La decisione della Corte costituzionale
Il 6 dicembre, la Corte costituzionale della Romania ha preso una decisione storica, annullando il primo turno delle elezioni presidenziali tenutesi il 24 novembre. Questa sentenza, che richiede il rifacimento dell’intero processo elettorale, è stata adottata all’unanimità dai giudici, in seguito all’emergere di “nuovi elementi” che suggeriscono un voto falsato. Călin Georgescu, candidato indipendente di estrema destra, aveva ottenuto il 22,59% dei voti, superando la candidata filo-europea Elena Lasconi, e si preparava a sfidarla nel ballottaggio previsto per l’8 dicembre.
Le irregolarità e le reazioni politiche
La decisione della Corte è stata accolta con reazioni immediate nel panorama politico rumeno. Il primo ministro Marcel Ciolacu ha definito l’annullamento “l’unica soluzione giusta”, sottolineando come il voto fosse stato distorto dall’intervento della Russia.
La Corte ha reso noto che la sentenza è definitiva e immediatamente esecutiva, lasciando ora al governo il compito di stabilire una nuova data per le elezioni. Le nuove prove e testimonianze presentate hanno rivelato un sistema di brogli e irregolarità che ha pesantemente influenzato il voto del 24 novembre.
Le prove di interferenza russa
Documenti declassificati durante una riunione straordinaria del Consiglio supremo di difesa hanno rivelato una vasta operazione di influenza elettorale attraverso i social media. L’indagine del Servizio di informazione romeno ha scoperto un finanziamento illegale della campagna di Georgescu, che ha beneficiato di donazioni non dichiarate per circa un milione di euro. Inoltre, è emerso che una rete di 25mila account pro-Georgescu su TikTok ha svolto un ruolo cruciale nella diffusione di messaggi elettorali, simile alle campagne di influenza russe già osservate in altri paesi.
La risposta delle istituzioni europee
La scoperta di interferenze russe ha innescato una reazione a catena nelle istituzioni europee. Il Consiglio nazionale dell’audiovisivo rumeno ha richiesto un’indagine formale da parte della Commissione Europea sul ruolo di TikTok nella campagna elettorale. La questione è giunta anche al Parlamento europeo, dove sono state sollevate preoccupazioni riguardo a possibili violazioni del Digital Services Act. Nel frattempo, l’Ancom ha chiesto la sospensione temporanea di TikTok in Romania mentre si svolgono le verifiche sulle manipolazioni elettorali.