Il comportamento di Elon Musk, così come l’acquisto di Twitter, hanno sicuramente peggiorato le difficoltà di Tesla, ma la crisi della casa automobilistica ha radici molto più profonde.
Crisi di Tesla: non è tutta colpa di Elon Musk
Alex Lagetko vuole tenersi strette le sue azioni Tesla. Il fondatore del fondo speculativo di New York Vso Capital Management ha riportato che nel novembre 2021, quando le azioni hanno toccato il punto più alto di 415 dollari, la sua quota di partecipazione valeva 46 milioni di dollari. Da quel momento il titolo di Tesla è crollato del 72% per diversi motivi, dalle preoccupazioni degli investitori per la contrazione della domanda, al calo della produzione e dei prezzi in Cina, fino alla carenza di manodopera in Europa e le ripercussioni dell’acquisizione di Twitter da parte di Elon Musk.
Il miliardario ha finanziato l’acquisto con 13 miliardi di dollari in prestiti e 33 miliardi di dollari in contanti, di cui 23 miliardi raccolti grazie alla vendita delle azioni Tesla. “Molti investitori, in particolare quelli individuali, che hanno investito somme molto ingenti del loro patrimonio in gran parte sulla base della fiducia che riponevano in Musk da molti anni, sono rimasti rapidamente scottati nei mesi successivi all’acquisizione, in particolare a dicembre, quando Musk ha venduto altre azioni, presumibilmente per finanziare le perdite di Twitter” ha dichiarato Lagetko, che teme che l’acquisizione di Twitter abbia esposto eccessivamente Tesla.
Nonostante questo, quando ad aprile 2022 Elon Musk ha annunciato la sua offerta, le azioni di Tesla erano già in calo. Le difficoltà dell’azienda hanno sicuramente radici più profonde.
Il numero limitato di progetti e i prezzi elevati rendono l’azienda più vulnerabile alla concorrenza delle altre case automobilistiche. Nel 2023, Tesla dovrebbe lanciare Cybertruck, un suv squadrato e spigoloso annunciato nel 2019. Si tratta del primo lancio di un nuovo veicolo dal 2020. La concorrenza, però, è molto forte. Ford prevede di aumentare la produzione del suo pick-up elettrico F-150 Lighting, già esaurito per il 2023, e del suv Mustang Mach-E, la Hyundai Ioniq 5 e l’Ev6 di Kia potrebbero essere un’altra minaccia per Tesla. Inoltre, General Motors vuole accelerare la produzione e ridurre i costi di diversi modelli elettrici. I prezzi elevati di Tesla la mettono in competizione con altri brand di lusso.
Tesla, quota di mercato in picchiata
Secondo Alex Pischalnikov, analista del settore automobilistico e direttore della società di consulenza Arthur D. Little, Tesla ha ancora un vantaggio in termini di software, rispetto ai concorrenti. Grazie agli aggiornamenti, Tesla è in grado di inviare un nuovo codice attraverso le reti cellulari per risolvere problemi meccanici e di sicurezza, aggiornare le opzioni di intrattenimento e sorprendere con nuovi funzioni. Un’analisi di Plante Moran mostra che la quota di Tesla nel mercato nordamericano dei veicoli elettrici è destinata a scendere dal 70% del 2022 al 31% nel 2025, mentre la produzione totale cresce da 777mila a 2,87 milioni di unità. Il declino di Tesla in Europa è già in corso. I dati dei primi undici mesi del 2022 mostrano che il volume di vendita dei veicoli Volkswagen ha superato quello di Tesla di oltre il 20%. Inoltre, il regolamento proposto dall’Ue, di ridurre del 100% le emissioni di anidride carbonica entro il 2035, farà sicuramente aumentare la concorrenza.
Tesla: l’effetto Elon Musk
La crisi di Tesla, quindi, non è dovuta solo ad Elon Musk, ma il suo comportamento dopo l’acquisizione di Twitter ha peggiorato ulteriormente la situazione. Nell’ultimo anno il miliardario ha usato Twitter per fare accuse, chiedere incriminazioni e scagliarsi contro i politici. Un’analisi dei cento principali brand globali condotta da Interbrand ha stimato che il valore del marchio Tesla per il 2022 in 48 miliardi di dollari, un aumento del 32% rispetto al 2021, ma molto al di sotto della crescita registrata nel 2020. C’è stato un forte calo della forza del marchio e il motivo riguarda anche la fiducia e la capacità di capire le esigenze dei clienti. Tra gli ex fedeli di Tesla, che ora stanno prendendo le distanze, c’è Alan Saldich, ex direttore marketing dell’Idaho. A causa di un disguido con la sua Model S e l’assistenza dell’azienda, la sua opinione si è raffreddata. Nel 2019 Saldich ha venduto l’auto e ora guida una Mini Eletric. Ciò che lo ha fatto maggiormente irritare sono le invettive di Musk contro i programmi e le norme americane, soprattutto tenendo conto che Tesla ha beneficiato delle detrazioni a livello statale e federale rivolte ai veicoli elettrici. “Probabilmente non comprerei un’altra Tesla. a) perché ci sono un sacco di alternative e b) perché non mi piace più” ha dichiarato, riferendosi ad Elon Musk.