Il contesto dell’accordo tra GEDI e OpenAI
Negli ultimi mesi, il gruppo GEDI ha annunciato la sua intenzione di vendere contenuti editoriali a OpenAI, un’azienda californiana nota per lo sviluppo di modelli di intelligenza artificiale. Questa decisione ha sollevato preoccupazioni significative, in particolare da parte del Garante per la protezione dei dati personali, che ha emesso un avvertimento formale al gruppo. L’accordo prevede la cessione di articoli pubblicati su testate come La Repubblica e La Stampa, destinati all’addestramento di modelli di AI, inclusi quelli utilizzati da ChatGPT.
Le implicazioni legali del trasferimento dei dati
Il Garante ha sottolineato che la vendita dell’archivio di GEDI a OpenAI potrebbe violare il Regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR).
In particolare, l’autorità ha evidenziato che l’archivio contiene dati personali che non possono essere trasferiti a terzi senza le necessarie cautele. Secondo la normativa, è fondamentale ottenere il consenso esplicito degli interessati prima di procedere con il trattamento dei loro dati. Gli articoli 9 e 10 del GDPR stabiliscono chiaramente che il legittimo interesse non è sufficiente in questo caso.
Le responsabilità di GEDI e le prossime azioni
In risposta all’avvertimento del Garante, GEDI ha comunicato che fornirà a OpenAI solo i contenuti pubblicati fino a una certa data, ma la questione rimane complessa. Il Garante ha chiarito che GEDI deve contattare tutti gli interessati prima di procedere con la cessione dei dati. Inoltre, sono stati riscontrati mancati adempimenti agli obblighi informativi e di trasparenza previsti dal GDPR.
Se GEDI dovesse procedere con l’invio dell’archivio a OpenAI senza rispettare le normative, potrebbe affrontare sanzioni significative e l’avvio di un procedimento legale.
La necessità di una maggiore trasparenza
Questo caso evidenzia l’importanza della trasparenza nel trattamento dei dati personali, soprattutto in un contesto in cui le aziende tecnologiche stanno cercando di espandere le loro capacità attraverso l’uso di grandi archivi di dati. Il Garante ha messo in guardia GEDI sulla necessità di rispettare i diritti degli utenti e di garantire che ogni trattamento di dati avvenga in conformità con le normative vigenti. La situazione attuale rappresenta un’opportunità per riflettere su come le aziende gestiscono i dati e sull’importanza di proteggere la privacy degli individui.