I video a 360 °? Piacciono a YouTube e sono un tesoro per il turismo

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Una decina di anni fa mi affacciavo al marketing, comunicazione, alla promozione territoriale e c’era un’espressione molto in voga e che personalmente ho sempre odiato perché la ritenevo falsa, vacua, ingannevole: a 360°.

Tutte le agenzie, gli studi di consulenza, e chi più ne ha più ne metta, dichiaravano apertamente sui loro canali (sito web o poco più, all’epoca): forniamo soluzioni a 360° (alcuni addirittura chiavi in mano. Bah!).

Dalle soluzioni a 360° al reale

Mi sono portato dietro questo retaggio fastidioso fino a quando, qualche mese fa, mi sono imbattuto nella notizia che YouTube aveva rilasciato la possibilità per gli utenti di pubblicare online video a 360°. Un secondo dopo, pur ingoiando un rospo grande quanto una casa, dovuto più alla locuzione che al suo reale contenuto, mi sono messo al lavoro pensando: adesso si aprono prospettive finalmente nuove per una serie di attività collegate alla narrazione immersiva, alla portata di tutti.

Valorizzazione territoriale, smart-tourism, storytelling, territorio, cultura, futuro, societing, marketing territoriale, opendata, incoming, big data, formazione, social network, netnografia, internazionalizzazione, promozione, racconto, territorio, openfuture: queste le prime parole che mi sono balenate agli occhi e che hanno generato altrettanti percorsi ed innesti virtuosi.

Il primo video che abbiamo prodotto e con cui, seppure in maniera ancora artigianale, abbiamo stupito tante persone nel mese di giugno, lungo il decumano di EXPO2015 è questo.

In una missione di promozione generammo un piano narrativo che prevedeva la presenza di due persone con delle t-shirt personalizzate, con un paio di ali sulle spalle, che fermavano visitatori chiedendogli di indossare una google cardboard ed una cuffia. A quel punto iniziava il viaggio a 360° appesi a un filo.

Una delle due hostess tirava fuori un ventilatore portatile, generando il senso della 4° dimensione: il vento sulla faccia.

Avevamo portato il volo dell’angelo (uno degli attrattori turistici italiani di maggior successo in Europa, che consiste in un volo appesi ad un cavo tra due pesi incastonati nelle dolomiti lucane: Castelmezzano e Pietrapertosa in Basilicata), direttamente a Milano.

Con pochissime risorse e tanta creatività, siamo riusciti a portare un intero territorio in un luogo distante più di 1000 chilometri.

Da quel momento non ci siamo più fermati e abbiamo dato vita a meraviglia360: uno strumento per accompagnare le attività di promozione territoriale, valorizzando la narrazione delle peculiarità territoriali, la bellezza, il gusto, lo stile, la storia, la cultura, in un’ottica integrata, innovativa e partecipata.

Cambiare prospettiva

Se avete visto Big Hero 6 vi ricorderete sicuramente della parte in cui Hiro (il piccolo protagonista del film di animazione della Pixar) è in crisi perché sembra non abbia una idea brillante da presentare ad una grande esposizione di innovatori per poter accedere ad un college di ricerca. Ad un certo punto, Tadashi (il fratello maggiore), si prende gioco di lui dandogli un’opportunità: lo prende in braccio, lo mette e testa in giù e gli dice, guarda le cose da un altro punto di vista, non ti ostinare a guardare sempre nella stessa direzione!

Una verità, un modo corretto di interpretare tutte le opzioni che la straordinaria varietà del mondo ogni giorno ci presenta.

L’innovatore non è sempre uno scienziato, non è necessario che inventi qualcosa di nuovo. L’innovatore può rimescolare le carte in tavola e guardare il tutto da un’altra prospettiva.

Adesso immaginate una missione di internazionalizzazione a 10.000 chilometri dal luogo in cui un determinato vino viene prodotto. Immaginate di affiancare al classico incontro d’affari, alla classica agenda con i potenziali buyers, un momento in cui oltre a parlare di bottiglie, di qualità del prodotto, di spese di trasporto e di velocità di consegna, di dogane e di tasse si permetta alle persone di immergersi totalmente in una realtà fatta di visioni, suoni colori.

Immaginate di sentire il profumo vero di quel territorio, liberato nell’aria da appositi diffusori collegati alla narrazione visiva. E immaginate ancora di abbassare lo sguardo, vedere la terra che ha generato quel vino e di poter davvero immergere dentro le mani e toccarla.

Questa è l’innovazione di cui vi sto parlando e che sta rivoluzionando il mondo del racconto, passando dalla riproduzione della realtà al trasporto della realtà in una dimensione di scoperta e condivisione che non è mai stata così vera e vicina.

Immaginate adesso di affiancare questo nuovo modo di raccontare il territorio, un prodotto un festival o qualsiasi cosa credete abbia a che fare con la bellezza e immaginate di inserirlo in un progetto che prevede anche l’implementazione di strumenti innovativi ed il ricorso ad azioni specifiche di societing, e dunque l’attualizzazione degli strumenti classicamente riconducibili al marketing territoriale, finalizzati ad accrescere i livelli di interazione tra e con il pubblico, tramite il ricorso a tecnologie in grado sia di informare, emozionare e coinvolgere le tribù di riferimento (anche e soprattutto attraverso il ricorso agli strumenti di analisi della conversazioni e l’applicazione dei modelli dell’etnografia digitale).

Finalmente mi sono scrollato di dosso un peso: 360° non è più una locuzione vacua e ingannevole, ma un nuovo modo per raccontare il mondo, in modo meraviglioso e reale.

Originariamente pubblicato su chefuturo.it

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