Il contesto della legge nello Utah
Recentemente, lo Utah ha approvato una legge che mira a proteggere i minori dai rischi legati alla privacy online. Questa iniziativa ha suscitato un acceso dibattito, in particolare riguardo alla responsabilità delle piattaforme social nel garantire la sicurezza dei dati dei giovani utenti. Google, in risposta a queste preoccupazioni, ha evidenziato i potenziali rischi associati alla condivisione di informazioni sensibili, sottolineando come la legge sia stata fortemente influenzata da Meta e altre aziende del settore.
Le preoccupazioni di Google
Nel suo blog ufficiale, Google ha espresso preoccupazione per il fatto che le aziende come Meta, Snap e X stiano cercando di trasferire la responsabilità della verifica dell’età degli utenti sugli app store. Secondo Google, molte applicazioni non necessitano di informazioni sull’età, il che porta a una raccolta di dati superflua e potenzialmente dannosa.
L’azienda ha quindi proposto un approccio che minimizzi la raccolta di dati, tutelando così la privacy degli utenti più giovani.
La proposta di Google per una maggiore privacy
Google ha delineato una soluzione in cinque punti che prevede che solo le app non adatte ai minori ricevano informazioni sull’età, e solo con il consenso dei genitori. Questa misura mira a limitare la diffusione di dati sensibili e a prevenire accessi non autorizzati a contenuti inappropriati. Inoltre, Google suggerisce l’uso di segnali per determinare l’età degli utenti, evitando che le informazioni vengano ottenute in modo illecito o condivise con terzi.
Standard pubblicitari e controllo genitoriale
Un altro aspetto cruciale della proposta di Google è l’adozione di uno standard che vieti la visualizzazione di annunci pubblicitari personalizzati per i minori di 18 anni.
Questa pratica è già in uso da parte di Google e dovrebbe essere estesa a tutte le aziende del settore. Infine, Google suggerisce la creazione di una dashboard centralizzata che permetta ai genitori di monitorare le attività online dei propri figli su tutte le app, fornendo così un ulteriore strumento di protezione.