Nascosti dietro le notizie di alto profilo delle elezioni e della pandemia, segnali incoraggianti mostrano come l’economia degli Stati Uniti stia cominciando a uscire dal profondo buco in cui si trova.
Segnali incoraggianti da parte dell’economia degli Stati Uniti
La parola chiave è “inizio”. Rispetto a nove mesi fa, milioni di americani sono ancora senza lavoro, e i principali settori – linee aeree, alberghi, ristoranti, gran parte del commercio al dettaglio – sono ancora devastati. La maggior parte degli esperti pensa che siamo ad almeno un anno di distanza dal ritorno al PIL pre-pandemico. Eppure il progresso, in gran parte trascurato, è in corso, e la grande domanda è se riuscirà a sopravvivere all’inverno.
Molti potrebbero essere sorpresi di apprendere, ad esempio, che gli americani hanno comprato più merci a settembre di quante ne abbiano comprate a febbraio prima che il coronavirus si diffondesse.
Hanno sborsato di più su un’ampia gamma di articoli: giochi, computer, automobili, motociclette, e molto altro ancora. L’improvvisa ossessione nazionale per gli animali domestici non era solo un aneddoto: i consumatori hanno speso il 12,6% in più per gli animali domestici e i prodotti correlati a settembre rispetto a febbraio.
Ci vuole molta produzione per fare tutti quei beni, il che aiuta a spiegare perché l’Indice dell’Institute for Supply Management, pubblicato lunedì, è stato quasi scioccantemente positivo. L’indice ha raggiunto il suo livello più alto dal settembre 2018, quando l’economia era in costante crescita. La nuova impennata del settore manifatturiero riflette in parte le aziende che hanno esaurito le scorte di magazzino quando alcune fabbriche sono state chiuse, quindi ci si potrebbe preoccupare se il ritmo fosse sostenibile.
Ma l’indice degli ordini arretrati ha toccato un massimo di due anni, suggerendo che le fabbriche dovranno continuare a sgobbare per un bel po’ di tempo.
Questa è una buona notizia per i posti di lavoro. Il nuovo indice di occupazione ISM è passato dalla contrazione all’espansione in ottobre, il che significa che i produttori stanno aggiungendo posti di lavoro invece che tagliarli. Questo fa parte di una tendenza più ampia. “Ciò che colpisce ora è che, anche se l’aumento delle indennità di disoccupazione si è esaurito alla fine di luglio, l’aumento dell’occupazione ha spinto verso l’alto il reddito personale disponibile“, dice Mickey Levy, capo economista per le Americhe e l’Asia presso Berenberg Capital Markets.
Quindi c’è davvero un problema? Certo che c’è. Mentre i consumatori acquistano beni e le fabbriche li fanno crescere con vigore, il settore dei servizi è in crisi – e i servizi sono la parte più grande dell’economia statunitense. Ecco perché, rispetto all’anno precedente, 10 milioni di persone in meno hanno avuto lavoro a settembre.
I servizi comprendono le aziende che riuniscono le persone e che la pandemia ha colpito duramente: commercio al dettaglio, trasporti, tempo libero, ospitalità, istruzione, la sanità. Stavano appena iniziando a riprendersi quando è iniziata la seconda ondata di Covid-19. Il pericolo ora è che nuove restrizioni e lockdown possano invertire il progresso dell’economia. Ieri, per esempio, il governatore del Massachusetts Charlie Baker ha ordinato che una vasta gamma di attività – ristoranti, teatri, saloni di parrucchieri, palestre e altri – chiudano in anticipo.
Questo significa che ora è un momento critico, e non solo a causa delle elezioni. La tendenza delle prossime settimane potrebbe dirci se il Presidente che presterà il giuramento a gennaio dovrà affrontare un’economia che sboccia come un germoglio o un’economia che si è appassita e congelata.
