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Finlandia: la mia vita ad AppCampus

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Già dall’aereo la Finlandia fa una grande impressione: fiordi, boschi, laghi, strade che si perdono tra una macchia e l’altra. Il mio entusiasmo era già parecchio alto, fin da quando è arrivata la mail dal titolo «Congratulations – you are part of the Autumn Batch of AppCademy» e la prospettiva di trascorrere a Helsinki questo camp di quattro settimane tra esperti e mentor del settore mobile e gaming era diventata realtà. Di fronte a quello spettacolo era salito ancora di più. Il progetto grazie al quale avevamo superato le selezioni e che ci stava conducendo dritti in Scandinavia, si chiama District Dash, il primo acrobatic running game che permette di effettuare acrobazie e parkour tricks con il proprio smartphone, avendo massimo controllo di movimenti e salti.

Per chi ancora non lo conoscesse, AppCampus è «the hottest developer program in the world». Lanciato circa 18 mesi fa da un’iniziativa della Aalto University di Helsinki, Appcampus è il programma di accelerazione supportato da Microsoft e Nokia che, in meno di due anni, ha trasformato la capitale finlandese in una meta ambita per la community mondiale di sviluppatori e imprenditori del settore mobile. E nonostante in inverno il termometro tocchi anche i -30°, la Finlandia è sempre più calda. E’ calda di corsi, di eventi, di incontri di associazioni (tra questi, segnalo IGDA-Finlandia, una community estremamente attiva nel mondo del gaming) che animano la città ogni giorno. Ad esempio ora sto scrivendo queste righe da un hackathon. «Niente di nuovo», penserete, tuttavia questa volta la maratona di codice la sto vivendo con il mio team all’interno di uno spazio universitario che, negli anni, studenti di varie facoltà della Aalto hanno contribuito a ricostruire e a rendere accogliente e creativo.

In questo luogo, un tempo inutilizzato, ha oggi sede Startup Sauna, un’organizzazione non-profit che raccoglie developer, startupper e aspiranti imprenditori e che viene sostenuta dai fondi di società private, dell’università e dallo stato.

Come ogni programma di accelerazione, al ritmo elevato di AppCampus corrisponde in maniera inversamente proporzionale una scarsa quantità di ore di sonno, ma l’atmosfera è troppo interessante e vivace per riposare! In questi giorni stiamo avendo supporto tecnico e trattando temi importanti come il marketing di prodotto, il business model, i piani di product development, il tutto alternato dalle immancabili pitch coaching sessions. Una cosa in particolare unisce però i diversi contenuti, le intense session e le numerose attività di formazione ed è anche ciò che mi porterò in Italia con me insieme alla valigia: il ruolo delle emozioni nei progetti imprenditoriali.

Potrebbe sembrare scontato o suonare banale, ma è sicuramente uno dei più grandi insegnamenti di queste settimane. Come trasferire la passione e le motivazioni che ci spingono a inseguire i nostri sogni, a realizzare dentro i nostri progetti, perché sono quelli il driver principale che ci permetterà di coinvolgere collaboratori, compagni di viaggio, partner e potenziali investitori, trasmettendo quel qualcosa in più che lascia il segno.

La contaminazione con questa cultura non mi ha trasferito però solo questo insegnamento. «Sharing is caring» è il secondo, ossia la condivisione di idee, spazi, risorse, il tutto per un bene più alto di quello del singolo partecipante. Startup Sauna ne è un esempio, ma questa frase è un vero e proprio mantra che caratterizza la vita e le relazioni nel Campus e, in generale, in Finlandia. Sono rimasto molto colpito dalle parole di un ragazzo finlandese che, parlando del suo paese pochi giorni fa, mi ha detto: «Finland is the most equal country in the world». E, in effetti, è proprio grazie alla sua società aperta, basata su valori di scambio e su un sistema di welfare solido che la maggior parte dei giovani qui possono scegliere la propria strada e inseguire i propri sogni. Anche la tradizione della sauna esalta questo concetto: in sauna tutti sono uguali! Non so quanti ragazzi in tutto il mondo potrebbero dare la stessa definizione per il proprio paese, ma sono sicuro che i partecipanti dell’AppCampus provenienti da tutta Europa abbiano, come me, colto e fatto proprio questo messaggio così importante.

Come loro, in questi giorni mi trovo a riflettere su come un modello simile possa essere applicato anche nel mio Paese, così lontano e così diverso dalla Scandinavia. Non ho ancora trovato una risposta, ma ritengo che un primo passo sia il crederci in prima persona, e portarsi dietro, condividere, e trasferire un almeno po’ di quanto abbiamo imparato.

Francesco Mancusi

@teripaquitinho

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Originariamente pubblicato su chefuturo.it

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