Dalle storiche auto sportive ai prototipi scientifici, con vere e proprie icone del noto marchio automobilistico bavarese, come il primo motociclo BMW R32, l’elegante roadster BMW 507, della metà degli anni Cinquanta, e la leggendaria BMW 2002, fino ai progetti futuristici.
È quanto propone il BMW Museum, a Monaco di Baviera, che presenta in oltre 5.000 metri quadrati i modelli che hanno reso celebre nel mondo la casa, nata nel 1916 come fabbrica di motori per aerei.
Gli oltre novant’anni di storia della compagnia sono suddivisi, nei due edifici collegati da rampe, in sette blocchi tematici o “houses”. Si parte dall’area dedicata al design per arrivare a quella del brand, passando per le sezioni riservate alla società, alla tecnologia, alle moto e allo sport, alle serie che l’hanno resa famosa, le BMW serie 3, 5 o 7, fino alle roadster, le affascinanti auto sportive a due posti.
Alla prima sala ospitata dall’avveniristico edificio color argento è stato dato il nome di “Inspiration”, per raccontare l’ispirazione che ha prodotto le inconfondibili linee e i tratti distintivi del mondo BMW, mentre nella zona dedicata allo “Studio” vengono illustrati i complessi processi, di design, tecnologici e industriali, che sono alla base della nascita di un veicolo, che si tratti di un’auto o di una moto.
In una serie di tappe disposte cronologicamente sono invece documentati i primissimi passi della compagnia, che hanno portato ad un successo che dura da quasi un secolo, dal primo aereo datato 1916 alla prima motocicletta, del 1923, e alla prima automobile, costruita nel 1928.
Interessante l’area dedicata agli aspetti tecnologici della progettazione, con la possibilità di approfondire argomenti legati a prestazioni, qualità di guida, sicurezza, aerodinamicità, ma anche temi di particolare attualità, come i sistemi di alimentazione alternativi, il riciclaggio dei materiali e la gestione del traffico.
Nella sezione “Motor Sport” si celebrano i più grandi successi di casa BMW, dalle oltre duecento vittorie ottenute nella seconda metà degli anni Trenta con la storica 328 all’impegno in Formula 1, dalla vittoria di Nelson Piquet nel 1983 al volante di una Brabham BMW BT 52 all’acquisizione del team Sauber nel 2006.
Non mancano esemplari delle più famose serie con cui il marchio bavarese ha conquistato una importante fetta di mercato, dalla serie 3 alle serie 5 e 6, mentre alla serie 7 è dedicata una delle sale più grandi del museo, per valorizzare la combinazione di stile, lusso e performance, che ha contribuito a fare di questi modelli le icone di un’esperienza di guida unica e coinvolgente.
Auto come icone di stile, dunque, celebrate nei decenni anche dai più importanti artisti contemporanei. Il primo fu Alexander Calder, nel 1975, seguito da altri artisti americani, come Frank Stella, che l’anno seguente disegnò una BMW 3.0 CSL a motivi geometrici, Roy Lichtenstein e Andy Warhol, e da molti altri, tra cui l’italiano Sandro Chia e l’inglese David Hockney, che presentò la sua versione “trasparente” di una BMW 850 Csi, in cui l’interno era portato all’esterno.
L’ultima opera in ordine di tempo è del danese Olafur Eliasson, una H2R da record alimentata ad idrogeno, che apre la galleria Art Car ospitata dal museo. Un vero e proprio tempio dedicato ad auto e motori, dove si può ripercorrere la storia di uno dei marchi che hanno fatto la storia dell’automobilismo moderno. E dove, per i veri appassionati, è possibile anche ordinare direttamente la BMW dei propri sogni.