Un algoritmo di apprendimento automatico ha appena confermato l’esistenza di 50 nuovi pianeti. Il team dietro l’algoritmo, dell’Università di Warwick, ha fornito enormi risultati partendo dai dataset provenienti dalla missione Kepler della NASA, ora in pensione, e dal Transiting Exoplanet Survey Satellite (TESS), un telescopio spaziale lanciato nel 2018.
Le novità apportate dall’algoritmo
Gli scienziati sperano che le loro ricerche possano aprire la strada a future tecniche di convalida dei pianeti. Le tecniche attuali per individuare e confermare l’esistenza di altri pianeti sono facilmente influenzabili dal rumore, dall’interferenza di un oggetto sullo sfondo o anche da errori nella fotocamera. Il team ha addestrato il loro algoritmo insegnandogli la differenza tra pianeti confermati e falsi positivi.
Lo hanno poi riversato su un set di dati separato che deve ancora essere convalidato per i candidati planetari. L’algoritmo è stato in grado di confermare 50 nuovi pianeti – una novità assoluta nella storia dell’astronomia, secondo il team.
“L’algoritmo che abbiamo sviluppato ci permette di portare cinquanta candidati oltre la soglia per la convalida dei pianeti, aggiornandoli a pianeti reali”, ha detto David Armstrong, del dipartimento di fisica dell’Università di Warwick, e autore principale dell’articolo pubblicato in un comunicato sulla rivista Monthly Notices of the Royal Astronomical Society la scorsa settimana.
I pianeti possono avere una grande varietà in termini di dimensioni: alcuni sono grandi come Nettuno, mentre altri sono ancora più piccoli della Terra. “Piuttosto che dire quali sono i candidati più probabili ad essere pianeti, ora possiamo dire quale sia la precisa probabilità statistica”, ha spiegato Armstrong. “Dove c’è meno dell’1 per cento di probabilità che un candidato sia un falso positivo, è considerato un pianeta convalidato“.
Non è solo estremamente efficace, l’algoritmo funziona molto velocemente e in modo autonomo. “Dobbiamo ancora dedicare del tempo all’addestramento dell’algoritmo, ma una volta fatto questo diventa molto più facile applicarlo ai futuri candidati”, ha aggiunto Armstrong. “Speriamo di applicare questa tecnica a grandi campioni di candidati delle missioni attuali e future come TESS e PLATO (PLAnetary Transits and Oscillations of stars, un telescopio spaziale che sarà lanciato nel 2026″.