Il governo italiano modifica le normative sulle criptovalute
Il governo italiano ha recentemente intrapreso un’importante iniziativa per allineare le proprie normative alle nuove direttive europee riguardanti le criptovalute. Durante il Consiglio dei ministri del 29 ottobre, è stata approvata in esame preliminare un decreto legislativo che modifica il quadro normativo esistente, in particolare il decreto antiriciclaggio del 2007. Queste modifiche sono state proposte dal ministro per gli Affari europei, Raffaele Fitto, e dal ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti.
Modifiche al decreto antiriciclaggio
Le modifiche apportate mirano a rafforzare i presidi di antiriciclaggio relativi alle criptovalute, introducendo definizioni aggiornate per “cripto-attività” e “prestatori di servizi per le cripto-attività” (Casp). Queste figure professionali, ora classificate come intermediari bancari e finanziari, saranno soggette agli stessi requisiti di vigilanza previsti per le istituzioni finanziarie tradizionali.
Questo cambiamento è fondamentale per garantire una maggiore trasparenza e sicurezza nel settore delle criptovalute.
Obblighi per i prestatori di servizi
I Casp dovranno rispettare specifici obblighi, tra cui la trasmissione di dati aggregati all’Unità di informazione finanziaria per l’Italia (Uif). Queste informazioni saranno cruciali per le autorità nel monitoraggio di potenziali attività illecite, come il riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo. Inoltre, la vigilanza di Banca d’Italia si estenderà a queste nuove categorie, permettendo un controllo più rigoroso e mirato.
Rischi legati alle transazioni private
Un altro aspetto rilevante delle nuove normative riguarda le misure di analisi e valutazione del rischio. I prestatori di servizi per le cripto-attività dovranno implementare strategie per mitigare i rischi associati ai trasferimenti di fondi tra privati, noti come transazioni auto-ospitate.
Queste operazioni, che avvengono senza l’intermediazione di piattaforme di scambio, possono comportare rischi significativi, rendendo necessaria una regolamentazione adeguata.
Aumento della tassazione sulle criptovalute
In aggiunta a queste modifiche, il governo italiano sta considerando un aumento della tassazione sulle plusvalenze generate dalla vendita di criptovalute. Nella legge di bilancio 2025, si prevede che l’aliquota salga dal 26% al 42%, un incremento che ha suscitato preoccupazioni tra esperti e operatori del settore. Una lettera aperta è stata indirizzata al governo, esprimendo timori riguardo all’impatto negativo che questa misura potrebbe avere sull’industria delle criptovalute in Italia.
Reazioni politiche e future prospettive
Le reazioni politiche a queste nuove normative sono state variegate. Alcuni membri del governo, come il deputato della Lega Giulio Centemero, hanno espresso la necessità di rivedere l’aumento della tassazione, sottolineando che potrebbe risultare controproducente per il settore.
La Lega, in particolare, ha mostrato una certa affinità con le posizioni di figure influenti come Elon Musk e Donald Trump, suggerendo che un approccio più favorevole alle criptovalute potrebbe giovare all’industria italiana.