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#Fab10 ; Perché quest’anno i FabLab si sono aperti alle imprese

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Come avevo già raccontato in un post precedente, la rete dei FabLab é emersa quasi per caso e senza pianificazione, per cui molti aspetti sono ancora in via di sviluppo e spesso non previsti. La stessa dinamica si é presentata con gli eventi di riunione della comunitá, nati nel Gennaio 2005 come una sola giornata all’MIT (intitolata Fab Lab User Group Meeting) e poi replicatisi successivamente. Nell’Agosto 2005 avvenne il Symposium on Digital Fabrication in Norvegia e nel Giugno 2006 il The Third International Fab Lab Forum and Symposium on Digital Fabrication in Sud Africa.

Nel 2007 a Chicago l’evento si allungò e cominciò ad assumere una certa importanza, per cui venne denominato Fab4, immaginando che ci sarebbero state ulteriori edizioni (che fino ad allora non erano state programmate).

Fab5 seguí nel 2009 in India, Fab6 nel 2010 ad Amsterdam, Fab7 nel 2011 in Perú, Fab8 nel 2012 in Nuova Zelanda. Infine, Fab9 avvenne nel 2013 in Giappone, e pochi giorni fa Fab10 si é conclusa a Barcellona, in Spagna.

Si tratta quindi di un evento itinerante, che idealmente ogni anno cambia di continente a rotazione, per poter venire più facilmente incontro alla comunità globale dei FabLab. Non sempre quindi é facile parteciparvi, ma l’evento sta crescendo assieme alla comunità e rappresenta l’unico momento in cui gran parte della comunità globale (o forse sarebbe meglio dire il suo nucleo) riesca ad incontrarsi. Io stesso ho partecipato solo brevemente a Fab7 (in remoto, per la premiazione della mia partecipazione alla FabAcademy) e poi pienamente a Fab9 e Fab10.

Per cui mi é possibile tracciare anche qualche breve considerazione dell’evoluzione dell’evento negli ultimi anni.

Il programma si é suddiviso tra presentazioni di nuovi laboratori, associazioni e fondazioni, workshop che spaziano dal teorico e organizzativo al pratico e creativo, workshop spontanei ideati al momento, accesso ad un mega FabLab di quasi 1000 mq dotato di tantissime macchine e altro ancora. Si é passati dalla produzione di spille con tecniche tradizionali giapponesi alla fabbricazione di skateboard e di una automobile, fino alla realizzazione di un padiglione esterno. Tra i vari workshop in programma, ho facilitato, assieme ad altri esperti, un workshop sul ciclo di vita dei FabLab (io mi sono occupato della progettazione e lancio dei FabLab) che é stato tenuto sia per i membri della rete che per policy makers ed esperti della World Bank, che si sta interessando alle potenzialitá dei FabLab per i paesi in via di sviluppo come generatori di conoscenza e innovazione distribuite nei territori.

Una speciale attenzione é andata anche ai bambini, per cui é stato allestito il programma FabKids, che ha esteso a Fab10 le attivitá che giá da tempo il FabLab Barcelona sta svolgendo per i bambini della città. E’ stata anche organizzata una sessione su più giorni dedicata alle ricerche accademiche, che presto verranno pubblicate.

Questanno é stato anche istituito il concorso Global Fab Awards, vinto dalla stampante 3D W.AFATE (sviluppata in Togo nel WoeLab), costruita con il riciclo di vecchi computer e finanziata con una campagna di crowdfunding. Da notare che sul sito é possibile scaricare tutti i progetti e replicarli nel proprio FabLab.

Inoltre quest’anno l’evento è stato accresciuto con un Fab Festival e come gli anni passati ha avuto un Symposium aperto al grande pubblico, per poter comunicare anche all’esterno della comunità lo sviluppo della rete e le sfide che sta affrontando. La conferenza ed il Symposium hanno praticamente triplicato il numero dei partecipanti rispetto all’anno scorso, e mentre nella passata edizione era costituito solo da membri della rete dei FabLab, in questanno hanno partecipato moltissime persone esterne alla rete, ma che rappresentano sfide comuni che si stanno affrontando, dalla sostenibilità della produzione alla unione della fabbricazione digitale con la biologia, dall’urbanistica alle Smart City, dall’hardware all’architettura.

L’evento é stato anche utile per fare il punto delle associazione e fondazioni regionali e nazionali (tra cui anche l’italiana Fondazione Make in Italy CDB), su cui si sta sempre più strutturando la rete global dei FabLab, con la Fab Foundation a fare da collante fra di loro. Mentre esistono già reti e/o associazioni latinoamericane ed asiatiche, manca ancora una struttura europea, di cui si é iniziato a parlare proprio durante Fab10. Tuttavia é un percorso lungo, date le differenze tra stati e continenti, e le differenze nelle aspettative e visioni sul ruolo, struttura e futuro della rete. Si tratta però sicuramente di un percorso a cui é possibile partecipare e apportare i propri contenuti, e solo durante eventi come Fab10 é possibile farlo discutendo direttamente con tutta la rete.

Questo Fab10 ha rappresentato anche uno dei primi punti di apertura verso il mondo delle imprese: non a caso, alcuni degli speaker del Symposium provengono da grandi imprese come Airbus, Nike, Google. Durante Fab10 la Dassault Systèmes ha annunciato che fornirà gratuitamente il proprio software di modellazione 3D e progettazione Solidworks alla rete dei FabLab (presto verranno resi pubblici i dettagli dell’iniziativa). Certamente una mossa commerciale per estendere la diffusione e l’importanza del proprio prodotto, ma anche una iniziativa importante per tutti quei FabLab con poche risorse che non potrebbero altrimenti permettersi questo software.

Questo interesse delle grandi imprese puó essere evidenziato anche dalla donazione di 10 milioni di dollari da parte della Chevron verso la Fab Foundation (di cui giá si era parlato a Fab9), che serviranno per sviluppare 10 FabLab negli Stati Uniti. Queste iniziative sono ovviamente benvenute, ma rappresentano anche un passaggio delicato: come possono la Fab Foundation e la rete rapportarsi con imprese di questo tipo in futuro? Sicuramente ci sará molto da discutere su questa direzione.

Infine, il mondo dei FabLab é via via sempre piú interessante anche per lo sviluppo di politiche per città e territori, e lo stesso Fab10 si è tenuto a Barcellona grazie al fatto che la amministrazione pubblica della città stia aprendo più laboratori nella città come un servizio pubblico per i cittadini, assieme ad altri laboratori (come il Green FabLab sulle montagne circostanti la città, dedicato alle risorse naturali) in un progetto denominato FabCity, uno dei casi più recenti di interesse da parte delle politica verso i FabLab.

Le prossime edizioni dell’evento, Fab11 e Fab12, si terranno la prima presso il MIT a Boston nei giorni 3-7 Agosto 2015 (piú 1 o 2 fine settimana) per celebrare i 10 anni di eventi ripassando per il punto di partenza, e la seconda in Cina, molto probabilmente a Shangai o Shenzen, dove ora ci sono pochi FabLab ma dove presto si prevede ce ne saranno moltissimi, e dove la fabbricazione digitale può e deve confrontarsi con la produzione di massa per capire il proprio impatto sull’economia e per capire come strutturare la propria crescita. L’importanza dei FabLab è principalmente nel proprio territorio, ma essendo parte di una rete globale, questi eventi rappresentano il momento principale dove confrontarsi con le altre realtà, imparare e sviluppare progetti collaborativi, creare partnership, discutere sul futuro della rete e proporre i propri progetti.

MASSIMO MENICHINELLI

Originariamente pubblicato su chefuturo.it

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