Il futuro è nello spazio con gli open data della nasa

lifestyle

Sono almeno due anni che in Italia si parla di Open Data. Associazioni e giornalisti stanno provando a diffondere il verbo, ma i risultati sono ancora scarsi perché manca una cosa fondamentale: la volontà di renderlo davvero una realtà. Chi sono i colpevoli? Beh, sicuramente il sospettato numero uno è il Governo o forse l’intera politica perché le rivoluzioni culturali hanno bisogno di leggi che le supportino e le favoriscano.

Purtroppo, come spesso accade, per trovare esempi virtuosi bisogna guardare aldilà dell’oceano. In questo caso vi racconto la storia di Open Nasa attraverso le risposte alle mie domande di Nicholas Skytland, Program Manager NASA Open Innovation Program.

Qual è la storia di Open NASA?

«Nel suo primo giorno in carica, il presidente Obama ha firmato il memorandum sulla trasparenza e l’Open Government, inaugurando una nuova era di governo aperto e responsabile, con lo scopo di colmare il divario tra il popolo americano e il suo governo.

L’Amministrazione era interessata a migliorare il rapporto con i cittadini attraverso una maggiore apertura verso le nuove tecnologie, che possono influenzare le decisioni che riguardano la loro vita. L’8 dicembre 2009, la Casa Bianca ha emesso la direttiva Open Government Directive imponendo alle agenzie federali di adottare immediate misure specifiche per raggiungere traguardi importanti in termini di trasparenza, partecipazione e collaborazione. Tutta la storia di come l’amministrazione Obama sta cambiando il modo in cui Washington lavora, tutte le milestones intermedie si possono leggere sulla Dashboard Open Government.

La NASA ha abbracciato la direttiva Open Government e nell’aprile 2010 è uscita la prima versione del piano di Open Government che includeva oltre 150 milestones con l’obiettivo di aumentare la trasparenza e diventare un’agenzia spaziale partecipativa e collaborativa.

Da quel momento siamo stati al lavoro per l’attuazione del Piano originale con l’obiettivo finale di incorporare principi propri dell’amministrazione aperta a tutti i livelli più profondi della nostra organizzazione.

Due anni più tardi, nel mese di aprile 2012, abbiamo rilasciato la nostra versione più recente (versione 2.0) del piano di Open Government. Il nostro piano raccoglie le numerose attività nuove che esemplificano l’evoluzione della trasparenza nella politica della NASA (la tecnologia e la cultura) e offre ai cittadini l’opportunità di rispondere e di impegnarsi. È possibile rivedere l’intero piano online http://open.nasa.gov/plan. Oggi la NASA continua ad abbracciare la sfida degli Open Data e, come diretta conseguenza dell’iniziativa Open Government, la NASA è ancora più trasparente, partecipativa e collaborativa.

Con il rilascio della seconda versione del nostro piano, stiamo costruendo sui successi e le lezioni apprese, pensando già alla prossima generazione di Open Government. Le linee guida contenute nella direttiva Open Government crea opportunità culturali e procedurali per nuove iniziative. Noi crediamo che questo sia un processo di apprendimento continuo, e quindi abbiamo scelto di concentrare i nostri sforzi per realizzare un framework di Open Government in cui sperimentare ed imparare nel corso del tempo.

Il framework del Piano della NASA è rimasto lo stesso sia in versione 1 e 2 del nostro progetto, ma le numerose attività connesse con la versione 2.0 del Piano sono cambiate. La NASA ha sviluppato i seguenti cinque principi per guidare gli sforzi per integrare l’Open Government:

1. Aumentare la trasparenza e la responsabilità dell’Agenzia vero gli stakeholder esterni.

2. Attivare la partecipazione dei cittadini alla missione della NASA.

3. Migliorare la collaborazione interna della NASA e l’innovazione.

4. Incoraggiare partnership che possono creare opportunità economiche.

5. Istituzionalizzare filosofie e pratiche dell’Open Government alla NASA.

Questi obiettivi sono direttamente in linea con la direttiva Open Government: abbiamo imparato che non vi è alcun modo già scritto per essere un’agenzia open. Noi crediamo che sia responsabilità di ogni ufficio, programma, e dipendente di rendere questa visione una realtà. Il nostro framwork di Open Government si sforza di essere multi-dimensionale nel suo approccio, rivolgendosi alla tecnologia, alla politica ed alla cultura. Quando tutti e tre queste componenti lavorano insieme maggiori sono le possibilità di miglioramento».

Quali sono i numeri del progetto?

«L’iniziativa Open Government fornisce un’occasione per assicurare che siamo aperti nei nostri processi, che generiamo dati di utilità per il settore spaziale, che sappiamo adattarci all’evoluzione del contesto esterno, abbracciando le nuove tecnologie, entrando in contatto con i nostri cittadini, favorendo collaborazioni e partnership. Il risultato è il riconoscimento del Governo che siamo in grado di essere rilevanti per i nostri stakeholder al fine di creare una cultura di apertura nella democrazia partecipativa del ventunesimo secolo.

Il nostro approccio alla NASA è stato quello di lavorare per aprire il codice il più possibile per rendere disponibili i nostri dati a tutti.

Poiché la NASA è una comunità di scienziati, ingegneri e altri professionisti che esplorano la Terra e lo spazio per il bene del genere umano, ci sono molti modi diversi con cui la NASA fa questo. Abbiamo lavorato per creare una directory di Open Source e Open Data projects. Ci sono centinaia, se non migliaia, di set di dati che sono a disposizione del pubblico, e appena scopriremo maggiori informazioni riguardo l’universo o risolveremo nuove sfide di ingegneria, ne rilasceremo molti altri.

Come abbiamo notato nella prima versione del Piano, l’adozione di nuove tecnologie, i protocolli, le procedure e la politica richiedono tempo. Tuttavia, continuiamo a credere che l’iniziativa Open Government è un’opportunità per rafforzare la NASA, e, a sua volta, rafforzare la democrazia.

Uno dei principali obiettivi della seconda versione del nostro piano è quello di concentrarsi in particolare sulle opportunità di partecipazione. Per questo abbiamo creato un elenco di oltre 100 progetti di partecipazione a cui il pubblico può prendere parte. Infine, abbiamo documentato tutto quello che stiamo facendo alla NASA per quanto riguarda l’Open Government sul nostro blog all’indirizzo http://www.open.nasa.gov.

Come mai la NASA, nonostante l’importanza dei suoi dati, ha deciso di renderli pubblici?

«Liberare i dati della NASA ha un sacco di senso! I principi fondamentali dell’Open Government – la partecipazione, la collaborazione e la trasparenza – sono stati incorporati nelle operazioni della NASA per più di 50 anni. In effetti, l’atto fondante della NASA, il National Aeronautics and Space Act del 1958, affronta il ruolo che la NASA dovrebbe svolgere per garantire il benessere generale degli Stati Uniti, con un linguaggio che ricorda molto i i principi dell’Open Government:

Sec. 203. (a) The Administration, in order to carry out the purpose of this Act, shall—

(1) plan, direct, and conduct aeronautical and space activities;

(2) arrange for participation by the scientific community in planning scientific measurements and observations to be made through use of aeronautical and space vehicles, and conduct or arrange for the conduct of such measurements and observations;

(3) provide for the widest practicable and appropriate dissemination of information concerning its activities and the results thereof;

(4) seek and encourage, to the maximum extent possible, the fullest commercial use of space;

(5) encourage and provide for Federal Government use of commercially provided space services and hardware, consistent with the requirements of the Federal Government.

NASA Space Act (as Amended), Section 203

Vi è un forte legame tra la trasparenza, la diffusione delle informazioni, e gli usi commerciali dello spazio (o lo sviluppo economico). Per più di mezzo secolo, abbiamo creato le politiche ed i processi per realizzare la nostra missione

Gli esempi includono:

  • La disponibilità di dati scientifici grezzi archiviati da tutte le missioni della NASA, resi disponibili a tutti per eventuali altri usi.
  • L’inclusione della comunità scientifica internazionale nella pianificazione strategica, soprattutto attraverso le National Academies of Science e di altri gruppi di lavoro.
  • L’uso di open competition, tra i centri della NASA, il mondo accademico e l’industria, per l’attuazione delle attività che aiutano a soddisfare le esigenze della missione.
  • Il nostro Piano per l’Open Government raccoglie le numerose attività nuove che esemplificano l’evoluzione della trasparenza nella politica della NASA, la tecnologia e la cultura – e offre ai cittadini l’opportunità di rispondere e di impegnarsi»

Gli Open Data sono stati adottati negli Stati Uniti? Qual è stato il contributo dello Stato per promuoverne l’adozione?

«Posso solo parlare di quello che vedo alla NASA, c’è una domanda continua e crescente dei nostri dati. Riceviamo costantemente richieste di dati e del codice che produciamo, e lavoriamo per renderne sempre di più a disposizione del pubblico. Abbiamo anche ospitato una serie di progetti per offrire al pubblico la possibilità di utilizzare i nostri dati per la produzione di soluzioni concrete a problemi difficili. Un esempio di questo è stata la International Space Apps Challenge che abbiamo ospitato nel mese di aprile 2012.

Oltre 100 applicazioni sono state sviluppate entro 48 ore. Più di 2000 persone provenienti da 25 città in 17 paesi hanno partecipato. La risposta è stata incredibile. Siamo nelle fasi iniziali della pianificazione della seconda edizione che si terrà nella primavera del 2013 ».

Il lavoro di Nicholas e dei suoi colleghi deve essere un monito per tutti noi, non solo si può fare ma lo si può fare anche bene. Basta solo volerlo.

Napoli 12, Ottobre 2012

ANTONIO SAVARESE

Originariamente pubblicato su chefuturo.it

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

What do you think?

Scritto da chef

default featured image 3 1200x900 1

L’arte di innovare, così Giffoni Film Festival si apre alle startup

lifestyle

Perché tutti vogliono fare soldi e pochi si preoccupano degli altri?