Un report di Cengage Group ha rivelato i veri motivi per cui i lavoratori si licenziano: il burnout è sulla lista ma non è tra le cause principali.
I veri motivi per cui i lavoratori lasciano il lavoro: il burnout non è in cima alla lista
Il burnout influisce sulla decisione dei dipendenti di lasciare il lavoro ma non rappresenta il motivo principale per cui si dimettono. Alla base dei licenziamenti, infatti, esistono svariate motivazioni come maggiori ambizioni per se stessi, obiettivi e aspirazioni.
Il burnout, quindi, non è né la ragione principale per cui la gente lascia il lavoro in numero record né la ragione più grande.
Un nuovo rapporto di Cengage Group, azienda globale di tecnologia dell’istruzione, ha spiegato le ragioni principali per cui le persone stanno lasciando il loro lavoro al tempo delle grandi dimissioni.
I risultati del sondaggio – che è stato condotto alla fine di novembre 2021 e ha incluso 1.200 lavoratori statunitensi che si sono recentemente dimessi o avevano intenzione di dimettersi entro i prossimi sei mesi – hanno evidenziato l’importanza di affrontare le preoccupazioni dei lavoratori prima che si dirigano verso l’uscita.
Ecco i motivi principali per cui i lavoratori se ne vanno, secondo Cengage:
– 91%, “Volevo fare più soldi”;
– 89%, “Mi sentivo esaurito e non supportato”;
– 83%, “Non mi sentivo più in grado di crescere nella mia posizione”;
– 82%, “La pandemia mi ha fatto riconsiderare le mie priorità e/o i miei obiettivi professionali”;
– 81%, “Ho altre passioni o un diverso percorso di carriera che voglio seguire”.
La mancanza di appagamento e l’essere stato scartato per una promozione sono altre ragioni per cui i lavoratori stanno abbandonando i loro lavori.
Lo studio ha anche confermato il cosiddetto effetto di contagio del turnover che colpisce alcuni luoghi di lavoro: il 58% dei lavoratori intervistati, infatti, ha detto che vedere i loro colleghi abbandonare ha influenzato la loro decisione di perseguire nuovi ruoli.
Michael Hansen, le osservazioni del CEO di Cengage Group
Per i datori di lavoro, questo momento rappresenta un’opportunità per premere il pulsante di reset sui loro posti di lavoro, ha detto il CEO di Cengage Group Michael Hansen. “Mentre milioni di persone riconsiderano ciò che è importante per loro – nella vita e nel loro prossimo lavoro – c’è un’opportunità per i datori di lavoro di riconsiderare come sostengono il benessere e la crescita professionale dei dipendenti”, ha spiegato.
Hansen raccomanda ai datori di lavoro di investire nella riqualificazione della loro forza lavoro: offrire opportunità di crescita è un modo non solo per attirare nuovi lavoratori, ma anche per mantenere quelli attuali.
Ha osservato che un simile atteggiamento va oltre l’offerta del rimborso delle tasse scolastiche. Anche se Hansen pensa che sia un grande vantaggio, crede che il rimborso delle tasse scolastiche non sia sufficiente, poiché è orientato a ricevere una laurea tradizionale. Alcuni lavoratori potrebbero voler vedere un progresso più imminente con qualcosa che richiede meno tempo, come un corso una tantum che dura qualche mese.
Hansen ha aggiunto che è sorprendente vedere la quantità di persone che seguono corsi di formazione online. “Questo dice qualcosa sulla dedizione e la resilienza della forza lavoro americana”, ha osservato. “Queste persone non si dimettono perché sono stanche o esauste; si dimettono perché hanno ambizioni per se stessi, obiettivi e aspirazioni“.