: il suo servizio di segreteria virtuale per le piccole imprese e per i singoli professionisti Personalplanner.it ha dovuto fare i bagagli e spostarsi da Bracciano a Formello, primissima periferia romana. “E’ stata una scelta obbligata, nonostante tutte le collaboratrici abitino vicino Bracciano. Ma non essendoci la fibra eravamo impossibilitate ad essere connesse su più linee.

Quindi meno banda uguale meno lavoro”, ha raccontato Cecilia, che prima era a sette minuti di auto dall’ufficio e ora ne è a quarantasette. Ecco perché Cecilia non ha dubbi su cosa chiedere alla politica per aiutare se stessa e gli altri lavoratori della rete. Un piano nazionale per la banda larga.

Che impresa fare impresa in Italia!

Dalla infrastruttura alla rappresentanza e al welfare, dal fisco ai nuovi luoghi e modelli di lavoro, passando per l’internazionalizzazione e la semplificazione normativa: ecco alcune delle aree di intervento che chiedono i lavoratori della rete proprio oggi pomeriggio 7 maggio alla Camera dei Deputati nel corso del Wwworkers Camp, il nuovo meeting dei wwworkers (Sala Aldo Moro alla Camera dei Deputati, diretta sulla web tv della Camera).

Spazio alle storie di chi fa impresa sul web, con i politici in ascolto. Perché l’approdo in Parlamento è la richiesta di un confronto diretto, partendo dal manifesto con le 10 azioni per portare l’Italia verso il digitale, già raccontato due anni fa su Che Futuro!

Quel manifesto, ancora drammaticamente attuale, contiene la sintesi delle proposte arrivate dai lavoratori. Perché l’Italia necessita di un cambio di paradigma e i wwworkers possono svolgere il ruolo di ‘ambasciatori’ del digitale.

È un punto importante questo approdo a Montecitorio. Ricordo quando lanciai questo progetto di aggregazione in rete dai microfoni di Radio24 nella trasmissione Nòvalab condotta da Luca Tremolada. Fu un successo. In tanti iniziarono a raccontare le loro storie di lavoratori della rete.

Che poi i wwworkers italiani sono speculari a coloro che lavorano in rete dall’altra parte dell’Oceano.

Armati di ogni dispositivo digitale, costantemente connessi sui social media, disposti a fare rete confrontandosi con altri professionisti.

Questa generazione dei freelance on demand è stata studiata proprio ad inizio 2015 dall’Economist, evidenziando come questa economia sia ancora piccola, ma destinata a scalare rapidamente i mercati.

Negli USA sono già 53 milioni i professionisti messi in rete grazie ad un’applicazione che gestisce i clienti: lavoratori su richiesta per richieste che arrivano da consumatori e utenti digitalizzati. L’autorevole rivista anglosassone cita Uber, il servizio emblema della sharing economy che offre un noleggio di auto con conducente: nato a San Francisco nel 2009 oggi opera in 53 Paesi nel mondo, registrando un fatturato superiore a un miliardo di dollari.

LE STORIE ITALIANE

Rialzarsi dopo il terremoto grazie al web. Mettere in rete le mamme italiane per offrire le loro professionalità a distanza. Unire i migliori artigiani per esportare il made in Italy. O abbandonare il posto fisso per realizzare la propria passione online. Sono le storie dei tanti wwworkers: artigiani, commercianti, professionisti, piccoli imprenditori e contadini digitali che hanno scelto di abbracciare le nuove tecnologie per posizionarsi online, ampliare il proprio business e raggiungere nuovi mercati.

App IN ItalySessantaquattro aziende fanno squadra per raccontare l’eccellenza dell’italian lifestyle in una app. Un progetto di Federlegno Arredo per mostrare al mondo la maestria che si nasconde dietro ogni oggetto. Una narrazione multimediale che con oltre 120 video attraversa le storie di una antica tradizione artigiana, delle loro aziende e territori. Su iOS e Android.

Azienda Casumaro – Solara di Bomporto, ModenaRialzarsi dopo il terremoto grazie anche alla rete. Elisa Casumaro – trentenne impegnata nel caseificio di famiglia a Solara di Bomporto, nella provincia modenese – dopo il sisma del maggio 2012 ha deciso di vendere sul web le 42.000 forme di parmigiano provenienti da 20 aziende agricole consorziate tra loro. E la risposta è stata straordinaria. “Erano a rischio milioni di euro e anni di lavoro – ricorda Elisa – Internet ci ha salvato. Il nostro appello è stato raccolto dagli Stati Uniti all’Australia”.

Bordi Belle Arti dal 1910 – RomaIl sapere di oltre un secolo di storia che si tramanda grazie al web. La mesticheria gestita da Claudio Bordi nel Rione Esquilino ha più di 100 anni e nel 2001 è stata dichiarata “Bene culturale della città di Roma”. Un sapere storico che oggi viene tramandato anche attraverso corsi e video tutorial online. Per Claudio “Il futuro è nella tradizione e solo l’innovazione può aiutarci a far conoscere e valorizzare antichi saperi che altrimenti andrebbero persi”.

Cucina Mancina – BariUna food community dedicata a chi mangia differente. Lorenza Dadduzio e Flavia Giordano, orgogliose mamme pugliesi, hanno creato una rete di mancini alimentari che cresce ogni giorno di più. Online informazioni, ricette e luoghi dedicati ai diversi stili alimentari. Una vera e propria comunità che fa della consapevolezza alimentare una scelta di vita.

Ela Siromascenko – MilanoL’eleganza dal sapore vintage. Ela Siromascenko ha 29 anni, è nata in Romania e nel 2011 è arrivata in Italia con un sogno: la moda. Oggi vende i suoi capi sul web e il suo nome è una firma sinonimo di eleganza. Il suo quartier generale? Il suo appartamento con una stanza come atelier. Le sue clienti sono donne di tutto il mondo amanti del vintage, che usano le sue creazioni come abiti da ballo, da festa, addirittura da sposa.

Fiori – Bergamo e MilanoRosalba Piccinini si è inventata un lavoro su misura diventando la prima “cantafiorista” italiana. Settima di 8 figli, inizia a lavorare a 16 anni in un negozio di fiori di Bergamo che decide di rilevare dopo 11 creando il proprio brand. Così nel 2009 apre anche a Milano. Nel 2011 pubblica con Egea Music “Arrivi” unendo pop e jazz. E nel 2015 fonde fiori e cucina nel nuovo bistrot Potafiori. Oggi con lei fiori e serenate vivono in eventi speciali e online.

Rosalba Piccinni

Flority Fair – RomaGiulia Giontella, 28 anni, avvocato con un passato da reporter a Londra, Lisbona, Parigi e persino in Khazakistan per Time Magazine, ha deciso di rientrare in Italia per vendere online i suoi amati fiori. E lo fa a prezzi assolutamente concorrenziali usando solo prodotti italiani. All’inizio la prendevano per matta. Oggi ha diverse offerte di investitori sulla scrivania.

La Putea – Veglie, LecceLa Putea in Salento è la bottega artigianale dove si tramanda l’arte manuale e la cultura del territorio. E Giovanni, 32 anni di Veglie in provincia di Lecce, madre sarta e papà fabbro, è cresciuto tra fili, forgia e Commodore 64. Così da avvocato è diventato appassionato imprenditore: da due anni esporta l’artigianato artistico del Salento grazie alla rete. E ora ha un mercato consolidato anche all’estero.

Lavonline e MyPersonalDresser – MilanoFranco è alla sua seconda impresa digitale. Dopo 11 anni decide di lasciare il suo lavoro in una multinazionale di telefonia mobile per aprire Lavonline, piattaforma che offre servizi di lavanderia e piccola sartoria a domicilio. Poi entra nel mondo della moda con MyPersonalDresser. Qui mette in rete i migliori sarti di Marche e Brianza per offrire capi unici su misura ordinabili naturalmente online.

Franzo Zullo

Mulfari Imbianchino – MilanoTrent’anni, di Milano, Diego decide di lasciare il suo lavoro per salvare quello del padre. Così si inventa il primo imbanchino 2.0 e aiuta il padre nella ricerca di nuovi mercati in rete. Crea un blog aziendale – ora molto seguito – un canale YouTube, una Fanpage e anche un’App per cellulari. E nel giro di un anno 30 clienti arrivano via Web. Oggi sono a quota 100. I nuovi lavori hanno permesso al padre di non chiudere l’attività e di ripartire con più entusiasmo.

Networkmamas – Torino

Con la nascita della sua seconda figlia Cristina Interliggi perde il lavoro. Così decide di aiutare tutte le mamme italiane mettendole in rete e offrendo le loro professionalità “a distanza” grazie al telelavoro.

Domanda e offerta oggi si incontrano su Networkmamas.it. Quasi 1500 iscritti, di cui il 25% Mamas, ovvero mamme esperte che forniscono consulenze. E le vendite sono centinaia.

Ozona occhiali – PerugiaSandro Gonnella, 37 anni, di Perugia, ama definirsi il sarto degli occhiali. Nel 2005 ha deciso di mettersi in proprio per tornare nella sua città e produrre occhiali a tiratura unica realizzati su misura per il cliente. Per lui Ozona è una filosofia. Il suo laboratorio è nel centro storico di Perugia e online. In rete racconta il suo brand, il prodotto, la filosofia. E riceve il feedback dei clienti, molti provenienti dall’estero.

Silvia Massacesi – RomaVentottenne, designer, romana ma cittadina del mondo e costantemente connessa, anche per lavoro. Silvia Massacesi realizza borse e accessori green e li vende online. Per Silvia e Davide Mariani, il suo socio, l’eco-sostenibilità non è una moda ma uno stile di vita. Nel loro laboratorio prende forma la collezione “Borse d’autore” basata sul crowdsourcing. Moda e arte si incontrano e gli accessori si trasformano in tele su cui gli artisti propongono le loro opere.

Silvia Massacesi

Slow Wood – MilanoIl network degli artigiani del legno e del made in Italy. Con Slow Wood Gianni Cantarutti e Marco Parolini, un imprenditore e un ingegnere quarantenni, hanno messo in rete più di 30 realtà artigianali e un solido team di designer. Nell’era della velocità hanno voluto dare sostanza alla filosofia “slow” e alla bellezza del ben fatto dando vita a produzioni di piccola serie o pezzi unici. Oggi Slow Wood è anche un innovativo incubatore per idee e iniziative.

Tabata – Induno Olona, VareseDavide De Gennaro Roccato è un pioniere nel suo settore. Con la nascita della prima figlia decide di tradurre in realtà una “visione”. Così nel 2006 nasce Tabata, l’online store che seleziona prodotti naturali, sani e biologici per mamme, bambini e papà. Uno dei primi. Dietro Tabata c’è, neanche a dirlo, una famiglia: mamma Marianna, papà Davide e due bambine. Uno stile di vita quanto più sostenibile e una sincera passione per i prodotti ecologici e biologici.

Total Training – Cesenatico, Forlì-Cesena

Il personal trainer 2.0. Dopo 13 anni Riccardo lascia il posto fisso in una multinazionale d’eccellenza del fitness per mettersi in proprio.

In azienda coordinava il network internazionale dei personal trainer. Ora corre, pedala, si arrampica. E, soprattutto, si connette. Così segue a distanza, o con un team locale di esperti, chi desidera prepararsi per partecipare ad una gara.

Riccardo Marini

TrikeGo – Agra, VareseA quarant’anni Francesco Casoli è tornato su un triciclo. E lo ha fatto diventare il suo business. Da tempo immaginava una città libera dal traffico. Così ha ideato una bicicletta a tre ruote per il trasporto pesante. Un prodotto italianissimo realizzato mettendo in rete artigiani e piccole imprese locali. Oggi TrikeGo esporta un modello di mobilità sostenibile con 3 distributori all’estero e un incremento delle vendite del 75% nell’ultimo anno.

Vigne Mastrodomenico – Barile, PotenzaNemmeno il mestiere di agricoltore può prescindere dalle nuove tecnologie. Giuseppe Mastrodomenico, ingegnere per una multinazionale, in viaggio costante tra Torino e Chicago, decide di rientrare in Basilicata per impegnarsi nell’azienda vitivinicola di famiglia e unire alla tradizione l’innovazione. Oggi il 90% del fatturato è dato dalle esportazioni per le quali la vendita online è stata la vera chiave di volta.

WineOwine – RomaVini introvabili, selezionati da un team di esperti nelle piccole cantine artigianali italiane, ora disponibili online a prezzi competitivi. L’idea nasce durante una cena. A realizzarla: Federico De Cerchio e Eros Durante, due giovani startupper abruzzesi under 30 di base a Roma. Perché per Federico “In Italia bisogna portare innovazione nei settori tradizionali, rivoluzionando i processi di vendita”. Così ogni settimana una nuova offerta e la storia di un nuovo produttore sono online su WineOwine.

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Originariamente pubblicato su chefuturo.it

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