Elon Musk ha stabilito una data per l’inizio delle sperimentazioni sull’uomo dei chip cerebrali di Neuralink. Lo ha riportato Reuters.
Gli impianti cerebrali di Elon Musk testati sugli esseri umani
Elon Musk ha stabilito una data per l’inizio delle sperimentazioni sull’uomo dei chip cerebrali di Neuralink, come riportato da Reuters e Forbes. Il miliardario ha dichiarato che l’azienda di neurotecnologie è pronta per iniziare la fase dei test sugli umani entro sei mesi, dopo non aver rispettato le tempistiche che aveva indicato precedentemente. Neuralink, che ha sede a San Francisco e in Texas, negli ultimi anni ha condotto alcuni test sugli animali, ma attendeva l’approvazione della Food and Drug Administration per iniziare i test clinici sulle persone. “Vogliamo essere estremamente attenti e certi che funzionerà bene prima di inserire un dispositivo in un essere umano” ha dichiarato Musk durante un evento che era previsto per il 31 ottobre ma poi è slittato.
I chip di Neuralink serviranno a consentire ai pazienti disabili di muoversi, comunicare e ripristinare la vista. “I progressi all’inizio, in particolare per quanto riguarda gli esseri umani, sembreranno forse estremamente lenti, ma stiamo facendo tutte le cose per farlo crescere essere esponenzialmente” ha spiegato il miliardario, che ha aggiunto che le prime due applicazioni negli umani riguarderanno in modo particolare il ripristino della vista e la possibilità di muovere i muscoli nelle persone che non possono farlo. “Se qualcuno non ha mai avuto la vista, crediamo di poterla ripristinare” ha spiegato.
Le accuse a Neuralink
All’inizio del 2022 l’opinione pubblica si è schierata contro Neuralink, con pesanti accuse. Secondo quanto denunciato dal Physicians Committee for Responsible Medicine (PCRM), organizzazione americana no-profit di oltre 17mila medici che ha depositato un’istanza presso il Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti per violazione dell’Anima Welfare Act, le scimmie usate negli esperimenti sarebbero soggette ad “estreme sofferenze”, al punto che alcune sarebbero decedute.
Nella denuncia si legge che il personale di Neuralink e dell’UC Davis non avrebbero fornito alle scimmie morenti le cure veterinarie necessarie e adeguate, ma che avrebbe addirittura “usato una sostanza non approvata nota come ‘Bioglue’ che non ha offerto cure psicologiche volte al benessere degli animali assegnati all’esperimento, ma ha ucciso le scimmie, distruggendo parti del loro cervello”.