Il tavolo delle frequenze radiomobili torna bollente, dopo la parentesi del governo Monti. Sarà una delle partite più complesse, per il nuovo esecutivo, e dal suo esito dipende buona parte del destino dell’innovazione mobile italiana.
Continueremo a fare eccezione in Europa, con un far west delle frequenze? O finalmente abbracceremo uno scenario in cui queste preziose risorse, che sono bene comune, sono utilizzate in modo efficiente, senza sprechi né rendite di posizione? Il bivio è tutto qui.