La determinazione è il materiale col quale in Emilia–Romagna si costruiscono i progetti, e i sogni hanno confini flessibili come elastici, pronti ad essere allargati per includere tutte le idee possibili. SPID è una realtà consolidata, diffusa, nutrita dalla cultura digitale che in questa regione oltrepassa i limiti, uscendo dalla comfort zone dei dubbi fragili mascherati da solide certezze. Dimitri Tartari è il coordinatore dell’Agenda Digitale dell’Emilia-Romagna, e fornisce impulso decisivo ai processi di digitalizzazione necessari per costruire il ponte che collega il presente alla modernità. La corsa del Sistema Unico di Identità Digitale parte da qui.
Adesione fin dall’inizio
“L’Emilia–Romagna, attraverso LepidaSpA, ha aderito sin dall’inizio alla fase pilota di SPID e ha collaborato con AgID nel perfezionamento di regole tecniche e modalità organizzative valorizzando l’esperienza consolidata di collaborazione tra gli Enti del territorio, le piattaforme ed i servizi realizzati nell’ambito dell’Agenda Digitale dell’Emilia–Romagna – commenta Tartari -.
In questa regione partiamo avvantaggiati grazie a FedERa, un’infrastruttura di autenticazione federata realizzata e gestita da LepidaSpA per conto di Regione Emilia–Romagna, che garantisce ai cittadini da oltre sei anni un’unica identità digitale gratuita per l’accesso ai servizi online degli Enti pubblici, e di alcuni soggetti privati sul territorio. E’ grazie a FedERa che abbiamo potuto stipulare con AgID la Convenzione sull’adesione di tutte le PA dell’Emilia–Romagna a SPID, in qualità di fornitori di servizi SP (Service Provider), affidando a LepidaSpA il ruolo di soggetto unico attuatore di tutto il sistema regionale, nei confronti di AgID e del sistema SPID”.
Costi contenuti e numeri incoraggianti
L’attuazione comporta sforzi e costi, che tuttavia sono stati contenuti, anche grazie alla solidità delle fondamenta costruite in passato: “I costi sono stati contenuti – conferma Tartari -, perché l’impianto tecnico organizzativo di FedERa ci ha permesso di abilitare l’integrazione con SPID di tutti i servizi online di 330 Enti del territorio.
L’integrazione è stata realizzata attraverso un unico interfacciamento del gateway FedERa con SPID sfruttando tutti i vantaggi della condivisione di scelte e infrastrutture, in termini di ottimizzazione gestionale e di investimenti, sgravando i singoli Enti dalla necessità di integrazione diretta dei servizi e dai relativi costi. Lo stesso discorso vale per il mantenimento: l’incremento dovuto a SPID è contenuto”.
Abbiamo circa 850.000 identità sul nostro sistema regionale
Anche sui numeri, la base solida sulla quale appoggiare le previsioni instabili del futuro, inducono all’ottimismo “Abbiamo circa 850.000 identità sul nostro sistema regionale FedERa e stiamo lavorando anche sull’evoluzione, valorizzazione e salvaguardia di queste identità digitali (Identity Provider) e pertanto, in questa fase, l’accesso ai servizi integrati con SPID, avviene utilizzando le credenziali FedERa, oppure quelle rilasciate da gestori di identità SPID accreditati da AgID”.
20 servizi collegati, tra cui i pagamenti online
I servizi: da qui si parte. Infatti è proprio la quantità di servizi collegati a SPID che alla fine determinerà il bilancio del successo o meno, del Sistema Unico di Identità digitale: “Sono già oltre 20 i servizi della Pubblica Amministrazione dell’Emilia-Romagna che utilizzano le identità SPID e sono servizi sia di dimensione regionale, sia locale. Tra i servizi regionali si segnala PayER (la piattaforma dei pagamenti della Regione Emilia-Romagna che permette di effettuare transazioni on-line) con i suoi oltre 30.000 pagamenti mensili, integrato anche con il nodo nazionale dei pagamenti elettronici PagoPA. La rete WiFi messa gratuitamente a disposizione dei cittadini della PA dell’Emilia–Romagna attraverso diversi access point dislocati in vari luoghi pubblici (WISPER) con migliaia di accessi giornalieri WiFi sull’intero territorio regionale. ANA-CNER con circa 20.000 consultazioni mensili di dati anagrafici; SiedER il Sistema Integrato dell’Edilizia dell’Emilia–Romagna e anche il Fascciolo Sanitario Elettronico (FSE). Mentre a livello di servizi locali spiccano i 9 servizi del Comune di Modena e quello del Comune di Reggio-Emilia. Abbiamo mantenuto la roadmap che ci eravamo dati per fine giugno. Progressivamente saranno attivati tutti i servizi degli Enti a partire da quelli già federati su FedERa e che sono oltre 150”.
GLI SNODI FONDAMENTALI
Comuni e cittadini sono snodi fondamentali. Tartari sebbene si renda conto che si tratti di un percorso lento e progressivo, è ottimista: “Con gli utenti sicuramente vi è stata, e vi è tutt’ora, la necessità di comunicare e spiegare la novità. Saranno sicuramente i servizi che saranno disponibili su SPID a fare la differenza. Oggi quasi la totalità dei servizi online della PA sono accessibili con FedERa e quindi l’utente apprezzerà quelli nuovi. Per quanto attiene i Comuni, grazie all’impianto organizzativo e di condivisione esistente con tutti gli Enti, il confronto e gli aggiornamenti sono stati costanti e l’adesione a SPID è stata praticamente immediata. Ora si sta lavorando per attivare i singoli servizi su SPID con attenzione ai livelli di sicurezza che dovranno essere omogenei sull’intero territorio nazionale”.
Occorre consolidare il sistema SPID, la sua organizzazione e la sua gestione
“Sicuramente il tema dell’omogenizzazione dei livelli di sicurezza per i singoli servizi ha richiesto uno sforzo non banale su cui le Regioni sono molto impegnate e contribuiscono in modo costruttivo alla definizione. Uno dei temi oggetto di discussione a livello nazionale con AgID e gli IdP è il tema dell’organizzazione e della messa a punto dell’Help Desk per i cittadini. E’ un tema importante per un servizio di portata nazionale con molti attori coinvolti. Su cosa si debba fare da qui in avanti per facilitare l’adozione di SPID, Tartari non ha dubbi: “Occorre prima di tutto consolidare il sistema SPID, la sua organizzazione e gestione. L’AgID ha un ruolo essenziale nel governare SPID e garantirne il successo. Occorre inoltre smarcare il tema della gratuità per il cittadino e la sostenibilità del servizio. Dobbiamo concentrarci principalmente su una parola: i servizi! Quelli disponibili che devono essere di interesse del cittadino e aggiungo di qualità”.