Elon Musk ha ammesso la censura di Twitter su richiesta del governo della Turchia. Sulla questione è intervenuto anche il fondatore di Wikipedia. L’annuncio del miliardario è arrivato direttamente sul social.
Elon Musk ha ammesso la censura di Twitter su richiesta del governo della Turchia
Momenti di grande tensione su Twitter, che ne sta passando di tutti i colori negli ultimi tempi. Il social ha annunciato di aver oscurato alcuni contenuti in Turchia per espressa richiesta del governo di Recep Tayyip Erdogan. Elon Musk, che da quando ha acquistato la piattaforma ha rischiato di fare non pochi danni, è stato accusato di aver accettato la censura con cui il premier in carica da anni ha tentato di limitare la voce delle opposizioni, prima delle elezioni.
Un’ammissione inaspettata, ma dovuta. La notizia è stata riportata su Twitter da Matthew Yglesias, di Bloomberg. “Hai perso la testa, Yglesias?” gli ha subito risposto Elon Musk, direttamente sotto il suo tweet. “La scelta era tra oscurare Twitter completamente o limitare l’accesso ad alcuni tweet. Tu che avresti fatto?” ha aggiunto il miliardario, ammettendo a tutti gli effetti la censura di Twitter.
Elon Musk ammette la censura di Twitter: la reazione di Wikipedia
La decisione di Elon Musk alle richieste di Erdogan è decisamente inaspettata rispetto alla precedente gestione, che in passato era arrivata ai ferri corti con il governo turco proprio per difendere la libertà di espressione, per esempio quando il governo aveva chiesto di bloccare i feed di alcuni quotidiani del paese.
Tenendo conto della retorica sulla libertà di espressione che Elon Musk porta avanti da quando ha acquistato la piattaforma, la decisione diventa ancora più inaspettata. Sul tema si è esposto anche Jimmy Wales, il fondatore di Wikipedia. “Ecco quello che abbiamo fatto noi quando la Turchia tentò di censurare Wikipedia: ci siamo battuti per i nostri principi davanti alla Corte Suprema turca e abbiamo vinto. Questo è quello che significa trattare la libertà di espressione come principio e non come slogan” ha dichiarato Wales.