Le accuse di HOP contro HP
L’organizzazione no-profit francese HOP (Halte à l’Obsolescence Programmée) ha recentemente lanciato un’accusa contro il gigante tecnologico HP, sostenendo che l’azienda impedisce l’uso di cartucce non originali o ricondizionate. Questa pratica, secondo HOP, non solo danneggia economicamente i consumatori, ma contribuisce anche all’aumento della spazzatura elettronica, un problema ambientale sempre più grave.
Pratiche sleali e impatto economico
Secondo l’organizzazione, HP utilizza strategie software aggressive e sleali per costringere i consumatori ad acquistare cartucce originali, violando il Codice del consumo. HOP ha richiesto l’avvio immediato di un’indagine per verificare queste pratiche. Inoltre, l’organizzazione ha evidenziato che HP ha ridotto la quantità di inchiostro nelle cartucce, mentre i prezzi sono aumentati drasticamente, arrivando a costare fino a 7.500 euro al litro.
Le cartucce ricondizionate come alternativa sostenibile
Le cartucce compatibili o ricondizionate rappresentano un’alternativa più economica, costando dal 30 al 70% in meno rispetto a quelle originali. HOP sottolinea che l’obsolescenza programmata delle cartucce ha un impatto significativo sull’ambiente. Secondo l’agenzia francese per la transizione ecologica, ADEME, l’uso di cartucce ricondizionate può ridurre le emissioni di CO2 del 60% rispetto a quelle originali, poiché possono essere ricaricate fino a sette volte.
La posizione di HP e le implicazioni legali
In risposta alle accuse, il CEO di HP, Enrique Lores, ha dichiarato che il blocco delle cartucce non originali è necessario per proteggere la proprietà intellettuale e prevenire l’introduzione di virus. Tuttavia, le pratiche di obsolescenza programmata sono state già oggetto di sanzioni da parte delle autorità, inclusa una multa dall’autorità antitrust italiana.
La questione solleva interrogativi sulla trasparenza e l’etica delle pratiche commerciali di HP.