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Etichetta da Nobel per il Chianti Nittardi

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Una chiocciola su un grappolo d’uva, probabilmente la stessa protagonista nel 1972 del libro “Diario di una lumaca”, ma senza Nobel.

A definirsi «l’incarnazione umana della lumaca» è lo scrittore Günter Grass, premio Nobel nel 1999, chiamato da Peter Femfert e sua moglie Stefania Canali, proprietari della fattoria toscana Nittardi, a disegnare l’etichetta sulla bottiglia dell’annata 2008 di Chianti Classico.

Continua così una tradizione che dal 1981 ha visto numerosi artisti di fama internazionale susseguirsi nella creazione di etichette d’eccezione, da Mimmo Paladino a Yoko Ono. Stavolta all’arte pittorica, prima passione di Grass, si aggiunge la sua professione di scrittore, in un connubio perfetto tra vino e cultura che avvicina l’etichetta sulla bottiglia alla copertina di un libro, uno spazio d’invito sia artistico che promozionale, un testo semiotico da interpretare come suggerisce Chiara Vigo nel suo libro “Arte e vino.

L’etichetta d’autore come immagine del gusto”.

Sul tema molti artisti si sono cimentati su richiesta delle aziende vinicole, fin dal secolo scorso, basti pensare a Georges Braque, Francis Bacon, Antoni Tàpies e Joan Mirò per la Château Mouton Rothschild di Bordeaux. Anche in Italia, soprattutto a partire dagli anni Settanta, la grafica sulle bottiglie si è prestata al restyling di Enrico Baj, Giacomo Manzù e Mimmo Rotella per la Cantina Produttori Cormòns e non mancano esempi di vignaioli/artisti come Carlo Hauner o Sandro Chia, proprietario di Castello Romitorio, fino ad arrivare alla collezione del Museo Internazionale dell’etichetta del vino custodita a Cupramontana in provincia di Ancona.

Nel caso particolare della casa Nittardi, situata nel cuore della toscana tra Firenze e Siena, il legame tra vino e arte vive anche nei dodici ettari di vigneti immersi in un bosco con Giardino delle sculture, un sentiero da esplorare tra le opere di Miguel Barrocal, Horst Antes, Victor Roman, Raymond Waydelich e Friedensreich Hundertwasser.

Senza dimenticare che qui, nel 1510, il proprietario dei terreni e produttore del vino era Michelangelo Buonarroti.

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Scritto da luxu

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