Un viaggio di oltre 1400 chilometri
Gli studenti universitari serbi hanno intrapreso un viaggio straordinario, pedalando per oltre 1400 chilometri attraverso l’Europa, da Novi Sad a Strasburgo. Questo percorso, noto come Tura do Strazbura, è molto più di una semplice manifestazione: è un simbolo di un desiderio collettivo di giustizia, libertà e rinascita. Con oltre ottanta partecipanti, tra studenti e membri della comunità accademica, il gruppo ha affrontato tredici tappe, pedalando tra le intemperie e trovando sostegno nelle comunità locali che li hanno accolti lungo il cammino.
Un appello all’Unione Europea
Arrivati a Strasburgo, gli studenti hanno avuto l’opportunità di incontrare rappresentanti delle istituzioni europee, raccontando le ingiustizie subite durante le manifestazioni in Serbia. Hanno denunciato l’uso di metodi repressivi da parte delle autorità, come il controverso “cannone sonico” utilizzato per disperdere i manifestanti.
La loro richiesta non è quella di elemosinare soluzioni, ma di sollecitare l’attenzione di un’Unione Europea che si professa democratica e difensore dei diritti umani. La Serbia, che ha presentato domanda di adesione all’UE nel 2009, ha visto pochi progressi, e gli studenti chiedono un impegno concreto per il cambiamento.
Le richieste degli studenti
Durante il loro viaggio, gli studenti hanno articolato quattro richieste fondamentali: la pubblicazione della documentazione relativa alla ricostruzione della stazione ferroviaria di Novi Sad, l’identificazione degli aggressori durante le proteste, la fine della criminalizzazione del dissenso e un incremento del budget per l’istruzione. Queste richieste rappresentano un grido di aiuto per un sistema che molti percepiscono come distante e ostile. La mobilitazione ha generato un’ondata di partecipazione sui social media, trasformando il viaggio in un movimento collettivo di speranza e determinazione.
Un simbolo di speranza e resistenza
Il lungo tragitto in bicicletta non è stato solo un atto di protesta, ma un simbolo della speranza di costruire un futuro migliore in Serbia. Gli studenti hanno dimostrato che resistere significa riprendersi gli spazi pubblici e far sentire la propria voce. La Ceremonija za Heroje, tenutasi al termine del viaggio, ha rappresentato un momento di celebrazione e di riconoscimento per il coraggio e la determinazione di questi giovani. In un’Europa che sta vivendo rinnovati movimenti civili, la mobilitazione degli studenti serbi è un invito a ripensare le forme di partecipazione attiva e a non rimanere in silenzio di fronte all’ingiustizia.