Quest’anno, dopo essere rientrato dalle mie piacevolissime ferie, ho partecipato per la prima volta all’ IFA di Berlino, uno dei più grandi eventi espositivi al mondo dell’elettronica di consumo, che mi ha decisamente impressionato. La prima cosa che mi ha sorpreso è stata l’assoluta semplicità della registrazione: compilando un modulo al quale ho allegato un documento che mi accreditava come autore di CheFuturo! ho ricevuto il mio documento di ingresso all’evento e, una volta a Berlino, non ho dovuto fare niente altro che esibirlo per avere libero accesso a tutti i padiglioni. Niente email, niente telefonate, niente code. E scusate se è poco!
Sono arrivato a Berlino un paio di giorni prima dell’apertura al pubblico per partecipare agli eventi dedicati alla stampa ed ai blogger, categoria quest’ultima tenuta in grandissima considerazione da tutti gli espositori.
In una fiera come questa, una sorta di paese dei balocchi per un appassionato di tecnologia come me, esibire un badge che ti qualifica come membro della tribù dei Media è come avere una specie di superpotere: vieni accolto con ampi sorrisi dagli addetti stampa che sono felici di darti chiarimenti dettagliati sui loro prodotti. Mentre facevo una foto a degli oggetti che mi avevano particolarmente incuriosito, un espositore mi si è avvicinato aggressivo dicendomi che era proibito farlo, solo per poi fermarsi intimidito alla vista del mio cartellino.
Sono stato ospitato in comodi spazi dedicati alla stampa nei quali ho conversato con i vari esperti in materia e ho imparato un sacco di cose. In questo stato di grazia mi sono aggirato tra gli immensi padiglioni della fiera di Berlino scoprendo che la prossima generazione di televisori ha una definizione talmente meravigliosa che non esiste praticamente alcun contenuto visualizzabile con soddisfazione, che tutto quello che viene o verrà offerto in 3D con occhiali o senza, nel migliore dei casi mi causa una leggera nausea.
E che comunque – a parte il piccolo dettaglio di convincere mia moglie – il mio salotto sarebbe pronto ad accogliere uno schermo da 84 pollici che, lasciatemelo dire, non sono veramente moltissimi.
Dopo essermi accertato del fatto che il lancio di Windows8 ha decisamente rivitalizzato il design dei computer portatili e da scrivania, generando oggetti ibridi tra il classico PC e il tablet con alcuni risultati accattivanti (come ad esempio i prodotti presentati da Sony e da Toshiba) mi sono dedicato con gioia all’esplorazione del magico mondo degli elettrodomestici. Come tutti, sono stato attratto come una falena dai luminosi stand dei grandi marchi e sono rimasto incantato dai ferri da stiro della Philips, dai ventilatori e dagli aspirapolvere della Dyson, dalle lavatrici della Bosch e della Miele.
Per non parlare delle batterie ricaricabili da auto della Samsung, dei robot domestici della Kenwood, delle piastre per cottura ad induzione termica di vari produttori: alcune di queste sono degli oggetti estremamente sofisticati e venivano presentati da famosi cuochi.
Il dato che mi ha colpito di più in assoluto è stata l’estrema chiarezza con la quale venivano presentati i dati relativi al consumo energetico dei diversi prodotti: una serie di tabelle li mettevano a confronto con altri elettrodomestici, con prodotti concorrenti. Alcuni spingevano addirittura ad azzardare un costo in euro per i consumi elettrici per un utente medio. Insomma, tutti i grandi marchi presentavano varie soluzioni, alcune delle quali estremamente creative. Sono stato guidato nel mio giro da un amico, vero esperto della materia, che si soffermava ad apprezzare con perizia i dettagli dei prodotti, senza farsi abbagliare dai lustrini.
Smaltita l’ubriacatura da prodotto di marca, il mio Virgilio mi ha sapientemente condotto nel girone dei produttori sotterranei.
In senso letterale perché erano confinati nei padiglioni ricavati nel sottosuolo della fiera. Sottoterra abbiamo trovato file infinite di piccoli stand che proponevano prodotti che differivano gli uni dagli altri per dettagli infinitesimali e che erano tutti “Patent Pending”. Un dettaglio emblematico che ci ha fatto bene intendere come i coreani del Sud – per quanto riguarda la capacità di copiare prodotti tecnologici – sono in ottima ed abbondante compagnia. In effetti, non avevo capito che la regola della somiglianza tra i prodotti – che si è affermata a causa probabilmente della globalizzazione che ha uniformato la sensibilità dei consumatori – non vale solamente per gli smartphone. Ogni segmento del mercato ha il suo iPhone equivalente e quindi se vuoi fare un aspirapolvere figo assomiglierà, molto o poco a seconda della spudoratezza del produttore, ad un Dyson.
E lo stesso vale per ferri da stiro, frigoriferi, deumidificatori, robot domestici e via dicendo. Potete verificare facilmente questa regola cercando su Google immagini di un elettrodomestico qualunque. Selezionatelo e chiedete al motore di ricerca di farvi vedere le immagini simili: i risultati saranno decisamente sorprendenti. In mezzo ad una montagna di prodotti fotocopia, però, si trovano alcune perle. Come, ad esempio, i minuscoli altoparlanti a risonanza Vibroy dei coreani di Xenics, che trasformano letteralmente qualunque cosa in un altoparlante, da un cartone del latte ad un fustino di detersivo.
In un angolo oscuro si sono rivelati a noi una piccola automobilina, un piccolo elicottero ed un piccolo dirigibile, tutti governati da una applicazione per iPhone che consente di muoverli e raccogliere le immagini delle loro videocamere. Un ottimo modo per trasformare chiunque in una piccola spia. Per non parlare della pallina da golf intelligente che scarica sullo smartphone una enorme quantità di dati relativi alle vostre prestazioni di gioco.
Un dato comune a moltissimi prodotti, infatti, riguarda la grande quantità di sensori che rilevano velocità, pressione, temperatura, luminosità e volume installati su frigoriferi, lavatrici, televisori e macchine fotografiche. Tutti questi sensori forniscono a sofisticati software di bordo gli elementi per prendere decisioni che vanno dalla messa a fuoco perfetta alla quantità di detersivo da utilizzare, sempre in un’ottica volta al risparmio energetico.
Potrei parlarvi per giorni delle meraviglie in campo audio e video: cuffie straordinarie e macchine fotografiche che riproducono immagini meravigliose con pochi brandelli di luce, ma anche in questo caso vorrei sottolineare solo due dati salienti. Per quanto riguarda l’ audio sono stato colpito dalla presenza quasi imbarazzante di AirPlay di Apple sugli altoparlanti di ogni ordine e grado: da quelli più lussuosi ricchi di diffusori e rivestiti di pelle, a quelli da party in spiaggia rivestiti di gomma colorata. Il messaggio in sostanza era che, comunque, la musica si suona su apparati che, se non sono della Apple, sono almeno mela-compatibili.
Per quanto riguarda il video, ho notato una ulteriore vittoria della mela morsicata, che ha definitivamente stabilito un nuovo principio: lo spazio della macchina fotografica compatta è lo stesso dello smartphone. Ecco perché i produttori hanno presentato un ricco assortimento di macchine comandabili dal telefono che diventa telecomando e stazione di revisione e correzione delle foto, oltre che di pubblicazione istantanea nei social network.
Se avremo modo di farlo – e se vi interessa – prossimamente vi descriverò in maniera dettagliata alcuni dei prodotti che mi hanno impressionato di più. Per il momento concludo e ringrazio per la loro collaborazione Matteo Bordone e Jaime D’Alessandro che hanno condiviso con me qualche chilometro di peregrinazioni in fiera e, soprattutto, gli amici della Sony che hanno reso possibile la mia partecipazione all’ IFA di Berlino.
Milano, 10 settembre 2012MARCO ZAMPERINI