Il tempo per un progetto, cento giorni agili

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Era il 16 dicembre, il mio ultimo giorno da dirigente in una multinazionale. Da quel momento ho cominciato a incontrare startupper praticamente tutti i giorni. Non mi stancherò mai di ripeterlo: la cosa più importante da avere per dar vita ad una startup di successo non sono fondi, uffici o articoli su Wired.

Se volete lanciare il vostro prodotto dovrete concentrarvi sul prodotto stesso e darvi un orizzonte temporale breve ma non troppo, per permettervi anche di dare qualità a quello che fate. Tre mesi, cento giorni insomma, sono il tempo che ci vuole. Ed è a questo punto che l’articolo su Wired ci sta proprio bene.

Non si fa un sito in una settimana (ci sono quelli che ve lo dicono, che forse addirittura se ne autoconvincono ma, se siete obiettivi, sapete che non è possibile).

Non bastano nemmeno due diligence, consulenti e sei mesi per farne uno.

CheFuturo! nasce quasi un anno fa. Io l’ho scoperto sei mesi dopo e dallo scorso dicembre con un amico di quelli che nella vita si contano sulle dita di una mano è diventato il mio lavoro. Per costruirlo abbiamo scelto un modello agile: l’obiettivo di questa metodologia è la piena soddisfazione del cliente e non solo l’adempimento di un contratto. Così si abbattono i costi di sviluppo, ottimizzando la qualità e l’esperienza dell’utente – come fare a non innamorarsene?

Agile ci ha permesso di sviluppare un quotidiano in finestre di tempo limitate chiamate iterazioni. Ogni iterazione è un piccolo progetto e contiene tutto il necessario per rilasciare un piccolo incremento nelle funzionalità: pianificazione, analisi dei requisiti, progetto, implementazione, test e documentazione.

Così abbiamo creato una pagina teaser (di fatto l’unica cosa che avete visto fino a ieri), le pagine e le app su facebook, twitter e google +, quindi una prima versione del sito rilasciato per prototipi successivi e, iterazione dopo iterazione, ci siamo avvicinati sempre di più a quello che avevamo in testa tre mesi fa.

Agile è basato su 4 pilastri:

  • Le persone e le interazioni sono più importanti degli strumenti e dei processi
  • E’ più importante avere software funzionante che documentazione
  • Per un risultato di qualità bisogna collaborare con il cliente al di là di quello che dice il contratto
  • Bisogna essere pronti a rispondere ai cambiamenti più che aderire ai requisiti iniziali

Altro punto fondamentale è l’importanza del team: alla fine di ogni iterazione il team deve rivalutare le priorità di progetto.

Si preferisce la comunicazione in tempo reale, faccia a faccia, alla documentazione scritta, alle email e alle chat. Tra l’altro, il team è composto da tutte le persone necessarie per terminare il progetto e include il cliente stesso.

Il risultato è uno spazio di innovazione vero, di quelli che vorrei ispirassero la nascita di tanti altri progetti. E ora accendiamo il razzo perché il momento storico che stiamo vivendo in Italia è quello giusto!

Originariamente pubblicato su chefuturo.it

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Scritto da chef

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