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I colori non esistono. 6 concetti chiave del fenomeno #TheDress (spiegati da una scienziata)

scienze

Parlare del colore di un vestito può sembrare un argomento di conversazione futile, ma forse non è così.

La storia comincia a febbraio quando su Tumblr viene postata la foto scattata durante un matrimonio in una isoletta della Scozia. Il soggetto della foto non è né il luogo né la cerimonia, bensì il vestito indossato dalla madre della sposa, solo il vestito in attesa di essere indossato, senza sfondo e senza un essere umano. Il post è una richiesta di aiuto per decidere quale sia il colore del vestito.

E’ bianco e oro oppure blu e nero?

L’autrice della foto, che faceva parte dell’orchestra che aveva suonato al matrimonio, non riusciva a decidersi, anche perché tutti sembravano avere opinioni contrastanti.

La foto che ha innescato il fenomeno virale “The Dress”

Contrasto che si è puntualmente ripresentato, enormemente amplificato, in rete.

Da Tumblr la foto è migrata su Buzzfeed, Facebook e Twitter facendo partire un tormentone mediatico di notevoli proporzioni. Nel momento di maggior traffico 670.000 persone stavano vedendo il post su Buzzfeed arrivando a 28 milioni di visualizzazioni in due giorni. Una volta visto il post, era quasi impossibile restare indifferenti alla domanda così semplice alla quale ognuno sentiva di poter dare una risposta immediata e senza esitazione. The dress ha diviso il mondo tra chi lo vedeva bianco e oro e chi invece giurava che fosse blu e nero.

In questa foto il vestito della madre della sposa sembra effettivamente blu e nero

Benchè bianco e oro sia risultata la risposta vincente (io appartengo a questa categoria), la ditta produttrice (Roman Originals che lo vende al modico prezzo di 50 sterline) sostiene che i colori del vestito, che è stato rapidamente esaurito, sono blu e nero, come del resto si vede nella foto della mamma vicina alla sposa.

La domanda è, come è possibile vedere in modo così diverso lo stesso oggetto?

1. E’ LA LUCE A “INGANNARE” L’OCCHIO

La risposta non è banale e ci ricorda quanto sia soggettiva la visione che ognuno di noi ha del mondo che ci circonda. Visione che dipende dai ricettori dei nostri occhi, da come questi reagiscono ai diversi livelli di illuminazione (oltre che ai diversi colori) e da come il cervello interpreta i segnali che riceve.

2. IL CERVELLO ELABORA, MA A PARITA’ DI ASSUNZIONI POSSONO ESSERCI RISULTATI DIVERSI

Benchè l’accoppiata occhio cervello sia capace di vedere lo stesso colore anche in diverse condizioni di illuminazione, quando l’immagine non fornisce informazioni sul livello di illuminazione né contiene qualche altro elemento che aiuti ad ancorare la percezione a qualcosa di noto, come nel caso della foto originale di The dress, il cervello lavora su assunzioni che possono portare a risultati contrastanti.

Illuminiamo in modo diverso la stessa sequenza di righe colorate e la percezione del colore cambierà a seconda dell’illuminazione

3. THE DRESS E’ STATO UN ESPERIMENTO SCIENTIFICO INVOLONTARIO

La disputa, che ha tenuto banco per diversi giorni, coinvolgendo celebrità e gente normale, è stata uno straordinario esperimento di massa sulla percezione della luce e dei colori. Un esperimento che, pur assolutamente involontario, ben si inserisce nelle attività collegate all’anno della luce. Non stupisce, quindi, che gruppi di fisiologi, neurologi e psicologi si siano messi al lavoro per capire le ragioni della diversa percezione del colore del vestito.

Sull’ultimo fascicolo di Current Biology sono stati pubblicati tre diversi articoli che cercano di studiare diversi aspetti del processo visivo.

4. PERCEPIAMO I COLORI ATTRAVERSO DEI “CONI”, SE NE ABBIAMO DI MENO VEDIAMO BIANCO

Il primo di questi articoli, “Asymmetries in blue–yellow color perception and in the color of ‘the dress’”, si concentra su quello che è stato da subito il sospettato n.1, ovvero la capacità dei nostri occhi di vedere il colore blu.

La nostra retina ha 6 milioni di coni dedicati alla percezione dei colori. Il numero dei coni dedicati a ciascun colore varia da persona a persona ma molti tendono ad avere meno coni dedicati al blu. Se non c’è abbastanza segnale blu, si vede bianco. Se, invece, i coni blu sono in numero superiore si vede blu.

5. ANCHE IL CONTESTO INFLUENZA LA PERCEZIONE DEI COLORI

Il secondo di questi approfondimenti, “The many colours of ‘the dress”, si focalizza su come il nostro cervello gestisce il rapporto tra colore ed illuminazione esterna. Dal momento che la foto del post mostra il vestito senza uno sfondo o un panorama che permetta di capire il livello di illuminazione, lo studio indaga su come il cervello percepisca un colore piuttosto che un altro in base a certe assunzioni sul livello di illuminazione dell’ambiente.

Sembrerebbe che chi vede il vestito bianco e oro pensi che la foto sia presa in presenza di un cielo azzurro (che non si vede nella foto ma la cui presenza virtuale deprime il colore blu) mentre chi vede il vestito blu e nero assume di essere sotto un’illuminazione artificiale centrata sul giallo.

6. CHI E’ PIU’ GIOVANE VEDE PIU’ BLU

E c’è infine il terzo studio, “Striking individual differences in color perception uncovered by ‘the dress’ photograph”, che presenta un approccio statistico utilizzando 1400 volontari che hanno detto la loro sul colore del vestito. Mediamente, i più giovani tendevano a vedere di più blu e nero e i più anziani bianco e oro. Forse i coni blu diminuiscono con il passare del tempo. A mia parziale consolazione, lo studio dice che le donne tendono a vedere più bianco e oro.

MORALE DELLA FAVOLA

Mentre per i fisici un colore corrisponde alla frequenza della radiazione, la percezione umana dei colori è un mix affascinante di fattori fisiologici, neurologici e psicologici che personalizza tutto quello che vediamo.

Parlare del colore del vestito della mamma della sposa non è stato poi così futile: ci ha regalato un modo originale per festeggiare l’anno della luce.

PATRIZIA CARAVEO12 giugno 2015

Originariamente pubblicato su chefuturo.it

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