Un progetto ambizioso ma problematico
Il progetto Humane Ai Pin, lanciato nel 2024, ha suscitato un notevole interesse per le sue innovative funzionalità basate su intelligenza artificiale. Tuttavia, nonostante le aspettative iniziali, il dispositivo ha affrontato una serie di problemi tecnici e di usabilità che hanno portato a una restituzione di massa da parte dei pochi possessori. La spilla, concepita come un surrogato dello smartphone, ha deluso le promesse fatte, trasformandosi rapidamente in un prodotto controverso.
La chiusura definitiva
Con un comunicato a sorpresa, Humane ha annunciato che il 28 febbraio prossimo tutti gli Ai Pin smetteranno di funzionare. Questo segna la fine di un’iniziativa che, sebbene fosse stata presentata come rivoluzionaria, si è rivelata insostenibile. Gli utenti non potranno più accedere alle funzionalità del dispositivo, come la conversazione con l’AI o l’accesso ai file sul cloud.
In un contesto in cui la tecnologia avanza rapidamente, la chiusura di un progetto così ambizioso lascia un segno di tristezza e riflessione.
Le conseguenze economiche
Humane, fondata da ex-dipendenti Apple, ha raccolto circa 230 milioni di dollari in finanziamenti, ma la vendita dei dispositivi non ha raggiunto le aspettative. Il prezzo iniziale di 699 dollari è stato abbassato a 499 dollari, ma ciò non è bastato a risollevare le sorti del progetto. Ora, una parte della società sarà acquisita da HP per 116 milioni di dollari, un importo ben lontano dalla richiesta iniziale di 1 miliardo. Questo ridimensionamento evidenzia le difficoltà economiche e strategiche che Humane ha affrontato nel tentativo di affermarsi nel mercato.
Un futuro incerto per i possessori
Per i possessori degli Ai Pin, la situazione è altrettanto complessa. Humane ha suggerito di scaricare i propri dati personali tramite l’applicazione prima della chiusura definitiva, poiché tutto verrà eliminato dopo il 28 febbraio. Inoltre, è ancora possibile restituire i dispositivi per ottenere un rimborso, ma solo per acquisti effettuati negli ultimi 90 giorni. Questo lascia molti utenti in una posizione difficile, costretti a fare i conti con un investimento che si è rivelato infruttuoso.