La guerra sindacale del food delivery non è ancora iniziata – quelle di Foodora non sono che schermaglie sbocciate dalla scorretta sovrapposizione delle etichette sharing e gig economy – che già dagli Stati Uniti iniziano a fioccare varianti sempre più ghiotte e raffinate, anzi targettizzate, del fenomeno del cibo consegnato a domicilio. Non ci vuole poi molto a immaginarsi quale possa essere il fronte immediatamente successivo a quello degli umani. Facile: quello degli animali da compagnia. Specialmente i cani, amici fedeli con cui condividiamo le nostre vite. Uno di loro mi sta facendo compagnia proprio mentre scrivo queste righe.
FOOD DELIVERY, UNA NUOVA FRONTIERA
Un pugno di startup sta lanciando negli Usa il fenomeno del food delivery per i quattro zampe. Meal kit, ingredienti pronti da cucinare o pasti da mangiare a stretto giro, fortemente personalizzati, vengono ora pensati per gli animali da compagnia.
Ollie, per esempio, una startup lanciata da Alex Douzet, Gabby Slome e Randy Kimenez ha preso il tema di petto, ideando un servizio superpremium che si è aggiudicato un round di finanziamenti da 4,4 milioni di dollari da Primary Ventures e Lerer Hippeau Bentures insieme a Canaan Partners. Consegnerà pasti naturali, salutari e su misura in tutto il Paese.
IL GIRO D’AFFARI DEL CIBO PER CANI
D’altronde i problemi che attanagliano gli umani non risparmiano i loro piccoli amici. Dal diabete al cancro, l’alimentazione diventa sempre più centrale. Per tornare un attimo in Italia, basti analizzare i numeri dell’ultimo rapporto annuale Assalco-Zoomark. In termini di spesa il giro d’affari dei prodotti per gli animali sfiora in effetti i due miliardi di euro (negli Stati Uniti sono 63).
La crescita è stata del 4,1% rispetto all’anno precedente. Nelle case del nostro Paese gli animali d’affezione sono 60 milioni: il 51,8% cani, il 48,2% gatti senza contare pesci e uccelli che ovviamente esulano in parte dal discorso. Insomma, il margine di manovra è o sarebbe (in Italia) infinito. Anche per le diverse varianti salutiste.
Ollie monitora i suoi clienti a quattro zampe con i profili online per comprenderne a fondo le necessità nutrizionali
Ollie, per esempio, utilizza ingredienti che andrebbero bene anche per gli esseri umani. E monitora i suoi clienti a quattro zampe con i profili online (compilati e tenuti aggiornati dai padroni, evidentemente) per comprenderne a fondo le necessità nutrizionali e il fabbisogno calorico quotidiano. Con queste informazioni in mano la startup consegna ogni due settimane i pasti già divisi in porzioni.
Negli Stati Uniti, d’altronde, il giro d’affari del cibo di qualità per i cani vale 13 miliardi di dollari (quello complessivo, cioè comprendente il cibo industriale, porta la cifra a 63 come visto) e cresce incessantemente da tempo.
UNA LOTTA FRA PROFILAZIONE E INGREDIENTI SALUTARI
Questo il motivo per cui molte altre startup si sono buttate nella mischia. Una è PetPlate, concorrente di Ollie che al momento limita le consegna al quadrante Nord-Est del Paese. Un’altra è The Farmer’s Dog, un servizio che in molti definiscono “equivalente a Blue Apron”, la celebre piattaforma – di recente finita anch’essa nel pieno di uno scandalo occupazionale legato alla rapida crescita – di consegna dei kit per i pasti. Grazie a The Farmer’s Dog si può compilare un profilo del tuo cucciolo, dall’età alla corporatura fino alle preferenze alimentari, attraverso il quale il sito realizza un profilo nutrizionale consigliando una serie di ricette, anche queste da cucinare con ingredienti buoni anche per i padroni.
PASTI PORZIONATI
In realtà i pasti arrivano già pronti e porzionati, proprio come negli altri casi, e ovviamente da poter conservare in frigorifero. In questo caso le consegne sono organizzate su un periodo di sei settimane, forse un po’ troppo lungo. Dietro si nascondono Jonathan Regev e Brett Podolsky: “Qualche anno fa non avrebbe funzionato – hanno spiegato di recente – perché le persone non badavano troppo all’alimentazione dei loro animali. Ora sta avvenendo un vero cambio di paradigma”.
APPROCCIO DUPLICATO
Ovviamente di servizi di consegna a domicilio di alimenti per cani ce ne sono anche in Italia. Ma sono sensibilmente diversi dal food delivery all’americana che punta sulla specificità, sull’approccio salutistico e sulla profilazione del singolo animale. Ti portano i sacchi che in fondo troveresti anche altrove e storia finita. Ciò che sta decollando Oltre Oceano è invece un servizio di natura completamente diversa, che duplica l’approccio riservato ai padroni anche agli animali.
Che si sfiori l’esagerazione è possibile se non probabile. Ma quando c’è un’offerta, in fondo significa che c’è anche una richiesta. Bau appetito.
SIMONE COSIMI