Introduzione ai tardigradi
I tardigradi, noti anche come orsi d’acqua, sono creature microscopiche che misurano al massimo un millimetro. Questi piccoli animali invertebrati hanno attirato l’attenzione di scienziati e appassionati per le loro straordinarie capacità di sopravvivenza in condizioni ambientali estreme. La loro resistenza è tale che possono affrontare temperature che variano da -272 °C a oltre 150 °C, oltre a resistere a pressioni elevate e a livelli di radiazioni ionizzanti che sarebbero letali per gli esseri umani.
Meccanismi di resistenza ai danni cellulari
Recenti studi hanno rivelato che i tardigradi possiedono meccanismi molecolari unici che consentono loro di riparare i danni causati dalle radiazioni. In particolare, la scoperta della specie Hypsibius henanensis ha mappato il suo genoma, rivelando almeno tre meccanismi di protezione dalle radiazioni.
Gli scienziati hanno osservato che l’esposizione a radiazioni elevate attiva 285 geni correlati alla risposta allo stress ambientale. Questo processo è simile a quello che avviene in tempo di guerra, dove le fabbriche vengono adattate per produrre munizioni.
Il ruolo delle proteine nella riparazione del DNA
Una delle scoperte più significative riguarda la proteina Trid1, la cui produzione è stimolata dall’esposizione alle radiazioni. Questa proteina accelera la riparazione del DNA danneggiato, un aspetto cruciale per la sopravvivenza dei tardigradi. Inoltre, due proteine legate al funzionamento dei mitocondri, organelli cellulari responsabili della produzione di ATP, sono particolarmente attivate in condizioni di radiazione. Queste proteine proteggono i mitocondri dai danni, garantendo così la produzione continua di energia necessaria per le funzioni cellulari.
Il futuro della ricerca sui tardigradi
Un’altra scoperta interessante è il gene Dopa diossigenasi 1, acquisito dai tardigradi attraverso il trasferimento orizzontale da batteri. Questo gene è fondamentale per la produzione di betalaine, molecole che neutralizzano i radicali liberi generati dall’esposizione a radiazioni elevate. Gli autori dello studio sottolineano che l’estrema resistenza ambientale dei tardigradi rappresenta un tesoro di meccanismi molecolari ancora inesplorati. Sebbene al momento non ci siano applicazioni pratiche dirette, le ricerche sui tardigradi potrebbero un giorno fornire soluzioni per proteggere gli astronauti dalle radiazioni durante le missioni spaziali.