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I 7 minuti di terrore in cui Curiosity arriverà su Marte

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Quando ero bambina e partivamo per le vacanze, alle mie insistenti domande su “quando arriveremo?” mia nonna mi diceva “quando si viaggia, si sa quando si parte ma non si sa quando si arriva”.

Vi interesserà sapere che questa saggia regola non si applica alle sonde interplanetarie. Mentre la partenza può essere giocata all’interno di una finestra di lancio, più o meno stretta a seconda dei corpi celesti che si vogliono visitare e delle traiettorie che si vogliono seguire, una volta effettuato il lift-off, tutto è deciso perché le sonde sono in traiettoria balistica.

Qualunque cosa succeda la manovra di inserzione in orbita o di atterraggio verrà fatta nel momento previsto. Non esiste margine di errore e non ci possono essere ripensamenti.

Tutto deve funzionare con cronometrica precisione. Per la sonda NASA Curiosity il momento della verità sarà lunedì 6 agosto alle 5:30 tempo universale.

Da noi saranno le 7:30 del mattino, quando inizierà la non facile manovra di ammartaggio (per capire quanto sia difficile visitate questo link). La sonda entrerà nell’atmosfera marziana, cento volte meno densa di quella della terra, ma più che sufficiente per surriscaldarla, poi si aprirà il grande paracadute che la rallenterà considerevolmente, ma non abbastanza per farla posare dolcemente sul suolo marziano.

I Rover Spirit e Curiosity hanno usato gli airbags per attutire l’impatto mentre i più antichi Viking si sono affidati ai retrorazzi per l’ultima frenata. Nessuna di queste soluzioni è parsa praticabile agli esperti.

Curiosity è una piccola auto e pesa circa una tonnellata, troppo per gli airbag e troppo anche per i retrorazzi che avrebbero sollevato un gran polverone. Da qui la necessità di una soluzione innovativa: la gru spaziale. Esaurita la forza frenante del paracadute, Curiosity verrà separata dal motore al quale resterà attaccata con fili d’acciaio di una decina di metri. In questo modo i retrorazzi frenanti saranno lontani dal suolo e non solleveranno troppa polvere mentre il rover farà il touch down nel cratere Gale.

A quel punto i fili della gru verranno recisi e il motore si allontanerà ed andrà a schiantarsi lontano dal rover che manderà il segnale di tutto bene a terra, esattamente 7 minuti dopo avere iniziato la manovra.

Anche se Curiosity sarà stato troppo occupato per accorgersene, sopra il luogo dell’ammartaggio ci sarà un piccolo comitato di accoglienza. La NASA e l’ESA hanno modificato le orbite delle loro sonde in orbita marziana perché fossero al posto giusto al momento giusto. Mars Reconnaissance Orbiter, della NASA, tenterà di fotografare la discesa della sonda, un colpaccio mediatico già riuscito per l’ammartaggio di Phoenix che è stato colto mentre scendeva attaccato al paracadute con una foto da lasciare senza fiato.

Mars Odissey, sempre della NASA, e Mars Express, dell’ESA, saranno pronti a rilanciare a terra ogni eventuale segnale dalla sonda. Già perché a terra ci sarà una sala di controllo piena di ingegneri, scienziati, manager (fino ai più alti livelli della NASA) che staranno aspettando di sapere come è andata. Con la loro beneamata sonda a 240 milioni di km (pari a circa 14 minuti luce) non possono fare altro che aspettare che la manovra si compia, tenendo incrociate le dita.

Non saranno propriamente sereni, gli imprevisti sono sempre in agguato. Da milioni di simulazioni della manovra sanno che hanno una probabilità di riuscita di circa il 98%. Circa il 2% delle loro simulazioni sono finite ingloriosamente. Quando riceveranno il segnale “tutto OK” potranno tirare un sospiro di sollievo e festeggiare. Con loro festeggeranno i moltissimi appassionati che si sono dati appuntamento in “landing Party” un po’ dovunque per condividere i 7 minuti di terrore ed i 14 di attesa del segnale che verrà raccolto da una antenna in Australia, la stessa che venne usata per le missioni Apollo.Per chi voglia seguire l’ammartaggio via social network, Curiosity ha un suo account Twitter @MarsCuriosity (hashtag #MSL), oltre ad una pagina Facebook.

Poi inizierà il lavoro, perché Curiosity è un laboratorio con molti strumenti e ha un fitto programma da svolgere. Grazie al generatore nucleare, la potenza a disposizione per gli strumenti non dipenderà dal flebile sole su Marte né dalle stagioni (Spirit, quando funzionava, e Opportunity passano l’inverno marziano 5991 in una situazione di semi-letargo per mancanza di potenza).

Curiosity non avrà queste limitazioni e potrà scorrazzare su Marte per molti anni. Le sonde Voyager, con questi generatori, sono in volo da 35 anni e hanno raggiunto i confini del sistema solare. Un brillante futuro aspetta Curiosity su Marte, deve solo riuscire ad atterrare.

Originariamente pubblicato su chefuturo.it

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Scritto da chef

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