La decisione del governo albanese
Il governo albanese ha annunciato una misura drastica: il blocco di TikTok per un periodo di almeno un anno. Questa decisione, che entrerà in vigore a partire da gennaio 2025, è stata presa dal Primo Ministro Edi Rama e dal Ministro dell’istruzione Ogerta Manastirliu, dopo un incontro con insegnanti e genitori preoccupati per l’impatto dei social media sui giovani. La scelta di limitare l’accesso a TikTok si inserisce in un contesto più ampio di restrizioni sui social media in diversi paesi europei, dove si cerca di tutelare i minorenni da contenuti potenzialmente dannosi.
Il contesto europeo e le preoccupazioni globali
Negli ultimi anni, molti paesi, tra cui Francia, Germania e Belgio, hanno adottato misure simili per limitare l’uso dei social media tra i giovani.
In Australia, ad esempio, è stata approvata una legge che vieta l’accesso ai social media per i minori di 16 anni. TikTok, in particolare, è stato frequentemente accusato di avere effetti negativi sulla salute mentale e fisica dei giovani utenti. La dipendenza da queste piattaforme è uno degli aspetti che la Commissione europea sta attualmente indagando, con l’obiettivo di comprendere meglio come i social media influenzino il comportamento giovanile.
Il caso che ha scatenato il divieto
La decisione di bloccare TikTok in Albania è stata accelerata da un tragico evento avvenuto a novembre, quando due studenti hanno litigato su TikTok, culminando in un accoltellamento mortale. Questo episodio ha sollevato interrogativi sulla responsabilità delle piattaforme social nella diffusione di contenuti violenti e ha portato il Primo Ministro a dichiarare che il problema non risiede solo nei giovani, ma anche nella società e nelle piattaforme che influenzano le loro vite.
La misura, che sarà implementata gradualmente entro otto settimane, rappresenta un tentativo di affrontare una crisi percepita nella sicurezza dei giovani.
La risposta di TikTok e le implicazioni legali
In risposta a queste accuse, TikTok ha chiesto chiarimenti al governo albanese, sostenendo di non aver trovato prove che collegassero l’incidente alla propria piattaforma. Un portavoce dell’azienda ha affermato che i video incriminati sono stati pubblicati su un’altra piattaforma, non su TikTok. Questo scambio di accuse evidenzia la crescente tensione tra i governi e le aziende tecnologiche riguardo alla regolamentazione dei contenuti online. Inoltre, a partire dal 10 gennaio, si svolgeranno udienze presso la Corte Suprema degli Stati Uniti riguardo a un altro potenziale divieto di TikTok, il che suggerisce che la questione della regolamentazione dei social media è destinata a rimanere al centro del dibattito pubblico.