Il London Web Summit premia Bertie Stephens e l’ecommerce 3.0

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I Web Summit sono un momento molto atteso dal popolo delle Startup. Si ascoltano speaker d’eccezione, ma soprattutto ci si presenta con il proprio progetto, si incontrano persone, possibilmente investitori.

Siamo al London Web Summit e, come se l’euforia non bastasse, uno degli speaker più acclamati, Jeff Lawson, CEO di Twilio, dal palco lancia la notizia che manda in fibrillazione una platea “al completo” di 1000 tech-entusiasti: il colosso Americano della “cloud-communication”, che dal 2010 finanzia innovatori tecnologici, ha ora istuito un nuovo fondo, gestito da 500 Startups, appositamente destinato all’Europa e agli sviluppatori più creativi che utilizzino la sua API.

IL Twilio Fund Europe 2013 è dunque ufficialmente aperto a tutte le Startup Europee nate da meno di cinque anni e con un capitale esistente inferiore ad 1 milione di dollari.

C’è tempo fino al 1 maggio per fare domanda. La Startup selezionate riceveranno un pacchetto contente finanziamenti, crediti Twilio, un biglietto aero per San Francisco per partecipare al TwilioCon. (con tutte le spese pagate) e l’appoggio dell’apparato di marketing e PR di Twilio.

“Vogliamo finanziare le startup che usano Twilio per risolvere problemi in modo interessante – dice Lawson- Siamo il “popolo dei software e questo è il nostro momento”.

Quello che lui chiama il “popolo dei software” è formato da persone (come quelle riunite qui a Londra) che non solo riescono a scrivere un codice ma “vedono il mondo attraverso la lente dei codici e cercano di capire come un software possa essere la soluzione dei problemi del mondo di oggi”, spiega al pubblico.

Secondo lui è tutta una questione di mentalita’, più che di capacita’ di sviluppare software. La dritta del CEO di Twilio è questa: “Ad avere successo saranno quelle compagnie che pensano prima di tutto al tipo di esperienza che offrono ai consumatori”.

Qui al London Web Summit di Paddy Cosgrave, si entra dunque nel concreto. E noi facciamo il punto insieme ad uno dei protagonisti della competizione di Startup organizzata dal Summit, ovvero Bertie Stephens, arrivato qui ovviamente da “Tech City”, quell’area di Londra conosciuta anche come “la rotonda delle Startup” ad est della capitale.

Bertie è uno dei protagonisti nel senso che la Startup di e-commerce personalizzato che lui ha co-fondato, Flubit, ha vinto la competizione di quest’anno.

Flubit è un sito in cui i consumatori che vogliano comprare qualsiasi cosa possono entrare e richiedere un prezzo.

Il team di Flubit mette insieme le varie domande e offre l’acquisto del prodotto richiesto al prezzo più basso di quello che si possa trovare sul mercato. I giudici l’hanno premiato per “le sue potenzialita’ nei prossimi 24 mesi e per essere “il business più interessante, che sta dalla parte dei consumatori” (tanto per ribadire il messaggio di Lawson..)

“Io penso che Flubit sia stato definito “interessante” perché attraiamo il mercato – commenta Bertie – abbiamo trovato un modo di creare offerte, ai prezzi più bassi, sui prodotti che le persone vogliono comprare davvero ”.

Adesso abbiamo la possibilita’ di sviluppare il nostro modello e diventare una compagnia internazionale multimiliardaria, nei prossimi 24 mesi abbiamo la possiblita’ di diventare il “grosso nome” che attira la gente, ed i loro acquisti. Per questo penso che abbiamo vinto”.

Bertie, 26 anni, che ha cominciato ad annusare la fama come controfigura di Neville Longbottom in Harry Potter, al suo attivo ha già diversi successi tecnologici e ora punta ad essere il paladino della rivoluzione dell’e-commerce:

“Chiamiamo Flubit “e-commerce 3.0″ perché pensiamo che cambiera’ il modo in cui la gente fa acquisti online. Le persone trovano il prezzo più basso offerto dalla rete e noi ne creiamo per loro uno ancora più basso”.

Da quando è stata fondato, 18 mesi fa, il numero di aquisti effettivi fatti attraverso Flubit è andato aumentando. Ad ottobre i visitatori che entravano per domandare un prezzo e poi finivano per comprare il prodotto erano il 18%. Oggi chi compra al prezzo offerto da Flubit è il 30% di chi si rivolge al sito, dieci volte in più rispetto ai clienti dell’e-commerce tradizionale, ci rivela Bertie.

Il nostro trend dimostra che possiamo fare offerte personalizzate al nostro pubblico continuando a migliorarle. Questo è il nostro segreto, quando qualcuno offre un prezzo in rete noi cerchiamo di offrirne uno migliore creando un legame con i nostri clienti”.

Bertie è energico e irrefrenabile, sono le 8 di sera e mentre mi parla sta correndo da un investore, poi dice che tornera’ a casa e si rimettera’ a lavorare.

In effetti i suoi piani sono ambiziosi e c’è molto da fare: “Nei prossimi due anni vogliamo essere leader di qualcosa di incredibilmente vantaggioso per i consumatori, e vogliamo espanderci in tutto il mondo”.

Bertie sta per partire in quarta verso l’Europa, in primo luogo l’Olanda, la Germania e l’Italia perché due membri del suo team di sviluppatori sono italiani: “Il mercato italiano è perfetto, il tech in Italia si sta espandendo senza limiti, così come il mercato dell’innovazione. l’Italia è molto importante per noi”.

Vincere Il London Web Summit sicuramente ha dato a Flubit una botta di energia, rendendolo ancora più appetibile ai finanziatori (da cui ad oggi ha ottenuto circa 1 milione e mezzo di sterline).

Ma occhi puntati anche sulle altre tre Startup finaliste tra le ventitre che sono state selezionate per la competizione del London Web Summit come Trustev, un servizio online anti frode per verificare l’identita’ dei profili in internet; Stuffle, startup tedesca, che offre una panoramica sui mercati delle pulci a 700 milioni di Europei che vogliono fare compra/vendite; e Grand Cru, sviluppatori finlandesi di giochi per iOS tablet, già vincitori dell’Amazon Web Services Global Start-Up Challenge che stanno per lanciare il mondo dei loro “The Supernauts”.

Le Startup ricevono un grande sostegno da questi Summit, conclude Bertie, perché ci sono persone come Paddy Cosgrave che davvero vogliono spingere l’innovazione“.

Quest’anno gli organizzatori della serie dei Web Summit porteranno le loro conferenze tech in 100 citta’ di 40 paesi, invitando startup, incubatori, investitori, blogger e consulenti, in cerca della “nuova novita’” (o “ the new new thing” come la chiamano loro).

Lo scorso anno il Web Summit ha toccato anche Milano ma qualsiasi citta’ voglia ospitare questa “maratona dell’innovazione” puo’ farlo usando questo modulo.

Originariamente pubblicato su chefuturo.it

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