Il 4 Marzo scorso un incendio ha distrutto il Museo di Città della Scienza, dopo otto mesi ci sono ancora cumuli di macerie e non sarà facile ricostruirla.
Tante persone in questi mesi hanno lavorato senza sosta per far ripartire le attività scientifiche, grazie al loro lavoro oggi non si parla più di passato ma di Futuro.
Il 7 novembre grazie al sostegno economico ricevuto da tutta l’Italia e grazie al supporto dell’intera comunità scientifica con la mostra “Ricominciamo con il Cervello” di Futuro Remoto, tutto è ricominciato.
Qualche giorno dopo, il 16 novembre alcuni giovanissimi che hanno dato vita all’Italian Institute for the Future (IIF), un’organizzazione no-profit sul modello dei think-tank anglosassoni per l’analisi e la previsione degli scenari di lungo termine e la sensibilizzazione sulle grandi sfide del futuro, ha organizzato a Città della Scienza “Italia 2050 – Il futuro remoto del nostro paese”.
Ricordando l’esperienza pluridecennale dei centri di futures studies sparsi per il mondo, politologi, economisti, studiosi di scienza e ambientalisti si sono confrontati per analizzare l’impatto sociale dell’innovazione e riflettere sulle politiche da adottare per affrontare le sfide del domani e giungere a una visione condivisa dell’Italia che vogliamo.
Ecco le video interviste dell’incontro.
Roberto Paura, Presidente di IIF “L’Italia è un Paese che pensa poco al futuro, con la nostra iniziativa vogliamo sollecitare la politica e i decision maker nell’elaborare politiche di lungo periodo che affrontino le grandi sfide dei prossimi decenni”.
Mario Raffa, Direttore Scientifico di Città della Scienza “è importante aver riaperto con la mostra sul Cervello grazie alla solidarietà ricevuta da tutto il mondo; abbiamo ricevuto oggetti da ognuno dei 400 musei della rete Ecsite”.
Piero Magri, Direttore Istituto Studi Politica Internazionale “ La politica in Italia è presa dal risolver ei problemi dell’oggi e del passato dimenticandosi del Futuro. Il mondo sta cambiando in modo radicale ed è necessario un ripensamento di tutto ”
Domenico Villacci, Docente di Sistemi Energetici Università del Sannio “C’è una grossa volontà da parte dell’Unione Europea di creare un Mercato Unico dell’Energia, ciò richiede la realizzazione di una grande infrastruttura, una Supergrid che possa consentire di svolgere politiche energetiche nuove “.