Expo, Seeds&Chips e perché parliamo di cibo e tecnologie digitali

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Expo2015 è oramai alle porte. Nonostante la vicinanza dell’evento prevalgono, ancora e troppo spesso, le polemiche sui contenuti, e vi è distanza e freddezza verso quello che invece dovrebbe essere un evento che tutti devono sentire proprio, se non per l’orgoglio di ospitare una esposizione universale, quantomeno per la speranza che il suo successo sia una occasione per il rilancio dell’Italia, delle sue capacità e unicità, della sua economia. In realtà Expo2015 è molto di più di una grande opportunità per l’Italia.

Marco Gualtieri

E’ un “momento” necessario e fondamentale per il mondo intero per riflettere, discutere, confrontarsi sull’alimentazione, tema vitale per l’umanità, sia nel senso reale del termine, che per l’economia che l’intera filiera del cibo (dall’agricoltura, al nostro piatto) rappresenta. E’ per questo che Expo2015Milano ha ottenuto il più alto numero di paesi partecipanti nella storia delle esposizioni universali.

Ed è su questo che tutti dovremmo concentrare e focalizzare l’attenzione.

Il cibo è piacere, è convivialità, è cultura, è economia, è salute, ma soprattutto è vita.

Quindi è necessario che il cibo sia disponibile anche per quelle centinaia di milioni di persone che non ne hanno accesso o lo hanno in quantità o qualità limitate.

Ma il problema è ancora più grande; perché le risorse della terra sono limitate e in un arco temporale molto breve, 10 anni, ci sarà sul nostro pianeta un miliardo di persone in più, che avranno bisogno di alimentarsi. Quindi i concetti di sostenibilità, lotta agli sprechi, sicurezza alimentare, cibo per tutti, ecc, sono molto più importanti ed urgenti dell’attenzione che , mediamente, ognuno di noi gli riserva.

Il compito di Expo (e quello che quindi sarà alla fine il suo merito e la sua legacy) è di richiamare l’attenzione su questi temi.

Perché ci sia più consapevolezza e perché questa forzi a trovare le soluzioni. L’indicatore che questo sta già avvenendo è dato da un insieme molto allargato di fatti, dichiarazioni, investimenti, iniziative e progetti che stanno sviluppando quella che potrà diventare nei prossimi mesi e anni una vera e propria rivoluzione nel cosiddetto “food system”: rivoluzione sia culturale che, causa e mezzo allo stesso tempo, digitale.

Siamo infatti agli arbori di un cambiamento radicale, fatto di innovazione di interi processi o modelli nella filiera agroalimentare, dal campo alla tavola.

Grazie alle tecnologie, alla creatività e soprattutto a rete e devices, iniziano a svilupparsi soluzioni che cambiano il modo in cui il cibo è prodotto, trasformato, distribuito, consumato e raccontato.

E nella maggioranza dei casi si tratta di innovazioni con potenziali effetti impattanti molto positivi e prevalentemente incentrate sulla sostenibilità, lotta agli sprechi, sicurezza alimentare, competitività.

Nell’agricoltura, ad esempio, il futuro è nella precisione (Agricoltura di precisione), con sensori che trasmettono dati i quali, elaborati ,consentono di curare il raccolto con minore utilizzo di acqua, con minor uso di pesticidi, con interventi mirati e quindi meno costosi, meno inquinanti, più produttivi ed anche più redditizi. Ma il futuro dell’agricoltura è anche nell’idroponica, nell’aquoponica e aeroponica. Metodi di coltivazione senza l’utilizzo della terra, già utilizzati a livello industriale e che si stanno evolvendo, grazie alle tecnologie, alla raccolta e condivisione di dati; ma queste tecniche si stanno sviluppando anche con progetti e soluzioni che le porteranno nelle nostre città (questo è il vero Urban Farming), nei nostri condomini, supermercati, negozi, case. Produzione di alimenti sani a “metro zero”.

Ma anche il futuro dei piccoli agricoltori, produttori, commercianti è nel digitale e più nello specifico in forme evolute e sempre più curate di e-commerce.

E’ grazie alla rete che questi operatori hanno, e avranno sempre di più, la possibilità di farsi conoscere e vendere i propri prodotti e servizi, con logiche di localizzazione, di customizzazione ma spesso anche con molto storytelling e quindi valorizzazione del territorio e degli attori coinvolti. In questo caso si può certamente affermare che il futuro della tradizione, del locale e quindi anche della promozione del territorio è proprio nel digitale.

Un settore, una filiera tanto ampia che risulta difficile sintetizzare le numerose innovazioni che si stanno sviluppando; ma le stampanti 3D per il cibo, i diversi sistemi di tracciabilità, i nuovi modelli o mezzi di food delivery (da quello lanciato da Airbn o da Instacart in USA per passare all’italiana Supermercato24), i laser molecolari portatili per conoscere i contenuti degli alimenti o lo stato di maturazione della frutta, il naso elettronico tascabile per capire se un cibo è avariato, per arrivare alla crescente connessione alla rete e ad applicazioni di tanti oggetti (Internet of Thinghs) della cucina:pentole, robot, frigoriferi, etc che non solo rendono più comodo organizzare i propri acquisti, ma che hanno sempre più spesso la loro principale funzione nel limitare gli sprechi e tutelare la salute alimentare, ne sono un breve e simbolico esempio.

Quali sono quindi gli elementi di sintesi di questo processo di innovazione? Quella più marcata, evidente e inconfutabile è che tutto questo processo di trasformazione è generato da start-up. E certamente saranno le start-up a “dominare”, almeno nel medio periodo, questo processo di cambiamento: lo sanno le grandi multinazionali, i grandi investitori, lo dimostrano i fatti.

Un altro elemento riguarda il fatto che la stragrande maggioranza dell’innovazione è collegata alla rete: all’utilizzo della rete, dei Big Data, dei device e dello sviluppo nella filiera agroalimentare dell’Internet delle cose (IoT ) ed per questo che risulta più appropriato parlare di Internet of Food. Infine, il fatto che siamo, appunto, solo agli inizi di quello che necessariamente (tutti mangiamo, tutti siamo on line, il sistema del food ha molti problemi che devono essere risolti) diventerà un settore di sviluppo e applicazione molto grande, probabilmente creando un vero e proprio nuovo settore economico.

Ed è per questo che noi stiamo organizzando Seeds&Chips, il salone e il ciclo di conferenze dedicati all’Internet of Food (al MiCo dal 26 al 29 Marzo): per rappresentare questo processo in corso, per fare conoscere gli attori che vi stanno operando e quelli che vogliono capire cosa succede e succederà, ma soprattutto perché crediamo che l’Italia, per una moltitudine di motivi, abbia contemporaneamente la necessità e l’opportunità di sviluppare e possibilmente presidiare questo nuovo settore, a difesa del suo sistema agroalimentare ed enoturistico- gastronomico e come opportunità di creare nuova occupazione ed economia.

Infatti, se raccontiamo al mondo che vogliamo diventare leader nelle tecnologie, forse, riceviamo poca credibilità; se invece a questo ci aggiungiamo la parola food molto probabilmente abbiamo molta più attenzione oltre che un vantaggio competitivo.

E’ necessario quindi crederci, attivarsi per cogliere questa occasione, che potrà essere tale se l’intero sistema Italia l’accompagna facendo appunto “Sistema”.

Se questo accadrà, sarà la dimostrazione di un paese che sta cambiando, che vuole competere, crescere e che sa cogliere l’opportunità che, anche grazie ad Expo 2015, si presenta in casa propria.

MARCO GUALTIERI*

(Marco Gualtieri è fondatore di TicketOne, startupper e promotore di Seeds&Chips)

Originariamente pubblicato su chefuturo.it

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