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Google paga 326 milioni di euro per tasse arretrate in Italia

La multinazionale evita uno scontro legale con il pagamento di un'importante somma per tasse non dichiarate.

Google paga tasse arretrate in Italia per 326 milioni di euro
Google salda il debito fiscale di 326 milioni di euro in Italia.

Un accordo significativo con il fisco italiano

Google ha recentemente accettato di versare 326 milioni di euro per saldare le tasse arretrate dovute allo Stato italiano. Questa somma rappresenta circa un terzo di quanto richiesto dalla Procura di Milano, che aveva fissato un termine per la chiusura del procedimento a fine giugno 2024. L’accordo è stato raggiunto per evitare un lungo e costoso scontro legale, simile a quelli già stipulati in passato con altre multinazionali come Netflix e Airbnb.

Le irregolarità fiscali accertate

La Procura di Milano, in collaborazione con la Guardia di Finanza e l’Agenzia delle Entrate, ha accertato che Google ha omesso di dichiarare i redditi prodotti in Italia tra il 2015 e il 2019. Questi redditi derivano principalmente dalle royalties non applicate sulle somme versate a società estere del medesimo gruppo, per l’utilizzo di programmi, algoritmi e marchi.

La presenza di Google in Italia, con server e infrastrutture tecnologiche, ha reso necessario il pagamento delle tasse, in quanto l’azienda ha una stabile organizzazione nel paese.

Elusione fiscale e comportamenti collaborativi

Nella richiesta di archiviazione della Procura, si sottolinea che si tratta di elusione fiscale e non di evasione. Questo aspetto è fondamentale, poiché implica che Google ha collaborato attivamente con le autorità fiscali per risolvere la questione. La somma di 326 milioni di euro è stata calcolata tenendo conto di questo comportamento collaborativo, il che ha facilitato la chiusura del procedimento senza ulteriori complicazioni legali.

Situazione attuale e precedenti accordi

Questo accordo si inserisce in un contesto più ampio di controlli fiscali su grandi aziende tecnologiche. Infatti, simili intese sono state già raggiunte con Netflix, che ha pagato 55 milioni di euro, e Airbnb, che ha versato 576 milioni di euro.

Attualmente, sono ancora in corso procedimenti nei confronti di altre aziende come Meta, accusata di non aver versato 887 milioni di euro di IVA, e Amazon, che deve affrontare una presunta evasione IVA di 1,2 miliardi di euro.

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