Ello, il nuovo social network anti-Facebook senza inserzioni

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Welcome to Ello: Simple, beautiful & ad-free. Questo lo slogan che sta trainando il nuovo social network dalle grandi promesse. Partito senza far rumore a fine agosto, anzi quasi come un segreto per pochi intimi, tuttora in beta e soltanto per inviti personali, Ello è esploso negli ultimissimi giorni con il tipico passaparola online. Con oltre 30.000 nuovi iscritti all’ora e una valanga di articoli, inclusi gli immancabili consigli e altri suggerimenti per cominciare a muoversi nel network. Le ricerche per Ello vanno intasando il motore di Google, mentre su eBay e Twitter si è aperto una sorta di mercato nero per ricevere inviti. E lunedì pomeriggio è arrivato anche il primo immancabile attacco DDoS che ne ha interrotto temporaneamente l’accesso. Ma, almeno per ora, non è certo il caso di sparare battute come “l’antiFacebook” né immaginare che Ello sia interessato a diventare un super-big.

Neppure ha senso bollarlo subito come un progetto “senza speranza [e] ingenuo”.

Si tratta più realisticamente di un esperimento sociale in parte nato come risposta all’insoddisfazione dilagante, e annessi abbandoni di massa, per la creatura di Mr. Zuckerberg – soprattutto da parte della comunità LGBT e tanti altri decisi a usare pseudonimi anziché il nome vero. Ma il punto è, come chiariscono gli stessi ideatori, a partire dallo studio di graphic design Berger & Föhr, quello di creare un luogo dove “connettersi, creare e celebrare la vita”.

Ecco quindi una rete sociale etica simile alle prime virtual community degli anni ’90. Per chi c’era, con pochi fronzoli, insomma: una via di mezzo tra Twitter e Facebok dei primi giorni, senza mirare a competere con nessuno dei due.

Per puntare invece a creare un “web di attenzione con altri esseri umani” grazie all’espressione creativa e libera, insiste Paul Buditz, presidente e CEO di Ello, già fondatore di Kidrobot e Budnitz Bicycles. Il quale, va detto, si è già beccato pepate critiche per presunte coperture dei primi soldi ricevuti per partire, 435.000 dollari dalla FreshTracks Capital del Vermont . Poca roba comunque, se paragonate agli investimenti di top agenzie della Silicon Valley, come la KPCB di Tom Perkins.

In ogni caso, il vero business model del progetto sembra essere il freemium, cioè accesso gratuito di base e funzioni aggiuntive a pagamento – unica vera alternativa alla vendita dei dati personali agli inserzionisti. E quindi, bando a specchietti luccicanti, promozioni pagate e via dicendo per far posto invece a un’interfaccia minimalista che – pur se alcuni definiscono creepy inquietante, proprio perché ormai abituati a spazi pre-organizzati e pagine web iper-patinate – in realtà è davvero una boccata d’ossigeno per esplorare la socialità diffusa e per inventare percorsi collaborativi e innovativi.

Senza “consigli per gli acquisti”, invasioni della privacy o algoritmi vari. E soprattutto con un ampio controllo da parte degli utenti stessi, quel che Nathan Jurgenson definisce “bicicletta di lusso dei social network”.

Rispetto alle funzionalità attuali, per trovare amici vecchi o nuovi, e così seguire o partecipare alle conversazioni, bisogna conoscerne lo username, la ricerca interna non sembra a regime (appena partito un sito esterno a questo scopo). Oltre a sistemare al meglio il profilo personale, è ovviamente possibile postare e commentare con buona formattazione e ampio ventaglio di emoticon, inserire link e caricare immagini, ma non ancora video o audio (promessi agganci per YouTube, Vimeo, Vine, Instagram, Soundcloud). Non esiste alcun pulsante “like” o “+1”, ma l’equivalente è una sorta di panino (:bread:), ideato dal primo gruppo di utenti tedeschi e poi adottato dal sistema, mentre oltre all’elenco di “friends” ce ne è un altro denominato “noise”, dove includere account casuali o poco battuti.

Ah, naturalmente Ello parla solo inglese, e per ora non ho trovato altri italiani, eccezion fatta per l’invito che ho inviato ad Arcangelo Rociola. A proposito, ho un altro paio di inviti a disposizione, per chi fosse interessato.

Originariamente pubblicato su chefuturo.it

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