Facebook Messenger, 1 miliardo di utenti. Che futuro ha WhatsApp?

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Mark Zuckerberg taglia un nuovo traguardo: il suo Facebook Messenger ha raggiunto 1 miliardo di utenti attivi ogni mese a soli venti mesi dal suo debutto. All’interno dell’applicazione vengono scambiati mensilmente 17 miliardi di foto e 1 miliardo di messaggi, mentre quotidianamente vengono condivisi 380 milioni di adesivi e 22 milioni di GIF animate. Oggi anche il 10% di tutte le chiamate VoIP transitano da Messenger. Quello che sta succedendo è che da semplice chat si sta trasformando in una vera e propria piattaforma in grado di ospitare software di terze parti: sono 18.000 i bot (agenti software automatici) presenti. Ciò apre scenari futuri molto interessanti sia per le persone che per le aziende, inimmaginabili fino a qualche anno fa.

La storia

Che la visione di Zuckerberg fosse di lungo periodo lo dimostra la genesi di questo Instant Messenger. Nel marzo del 2011 Mark comprò Beluga, una chat creata da tre ex dipendenti di Google, perché Facebook Chat era solo una feature poco curata del grande social network. Cinque mesi più tardi vide la luce la prima versione di Messenger che permetteva di scambiare foto e location degli utenti, ma anni luce dietro le altre applicazioni similari. Ad esempio l’informazione sulla ricezione e lettura dei messaggi arrivò soltanto nel maggio del 2012. L’anno dopo vennero introdotte le chiamate vocali e venne meno l’obbligo di avere un account Facebook per poter iscriversi alla piattaforma, bastava fornire un numero di cellulare.

Il punto di svolta si ebbe nell’aprile del 2014.

Insieme all’annuncio dei primi 200 milioni di utenti mensili venne deciso che la chat sarebbe stata scorporata da Facebook. In pratica gli utenti vennero indotti a scaricare un app specifica per comunicare tra di loro. Molti non presero bene questa scelta d’imperio, ma Zuck aveva capito che in questo modo si sarebbe migliorata la velocità dell’applicazione e creato le condizioni per un prodotto completamente nuovo sul quale costruire ulteriori opportunità di business.

Da marzo a giugno 2015 si passò da 600 a 700 milioni di utenti, anche sotto la spinta dell’aggiunta delle video chiamate. Inoltre fu annunciata la volontà di far evolvere l’app in una vera e propria piattaforma, in grado di ospitare software di terze parti come Giphy (per arricchire la comunicazione con GIF animate).

Da chat a piattaforma di business

Quest’anno quell’annuncio è diventato una realtà. Oggi sono 23.000 gli sviluppatori esterni iscritti alla Wit.ai Bot Engine, il motore che permette di far girare i loro software su Messenger e che usa algoritmi di intelligenza artificiale per capire cosa le persone chiedono. In questo modo le aziende possono provare a costruire agenti “intelligenti” in grado di agire come assistenti personali e rimpiazzare l’uomo. Ancora non siamo ad un livello di sofisticazione elevato, ma è solo l’inizio. CNN e Techcrunch hanno creato bot per inviare notizie sotto forma di messaggi istantanei. Il destinatario, scelta la notizia d’interesse, se non ha tempo di leggerla, potrà chiedere un riassunto della stessa o fare altre domande, in linguaggio naturale.

Zuckerberg ha annunciato il test di M, un assistente personale intelligente: sarà in grado di rispondere alle domande delle persone

Poncho invia messaggi sulle condizioni atmosferiche, condite con consigli divertenti. Spring, 1-800-Flowers e KLM usano i bot per automatizzare e snellire il processo di acquisto. Usando la chat è possibile ordinare un prodotto, scegliere il destinatario, pagare e ricevere informazioni sul viaggio della merce. Lo stesso Zuckerberg ha annunciato il test di M, un assistente personale intelligente, che sfruttando la piattaforma di Messenger sarà in grado di rispondere alle domande delle persone, un po’ come Siri di Apple e Google Now.

In definitiva Messenger si trasforma, da strumento di messaggistica tra utenti a punto di contatto immediato e, nelle intenzioni di Facebook, principale, con le aziende (che già usano le pagine per fidelizzare i fan). Dunque una soluzione semplice non solo per fare customer care, ma per comprare e vendere prodotti e servizi.

I competitor e il futuro di WhatsApp

C’è da dire che queste nuove feature non sono poi così innovative perché già altri competitor le avevano implementate con successo, in particolare quelli asiatici.KakaoTalk, leader in Corea del Sud, li offre ai suoi 50 milioni di utenti, LINE da poco quotata a Wall Street ai suoi 218 milioni di utenti, WeChat a ben 762 milioni di persone (qui una pagina aggiornata con tutte le statistiche). Tutte queste aziende hanno un solido flusso di ricavi che proviene dalla vendita di giochi, emoji, stickers e dall’e-commerce di soggetti terzi che avviene sfruttando le loro piattaforme.In particolare WeChat è quella che ha sperimentato per prima gli utilizzi più innovativi. Ha account pubblici per le aziende che possono vendere prodotti e servizi, anche attraverso l’uso di bot. Inoltre possono inviare offerte speciali a tutti o a specifiche categorie di utenti.I privati, specularmente, possono collegare la propria carta di credito al WeChat Wallet per fare acquisti o usare il denaro per trasferirlo ad altri utenti. Addirittura la piattaforma si è trasformata in una vera e propria banca nella quale il singolo può depositare fino a 165.400 dollari e ricevere un interesse.

Il futuro di WhatsApp sembra incerto soprattutto perché non è ben chiaro quale sia ormai il suo elemento differenziante

Tra i competitor di Messenger c’è anche WhatsApp, acquistata da Zuckerberg nel febbraio del 2014. Il suo futuro mi sembra incerto soprattutto perché non è ben chiaro quale sia ormai il suo elemento differenziante. I team delle due applicazioni lavorano in maniera separata e il livello di sviluppo di quest’ultima si è rallentato molto, nonostante avesse per prima tagliato il traguardo del miliardo di utenti mensili. In particolare WhatsApp non è diventata una piattaforma e non ha implementato funzionalità utili alle aziende, rimanendo legata al suo ruolo di semplice chat. Allo stesso modo sembrano indietro anche iMessage di Apple e Hangout di Google.

Insomma, almeno in occidente, la strada ad un utilizzo duraturo di Messenger sembra spianata. Resta da vedere soltanto se le aziende riusciranno a sfruttare abilmente le funzioni che offre per incrementare il proprio business e migliorare la customer experience delle persone.

Originariamente pubblicato su chefuturo.it

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